“Non preoccupiamoci di essere potenti, ma di servire Cristo nella vita degli ultimi”
"Siamo in ritardo – riconosce il cardinale Bassetti -. La Chiesa non è più, da tempo, la fontana antica al centro del villaggio degli uomini, occorre allora uscire incontro agli uomini; non basta più indicare i nostri valori, occorre accompagnare cammini di speranza!"

«Non essere potenti o non essere presenti nell’agenda dei potenti di turno non ci deve preoccupare, dobbiamo invece preoccuparci se non abbiamo il coraggio di seguire e servire il Cristo povero e umiliato nella vita di quelli che san Giovanni Paolo II ha definito gli sconfitti della vita, che papa Francesco ci invita a riconoscere come gli scarti generati dall’indifferenza che diventa regola di vita in un sistema che idolatra il profitto e i consumi».
Lo ha affermato detto il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, in un video messaggio inviato questa mattina al convegno promosso dalla Commissione cultura e comunicazione della Conferenza episcopale toscana sul tema “Umiltà, disinteresse, beatitudine. Rileggere il Convegno ecclesiale di Firenze”: «Siamo in ritardo – riconosce il porporato -. La Chiesa non è più, da tempo, la fontana antica al centro del villaggio degli uomini, occorre allora uscire incontro agli uomini; non basta più indicare i nostri valori, occorre accompagnare cammini di speranza!».
Da qui un’ulteriore ammissione: «Le nostre stesse strutture necessitano di essere sottoposte al discernimento per essere a servizio di ciò che è essenziale per l’annuncio del Vangelo, attraverso la scelta preferenziale della “povera gente” e il dialogo-profetico in vista della custodia della pace, della giustizia e della salvaguardia del creato».