Aumento Iva: “Con 2,7 milioni di poveri va scongiurato sugli alimentari”
Secondo Coldiretti rischierebbero di essere interessati dall’aumento anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22%, che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie: "Una misura – ammonisce Ettore Prandini, presidente di Coldiretti - che andrebbe a indebolire l’impegno del Governo sul reddito di cittadinanza a difesa delle fasce più deboli"

«Con 2,7 milioni di persone che in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, è necessario scongiurare l’aumento Iva su beni di prima necessità come gli alimentari». Lo ha chiesto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, in riferimento al dibattito in corso sull’ipotesi di aumento dell’Iva, che dal 22% attuale potrebbe salire fino a toccare il 26,5% entro il 2022.
Secondo Coldiretti rischierebbero di essere interessati dall’aumento anche beni di prima necessità come carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10% e il vino e la birra al 22%, che rappresentano componenti importanti nei consumi delle famiglie: «Una misura – aggiunge Prandini – che andrebbe a indebolire l’impegno del Governo sul reddito di cittadinanza a difesa delle fasce più deboli».
Secondo la Coldiretti, questi 2,7 milioni di persone sono la punta dell’iceberg della povertà in Italia: «Persone che – sottolinea l’associazione di categoria – hanno beneficiato degli aiuti alimentari attraverso l’accesso alle mense dei poveri o, molto più frequentemente, di pacchi sulla base delle elaborazioni Coldiretti sui dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea)».
L’aumento dell’Iva, peraltro, rischia di aggravare pesantemente la situazione di stagnazione dei consumi alimentari in Italia, che hanno fatto registrare un debole aumento di appena lo 0,3%, dovuto esclusivamente alla crescita dei prezzi nel 2018 rispetto all’anno precedente, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea e Istat.