Guardia di finanza: donati alla Caritas 350 capi d’abbigliamento sequestrati
"Donazioni come quella effettuata oggi - sottolinea don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana - offrono l’occasione di trasformare in un frutto di bene, per le persone che vivono situazioni di disagio economico e sociale, quello che era un prodotto di attività illecite e che sarebbe andato distrutto. A fronte dell’aumento della povertà non possiamo permetterci il lusso di sprecare le cose ed è fondamentale lavorare uniti per il bene delle persone"

Sono 350 i capi di abbigliamento sequestrati nel corso di varie operazioni di contrasto al commercio illegale di merce contraffatta, che i militari della Guardia di finanza del Comando provinciale di Pescara, diretti dal colonnello Vincenzo Grisorio, hanno donato oggi alla Caritas diocesana di Pescara-Penne.
La consegna delle Fiamme gialle è avvenuta alla presenza dell’arcivescovo Tommaso Valentinetti e del direttore della Caritas diocesana, don Marco Pagniello: «Il vestiario – si legge in una nota – è stato sottratto al mercato illegale nel corso di interventi eseguiti dai Finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Pescara e che, successivamente, l’Autorità giudiziaria ha confiscato, avendone accertato i segni di contraffazione delle griffes. Magistratura che ha poi ha raccolto e condiviso l’idea della utilità sociale dell’iniziativa, autorizzandone la devoluzione in beneficenza per l’utilizzo solidale a cura della Caritas».
Tra i capi di abbigliamento – da cui sono stati rimossi segni e marchi per la contraffazione – ci sono soprattutto giubbotti, pantaloni e maglie che verranno distribuiti a persone indigenti per consentire loro di proteggersi durante la stagione invernale: «Ringraziamo il Comando della Guardia di finanza – afferma don Pagniello – con cui abbiamo una collaborazione ormai consolidata. Donazioni come quella effettuata oggi offrono l’occasione di trasformare in un frutto di bene, per le persone che vivono situazioni di disagio economico e sociale, quello che era un prodotto di attività illecite e che sarebbe andato distrutto. A fronte dell’aumento della povertà, non possiamo permetterci il lusso di sprecare le cose ed è fondamentale lavorare uniti per il bene delle persone».