Fondazione Paolo VI: un open day per conoscere i centri di Pescara, Chieti e Penne
Domani pomeriggio alle 16.30, al Centro Adriatico di Pescara sul Lungomare Giovanni XXIII 55, avrà luogo il convegno dal tema “Il valore e l’impegno delle strutture cattoliche in sanità” con la partecipazione di don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale di Pastorale della Salute, e della dottoressa Sonia Albanese, cardiochirurgo infantile all’ospedale Bambin Gesù di Roma

Domani e domenica, 12 e 13 ottobre, il Centro Adriatico di Pescara, il Centro Sant’Agostino di Chieti e il Centro San Massimo di Penne della Fondazione Paolo VI apriranno le porte al pubblico per far conoscere i loro servizi dedicati agli ambiti della riabilitazione, dei problemi dell’età evolutiva, della disabilità, dell’autismo e dell’assistenza agli anziani. Servizi svolti in strutture e personale all’avanguardia, che potranno essere conosciuti dal pubblico accedendo a consulenze professionali e visite gratuite domenica 13 ottobre dalle 9 alle 17.
E l’open day servirà anche a riflettere sul valore della grande esperienza sanitaria e sociale accumulata nel tempo dalla Fondazione Paolo VI, con i suoi servizi riabilitativi, semiresidenziali per disabili e case soggiorno per anziani a Pescara, Chieti e vari altri centri della regione nei quali lavorano 380 dipendenti assunti e 50 consulenti esterni che assistono circa 1.000 pazienti al giorno. Infatti, domani pomeriggio alle 16.30, nella sala conferenze del Centro Adriatico di Pescara sul Lungomare Giovanni XXIII 55, avrà luogo il convegno dal tema “Il valore e l’impegno delle strutture cattoliche in sanità” con la partecipazione di don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale di Pastorale della Salute, e della dottoressa Sonia Albanese, cardiochirurgo infantile all’ospedale Bambin Gesù di Roma.
Un appuntamento, quest’ultimo, realizzato in collaborazione con l’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana: «Sono orgoglioso – sottolinea monsignor Tommaso Valentinetti, presidente della Fondazione Paolo VI – di essere il riferimento di questa realtà che non ho scelto io, ma che mi è stata consegnata dal mio predecessore monsignor Antonio Iannucci. La sto portando avanti con dedizione per conservare integra la proprietà, i posti di lavoro e continuare a servire le tante persone che si rivolgono a noi, alla ricerca non solo di servizi di qualità ma anche di un’umanità e di una cura che da sempre contraddistinguono questa storia più che quarantennale».