8xmille: “C’è un’Italia per la quale l’uomo viene prima di tutto”
"La paura – denuncia don Leonardo Dio Mauro - è funzionale ai calcoli politici di chi cerca di ottenere il potere parlando alla pancia della gente. L’unica risposta possibile a questo modo di procedere è far leva sulla conoscenza reciproca, dal basso, accorciare le distanze"

«La Campagna informativa sull’8xmille vuole mostrare un’Italia diversa da quella che ci vogliono far vedere, un popolo, quello italiano, che col suo saper fare vuole dimostrare che nella nostra cultura l’uomo e i suoi bisogni legittimi vengono prima di tutto». Lo ha sottolineato don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio nazionale per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo della Cei, ricordando che «I dodici progetti che lo spot televisivo presenta, dieci in Italia e due in Messico, sono finalizzati a rispondere a quella fame e sete di giustizia di cui parla il Vangelo».
Della firma degli italiani sulla dichiarazione dei redditi, ha parlato il direttore della Cei in un’intervista pubblicata sul sito della Campagna “Liberi di partire, liberi di restare”: «Essa si trasforma in solidarietà concreta – sottolinea -, che raggiunge tante persone e comunità nei tanti Paesi impoveriti del mondo, favorendo concretamente formazione e sviluppo, ma anche in prossimità all’umanità presa nella sua interezza e globalità, come valore in quanto tale, e non per il gruppo di appartenenza. La prossimità dà concretezza alla compassione, intesa non come sentimento pietistico, bensì come partecipazione ‘cordiale’ al dolore per una situazione di ingiustizia subita senza colpa, contro cui bisogna lottare».

Don Leonardo Di Mauro, responsabile Servizio nazionale per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo Cei
Don Di Mauro ha poi ampliato la riflessione, parlando dell’attuale contesto di timore vissuto dagli italiani: «La paura – denuncia – è funzionale ai calcoli politici di chi cerca di ottenere il potere parlando alla pancia della gente. L’unica risposta possibile a questo modo di procedere è far leva sulla conoscenza reciproca, dal basso, accorciare le distanze».
Per questo, il responsabile del Servizio nazionale per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo della Cei evidenzia la necessità di passare dalla pancia al cuore e alla conoscenza reciproca: «Occorre – spiega il presbitero – riannunciare Cristo e il suo Vangelo autentico, come ci dà l’esempio Papa Francesco, e riscoprire i valori umani autentici di cui il Vangelo è impregnato e impegnarsi a viverli concretamente. Oggi più che mai abbiamo bisogno di ponti, di luoghi di incontro, di spazi accoglienti – aggiunge il direttore Cei indicando come modello Maria, “una donna che ha aderito con coraggio alla volontà di Dio, sfidando pregiudizi e mentalità ataviche pur di realizzarla” -. Per questo, il mese di maggio potrebbe aiutarci a ‘far scendere Maria’ dagli altari e dalle cappelle per farcela sentire più vicina».
Da qui un invito: «Occorre – sottolinea don Leonardo Di Mauro -, ridare comprensione alle devozioni per mezzo di catechesi, più volte si ‘recitano’ preghiere di cui non si comprende neanche il senso e quindi sono poi abbandonate, ridare vigore e riempire di contenuto formule ormai desuete».