Poliambulatorio Allegrino: in 12 anni erogate 30 mila prestazioni ai poveri
"La realtà con cui ci confrontiamo - spiega Antonella Allegrino, presidente dell'associazione Domenico Allegrino - è molto complessa e, a volte, difficile da immaginare. Ci sono situazioni precipitate in pochissimo tempo a causa della perdita di un posto di lavoro da parte del capofamiglia; padri separati costretti a dormire in un'auto, perché non hanno più le possibilità di sostenere le spese per l'affitto di un appartamento; persone indigenti, che vivono in zone isolate della provincia e che non possono mandare i figli a scuola perché non hanno i soldi per pagare l'abbonamento per l'autobus, e altre che hanno i denti talmente rovinati da non riuscire più a masticare il poco cibo che preparano"
3.648 prestazioni erogate in un anno. È il dato di sintesi, al 2018, dell’attività del Poliambulatorio “Domenico Allegrino” dell’associazione Domenico Allegrino onlus, la struttura di via Alento in cui vengono assistite, quotidianamente e in forma gratuita, centinaia di persone che non riescono a sostenere il costo delle cure mediche a causa delle difficili condizioni economiche in cui versano. Inaugurato a luglio del 2007, il Poliambulatorio opera per rispondere ai bisogni socio-sanitari delle fasce più fragili e disagiate della popolazione.
Circa 30 mila sono state complessivamente le prestazioni erogate nei 12 anni di attività, grazie all’impegno di medici, infermieri, assistenti alla poltrona, addetti all’accoglienza, psicologi e assistenti sociali: «I dati Istat sulla povertà in Italia, relativi al 2018, sono quelli di un’emergenza – sottolinea Antonella Allegrino, presidente della nota onlus pescarese -, poiché attestano che in Italia ci sono 1,8 milioni di famiglie in povertà assoluta e 3 milioni in povertà relativa».
In Abruzzo l’ultimo dato, che è riferito al 2017, indica che sono oltre 86 mila le famiglie in povertà relativa, il 15,6% del totale: «I più colpiti da questo fenomeno – precisa la Allegrino – sono i nuclei familiari con minori, i giovani e gli stranieri e aumentano, di anno in anno, le persone che, pur avendo seri problemi di salute, non possono sostenere i costi del ticket sanitario e di visite specialistiche a pagamento».
Nel Poliambulatorio sono presenti 20 specializzazioni: anestesiologia, cardiologia, chirurgia, dermatologia, geriatria, ginecologia, oculistica, ortopedia, odontoiatria, otorinolaringoiatria, malattie infettive, medicina interna, neurologia, nefrologia, pediatria, pneumologia, reumatologia, urologia, odontostomatologia e scienza dell’alimentazione. Con il passare degli anni, l’attività del poliambulatorio è stata resa sempre più corrispondente alle sollecitazioni e ai bisogni dei pazienti. Oltre alle visite specialistiche, vengono effettuati esami ecografici e di holter pressorio, eseguite prestazioni odontoiatriche e realizzate protesi dentarie.
Vengono forniti anche farmaci da banco e viene data la possibilità di sostenere colloqui con gli psicologi e gli assistenti sociali, mediante l’attivazione di uno sportello di ascolto: «La realtà con cui ci confrontiamo – illustra la presidente dell’associazione Domenico Allegrino -, accogliendo le persone povere o in precarie condizioni economiche, che provengono soprattutto dalla provincia di Pescara e Chieti, dalla zona di Silvi (Teramo) e di Sulmona (L’Aquila), è molto complessa e, a volte, difficile da immaginare. Ci sono situazioni precipitate in pochissimo tempo a causa della perdita di un posto di lavoro da parte del capofamiglia; padri separati costretti a dormire in un’auto, perché non hanno più le possibilità di sostenere le spese per l’affitto di un appartamento; persone indigenti, che vivono in zone isolate della provincia e che non possono mandare i figli a scuola perché non hanno i soldi per pagare l’abbonamento per l’autobus, e altre che hanno i denti talmente rovinati da non riuscire più a masticare il poco cibo che preparano».
Il Poliambulatorio è diventato così un punto di riferimento per il territorio, poiché intercetta i nuovi bisogni sociali e i fenomeni di disagio ed è una struttura che consente non solo di aiutare le persone, ma anche di intervenire sulle principali problematiche che vengono riscontrate, con la realizzazione di nuove iniziative: «Come associazione “Domenico Allegrino” – ricorda Antonella Allegrino – abbiamo portato a termine, quest’anno, il progetto “Coltiviamoci” destinato ai senza dimora, agli anziani e ai giovani. Questa attività ci ha permesso di affrontare le tematiche dell’inclusione sociale, della longevità attiva e della promozione della cultura del volontariato fra i giovani e di coinvolgere nell’iniziativa altre associazioni, con cui abbiamo fatto rete per crescere e migliorare. Proseguiremo in questa direzione, potenziando le prestazioni del Poliambulatorio e restando sempre in ascolto dei bisogni emergenti».
Il Poliambulatorio “Domenico Allegrino” non gode di finanziamenti pubblici e non è convenzionato Asl: la sua attività è basata esclusivamente su donazioni private, sul lavoro di un centinaio di volontari (fra medici, infermieri, assistenti alla poltrona e addetti all’accoglienza, che ogni giorno dedicano parte del loro tempo all’assistenza di chi più ne ha bisogno) e sulla presenza di 8 ragazzi del Servizio civile nazionale e di persone in affidamento per la messa alla prova, nell’ambito di percorsi di giustizia riparativa.
Tra i pazienti, il 70% è costituito da persone di nazionalità italiana e il 30% da immigrati. Periodicamente, il Poliambulatorio realizza iniziative di prevenzione per ipertensione, malattie dermatologiche, ecografie neonatale, prevenzione a livello alimentare. Il centro è aperto tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 12 e dalle 16 alle 19. Il sabato mattina dalle 9 alle 12.
Tra gli amici dell’associazione “Domenico Allegrino” onlus, che hanno visitato il Poliambulatorio, Tara Gandhi, nipote del Mahatma Gandhi, il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, il comico Giobbe Covatta e Alessio Vincenzotto, marito di Elisa Girotto, la donna di Spresiano (Treviso) che, prima di morire, ha lasciato doni alla figlia fino al compimento del diciottesimo anno.