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Crollo delle nascite: “Per edonismo, individualismo e paura del futuro”

"La complessità delle questioni in gioco – sottolinea la sociologa Carla Collicelli -, di profondo spessore dal punto di vista antropologico, spirituale, sociale culturale, richiede un intervento educativo e valoriale. Non sono possibili soluzioni immediate, occorrono processi lunghi"

Lo ha affermato la sociologa Carla Collicelli, analizzando gli ultimi dati Istat che mostrano un aumento costante della denatalità

Anche nel 2018 è proseguito il calo della popolazione residente in Italia, facendo segnare un record negativo per le nascite: solo 439.747 i bambini iscritti in anagrafe; oltre 18 mila in meno rispetto al 2017; minimo storico dall’unità d’Italia. Lo ha rivelato oggi l’Istat. Le cause, a detta della sociologa Carla Collicelli, sono da ricercare nelle difficoltà economiche, ma soprattutto nell’individualismo, nell’edonismo (concezione filosofica che riconosce come fine dell’azione umana il piacere) e nella paura del futuro.

Per invertire la rotta, secondo l’esperta, occorre un lungo processo di educazione e di rilancio di valori: «Il calo della natalità – spiega la Collicelli, intervistata dall’agenzia di stampa Sir – è il prodotto di un insieme di motivi. Incidono sicuramente i problemi economici delle famiglie con figli, ma a fare le parte del leone sono l’individualismo imperante, l’edonismo che continua a crescere nel vissuto delle persone, nel senso che si antepone la soddisfazione dei bisogni individuali ad altri valori come quello della generatività, della procreazione delle nuove generazioni per il futuro».

Un terzo fattore, emerso soprattutto in questi ultimi anni, è la paura del futuro: «Un tema sempre stato presente – osserva la sociologa -, ma che ha visto un’escalation molto forte nel periodo più recente, tanto è vero che ha dato vita anche a scelte politiche che giocano sull’insicurezza, l’ansia, le preoccupazione rispetto alla capacità di affrontare importanti questioni strutturali. Paure che si riverberano in prima battuta proprio sulla serenità e la fiducia nel futuro, che sono alla base della decisione di mettere al mondo dei bambini».

Carla Collicelli, sociologa

Per invertire la tendenza del crollo delle nascite in Italia, ad oggi inarrestabile, l’esperta ritiene importanti eventuali misure di sostegno alle famiglie, ma non basta: «La complessità delle questioni in gioco – sottolinea Carla Collicelli -, di profondo spessore dal punto di vista antropologico, spirituale, sociale culturale, richiede un intervento educativo e valoriale. Non sono possibili soluzioni immediate, occorrono processi lunghi».

Da qui l’indicazione di partire dall’educazione: «Dal ruolo dei genitori e dell’istruzione scolastica – suggerisce la studiosa -, che non deve limitarsi a trasmettere skills per il mondo del lavoro e poco più, ma piuttosto quei valori che devono invece animare la vita individuale, di comunità, sociale, tra i quali anche quello di pensare alle generazioni future. Un discorso culturale e valoriale che tocca le corde più profonde dell’umanità e può essere affrontato solo con interventi di tipo culturale, valoriale e spirituale».

Inoltre, per la sociologa le forze vitali, che pure esistono nel Paese, dovrebbero cercare un modo comune per intervenire: «Forme di alleanza per l’individuazione di contenuti – propone -, a partire dall’inserimento di questi valori nei programmi scolastici di nuova educazione civica. A scendere in campo dovrebbero essere i soggetti della società civile, i soggetti associativi, il mondo degli insegnanti e delle famiglie. Realtà che esistono e hanno le carte in regola per affrontare bene questi temi, ma occorrono un livello di collaborazione adeguato e un’azione più coraggiosa nei confronti della comunicazione e dei mass media».

E poi c’è la Chiesa: «Che già svolge un ruolo di grande rilievo – conclude la Collicelli -, perché è rimasta forse l’unico soggetto vitale ad insistere su questi valori portanti, dovrebbe individuare strategie più efficaci e adeguate ai tempi attuali, trovando forme di collaborazione con il mondo della scuola e dei mass media che facciano breccia rispetto a questa muraglia di valori che vanno in tutt’altra direzione».

About Davide De Amicis (4622 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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