Covid-19, Caritas: “Aumentate del 114% le richieste ai Centri d’ascolto”
"Davanti a questi dati e nel 75° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la quale ha fatto da presupposto a un riscatto morale e sociale dell’Italia nel Dopoguerra – osserva don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana -, ricordiamo l’esortazione del Concilio Vaticano II alla libertà e alla dignità di ogni persona bisognosa “Non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia”. E ancora “Si eliminino non soltanto gli effetti ma anche le cause dei mali” (AA 8). Un ammonimento valido per l’oggi, perché non siano i poveri, gli ultimi, gli emarginati e gli indifesi a pagare il prezzo più alto della crisi"

«Un aumento in media del +114% nel numero di nuove persone che si rivolgono ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza coronavirus». È il dato allarmante che risulta da una prima rilevazione condotta a livello nazionale su 70 Caritas diocesane in tutta Italia, circa un terzo del totale. Lo ha evidenziato oggi in una nota Caritas Italiana che, in accordo con la Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana, fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus Covid-19 ha intensificato il contatto e il coordinamento di tutte le 218 Caritas diocesane in Italia, a partire da quelle del Nord maggiormente colpite dalla diffusione del Coronavirus. Coordinamento che prosegue anche attraverso questa rilevazione, in un’ottica anche di cura della rete e rafforzamento delle relazioni.
Le Caritas diocesane interpellate hanno riportato nella quasi totalità dei casi «un aumento nelle segnalazioni dei problemi di occupazione/lavoro e di quelli economici. Il 75,7% di esse segnala anche un incremento dei problemi familiari, il 62,8% di quelli d’istruzione, il 60% di salute, anche in termini di disagio psicologico e psichico nonché abitativi. Vengono poi indicati anche nuovi bisogni, come quelli legati a problemi di solitudine, relazionali, anche con risvolti conflittuali, ansie e paure, disorientamento e disinformazione. Inoltre, si registra un aumento rispetto alle richieste di beni e servizi materiali, in particolare cibo e beni di prima necessità, con la distribuzione di pasti da asporto/a domicilio, sussidi e aiuti economici a supporto della spesa o del pagamento di bollette e affitti, sostegno socio-assistenziale, lavoro e alloggio».
Aumenta anche la domanda di orientamento riguardo all’accesso alle misure di sostegno, soprattutto pubbliche, approntate per fronteggiare l’emergenza sanitaria, di aiuto nella compilazione di queste domande e la richiesta di dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti), che sono già stati distribuiti a circa 40 mila beneficiari. La rete Caritas, fin dall’inizio della pandemia, si è distinta per aver realizzato concretamente quella “fantasia della carità”, a cui Papa Francesco l’ha più volte spronata: «Si registra così –sottolinea Caritas Italiana – l’attivazione di nuovi servizi legati all’ascolto e all’accompagnamento telefonico, con circa 15 mila contatti registrati in poche settimane dalle Caritas diocesane coinvolte nella rilevazione, la trasformazione della fornitura dei pasti in modalità da asporto o con consegne a domicilio, la fornitura di dispositivi di protezione individuale e igienizzanti, le iniziative a supporto della didattica a distanza con la fornitura di tablet, pc, il sostegno a famiglie nomadi, giostrai e circensi, l’assistenza ai senza dimora rimodulata per garantire gli standard di sicurezza, nonché l’acquisto di farmaci e prodotti sanitari».
Inoltre, non mancano esperienze nuove, come nel caso del progetto #TiChiamoIo: «Per offrire la vicinanza, seppur solo telefonica – racconta l’organismo pastorale della Cei -, alle persone accompagnate nei centri di ascolto, indipendentemente dal bisogno materiale. O il progetto “Message in a bottle” ideato per far recapitare, assieme ai pasti da asporto, messaggi e poesie da parte della cittadinanza. È una ricchezza questa, che passa anche dalle tante strutture afferenti alle Chiese diocesane e destinate da queste a tre categorie di soggetti: medici e/o infermieri, persone in quarantena e senza dimora».
Al momento sono 68 le strutture per quasi 1.450 posti, concesse in uso alla Protezione civile e al Sistema sanitario nazionale da parte di 48 diocesi in tutta Italia. A queste si aggiungono altre 45 strutture, per oltre 1.000 posti in 33 diocesi, disponibili per persone in quarantena e/o dimesse dagli ospedali, nonché più di 64 strutture per oltre 1.200 posti in 42 diocesi dedicate all’accoglienza aggiuntiva di persone senza dimora, oltre all’ospitalità residenziale ordinaria.

Un racconto, quello delle esperienze vissute dalla rete Caritas in questo tempo di pandemia, emerso alla vigilia di un giorno particolare: «Davanti a questi dati e nel 75° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la quale ha fatto da presupposto a un riscatto morale e sociale dell’Italia nel Dopoguerra – osserva don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana -, ricordiamo l’esortazione del Concilio Vaticano II alla libertà e alla dignità di ogni persona bisognosa “Non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia”. E ancora “Si eliminino non soltanto gli effetti ma anche le cause dei mali” (AA 8). Un ammonimento valido per l’oggi, perché non siano i poveri, gli ultimi, gli emarginati e gli indifesi a pagare il prezzo più alto della crisi».
Domani, 25 aprile, si svolgerà #IoRestoLibero, un evento nazionale che sostiene Croce Rossa e Caritas Italiana con una raccolta fondi tramite la piattaforma GoFundMe. È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Emergenza Coronavirus”) tramite: Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111; Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474; Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013; UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119.