Covid-19, Pescara: 350 pacchi alimentari donati a famiglie bisognose
"Dobbiamo andare oltre le pur lodevoli iniziative che fortunatamente ci sono state e continuano a esserci – esorta Carlo Masci, sindaco di Pescara -, nella consapevolezza che il diritto alla dignità si è allargato a più fasce sociali fino a poche settimane fa impensabili. C’è già stato un crollo del fatturato di diverse categorie alle quali occorre fornire risposte certe"

Da sabato scorso 28 marzo 350 pacchi contenenti generi alimentari e beni di conforto, del valore commerciale di circa 40 mila euro, sono in distribuzione a numerose famiglie di Pescara particolarmente bisognose e in sofferenza, i cui nominativi sono stati segnalati dai rispettivi parroci. Famiglie, colpite dalla crisi di liquidità generata dalla chiusura delle attività lavorative ritenute non essenziali dal Governo per arginare il contagio da Coronavirus Covid-19, impossibilitate anche a fare la spesa.

Un’iniziativa a cura della catena Decò, resa nota dal presidente del Consiglio Comunale di Pescara Marcello Antonelli, resa possibile dalla collaborazione della Fondazione Banco di Napoli e grazie alla rete delle parrocchie e delle associazioni di volontariato: «Pur nella consapevolezza di non poter aiutare tutti e subito – spiega il presidente Antonelli –, intendiamo testimoniare la vicinanza del Comune alle persone più in difficoltà. Se i privati, con sensibilità e tempismo, si sono fatti carico dei costi economici, la Chiesa ha saputo tradurre i segnali sociali consentendo all’Amministrazione l’indirizzo dell’azione politica. Vanno ringraziati per quest’impegno il vice presidente della Fondazione, Vincenzo Di Baldassarre, nonché il personale della Protezione Civile che si occupa delle consegne a domicilio».
E proprio sulla necessità di azioni mirate di intervento sulle famiglie pescaresi attraverso una programmazione razionale, fa leva il sindaco Carlo Masci, promotore di un tavolo di concertazione con le forze imprenditoriali e del volontariato per un più diffuso sistema di assistenza e di sostegno: «Dobbiamo andare oltre le pur lodevoli iniziative che fortunatamente ci sono state e continuano a esserci – esorta il primo cittadino di Pescara -, nella consapevolezza che il diritto alla dignità si è allargato a più fasce sociali fino a poche settimane fa impensabili. C’è già stato un crollo del fatturato di diverse categorie alle quali occorre fornire risposte certe. I piani operativi devono essere diversificati, col contributo delle categorie in attività, ampliando anche la fornitura di servizi. Trovo molto triste vedere i nostri anziani in fila davanti alle Poste e ai supermercati, soprattutto in giorni in cui le condizioni meteorologiche sono inclementi. Questo è inconcepibile».

Da qui la richiesta ai titolari degli esercizi commerciali e alla grande distribuzione, di farsi carico da subito di un più ampio ventaglio di consegne gratuite a domicilio, razionalizzando ordini e tempistica: «Siamo entrati nella fase critica della lotta al Coronavirus – sottolinea il sindaco Masci – e attendiamo risposte certe dalla scienza sul superamento del picco dei contagi. Restare a casa ha un prezzo che è alto e di cui occorre che tutti ci facciamo carico, ognuno per la sua parte, ognuno sacrificando tempo e risorse per il bene della collettività. Dimostriamo con i fatti di essere una comunità solidale, non solo un insieme di persone che vivono nella stessa città».
Il sindaco insiste poi sulla necessità di chiedere al Governo e alla Regione Abruzzo, ognuno per quanto di competenza, l’autorizzazione a rimodulare le risorse destinate al sociale per orientarle verso le pressanti emergenze economico-sociali scaturite dalla pandemia di Coronavirus: «Mi farò personalmente portavoce di queste necessità nei confronti dello Stato e della Regione – conclude -. Ciò sta a significare anche meno burocrazia. Oggi il quadro dei bisogni è totalmente cambiato. Dobbiamo rivolgere l’indirizzo delle garanzie sociali verso nuove esigenze e nuove prospettive. Ma tutto questo va fatto subito, senza incertezze e senza attendismi, perché altrimenti ogni sforzo potrebbe risultare vano. Non possiamo permettercelo, da nessun punto di vista».