Titoli accademici: lo Stato riconoscerà anche quello in Scienze religiose
"Una volta che le rispettive commissioni di entrambe le parti avranno stabilito la procedura necessaria per ottenere tale riconoscimento – spiega monsignor Sanna -, lo studente degli Istituti superiori di scienze religiose, munito del titolo di dottore in Scienze religiose, potrà avere sbocchi occupazionali, oltre che nell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali, nel settore della mediazione culturale e sociale, del turismo religioso. Potrà anche partecipare a concorsi abilitanti l’esercizio di determinate professioni"
Si allunga l’elenco dei titoli di studio “concordatari” legittimati dallo Stato italiano. Dopo la Teologia e la Sacra Scrittura da domani, giovedì 25 luglio, il riconoscimento comprenderà anche Diritto canonico, Liturgia, Spiritualità, Missiologia e Scienze religiose. Lo ha ricordato, in una dichiarazione resa ai settimanali diocesani “Nuovo Cammino” (Ales-Terralba), “SulcisIglesienteOggi” (Iglesias), “Il Portico” (Cagliari) e “L’Arborense “(Oristano), monsignor Ignazio Sanna, presidente del Comitato Cei per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose, indicando uno dei frutti dell’entrata in vigore del decreto del presidente della Repubblica, pubblicato il 10 luglio sulla Gazzetta Ufficiale, che dà esecuzione all’accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede del 13 febbraio scorso.
Un testo che interessa 7 mila studenti delle nove Facoltà teologiche presenti in Italia e dei 43 Istituti superiori di scienze religiose, tra cui quello attivo a Pescara intitolato a Giuseppe Toniolo: «Una volta che le rispettive commissioni di entrambe le parti avranno stabilito la procedura necessaria per ottenere tale riconoscimento – spiega l’altro prelato -, lo studente degli Istituti superiori di scienze religiose, munito del titolo di dottore in Scienze religiose, potrà avere sbocchi occupazionali, oltre che nell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali, nel settore della mediazione culturale e sociale, del turismo religioso. Potrà anche partecipare a concorsi abilitanti l’esercizio di determinate professioni».
Il riconoscimento del titolo di studio diviene dunque un passaggio fondamentale: «Certifica – sottolinea monsignor Sanna – la qualità accademica dell’offerta formativa erogata dalle facoltà ecclesiastiche e dagli Istituti superiori di scienze religiose, la dignità scientifica dei loro studi e delle loro strutture didattiche».