Un corso per includere attivamente i disabili nelle attività pastorali
"Sogno che la sofferenza - spiega Lucia Maiolino, responsabile dell'equipe disabilità dell'Ufficio catechistico diocesano - non venga vista come una problematica nella Chiesa, ma come una tematica per guardare a quello che serve, a chi serve e lavorare in quella direzione"

Inizierà venerdì 18 gennaio, alle 18.30 presso l’Istituto superiore di Scienze religiose Toniolo di Pescara, il corso di formazione dal tema “Le persone con disabilità: problema o risorsa nella comunità?”, rivolto ad operatori di pastorale della salute, ministri straordinari dell’eucaristia, catechisti, insegnanti di religione cattolica, insegnanti di sostegno ed educatori.
Un ciclo di cinque incontri, organizzati da Ufficio catechistico diocesano, Ufficio diocesano di Pastorale della salute e Centro volontari della sofferenza (Cvs), che domani sera verrà inaugurato dalla relazione di suor Veronica Donatello, responsabile del settore per la catechesi per persone disabili dell’Ufficio catechistico nazionale, sul tema “Il volto della persona disabile e l’inclusione nella pastorale”: «Questa iniziativa – spiega Lucia Maiolino, responsabile dell’equipe disabilità dell’Ufficio catechistico diocesano e animatrice del Cvs – è nata dall’idea di creare un progetto unitario, che includesse tutte le realtà diocesane operative nel settore, il quale vada nella direzione di aiutare le persone fragili, malate, disabili, anche di coloro che queste fragilità non le manifestano esteriormente. E questo perché ho un sogno, ovvero che la sofferenza non venga vista come una problematica nella Chiesa, ma come una tematica per guardare a quello che serve, a chi serve e lavorare in quella direzione».
Da qui la proposta avanzata all’arcivescovo Valentinetti, che ha promosso l’organizzazione di questo corso biennale, il quale potrà essere utile soprattutto a coloro che nella vita, per lavoro o per servizio, hanno a che fare con i diversamente abili: «Penso agli operatori pastorali – osserva la Maiolino -, ai ministri straordinari dell’eucaristia, ai catechisti, agli insegnanti di sostegno e agli insegnanti in genere. A tutti costoro capita di interagire con persone che hanno un disagio. Più volte, ad esempio, sono stati proprio i ministri straordinari a richiedere un supporto formativo, che li aiutasse a gestire quelle situazioni di accoglienza difficile o sterile da parte di alcune famiglie le quali magari, nonostante la presenza di Cristo, continuano a tenere il televisore accesso come se nulla fosse. Oppure le parrocchie, come accolgono le persone sofferenti? Ora avremo modo di condividere le nostre esperienze».
Del resto, nonostante i progressi fatti, spesso permane ancora l’imbarazzo e la difficoltà nello gestire l’approccio verso persone disabili: «Essere accolti – ricorda la responsabile dell’equipe disabilità dell’Ufficio catechistico diocesano – significa coinvolgere. Il mio e nostro sogno è che in una diocesi viva e attiva come la nostra di Pescara-Penne, avvenga un’inclusione altrettanto attiva delle persone disabili nelle attività pastorali. Anche di persone con una disabilità psichica o con un ritardo cognitivo, perché c’è sempre qualcosa, anche un semplice gesto, che si può far fare anche a loro. Il mio e il nostro sogno è lavorare insieme per accogliere ed includere le persone con disabilità e malattie».