Onu: l’Italia entra nel Consiglio per i diritti umani per la terza volta
«Nei prossimi tre anni – continua - porteremo la nostra capacità di dialogo e mediazione al Consiglio dei diritti umani, dove continueremo a impegnarci con determinazione nelle battaglie che riteniamo prioritarie, condanna della xenofobia e contrasto a ogni forma di discriminazione, pena di morte, diritti di donne e bambini, lotta al traffico di esseri umani».

Con 180 voti a favore, l’Italia entra nel Consiglio per i diritti umani dell’Onu: è la terza volta nella storia del Paese. Il mandato diventerà operativo a partire dal primo gennaio 2019 e a fianco dell’Italia lavoreranno gli altri 17 Paesi eletti venerdì e i 29 Stati ancora in carica. Creato dall’Assemblea generale nel marzo del 2006, il Consiglio comprende 47 Stati membri eletti a scrutinio segreto dall’Assemblea generale ed è la principale entità delle Nazioni Unite responsabile della promozione e della protezione dei diritti umani in tutto il mondo. Considerato parte essenziale dell’architettura dei diritti umani dell’Onu, il Consiglio ha il potere di adottare risoluzioni, avviare missioni e commissioni di inchiesta e di indagine, nominando anche esperti indipendenti su questioni specifiche. Al momento ci sono 11 Paesi monitorati per la violazione dei diritti umani e 44 esperti che stanno seguendo questioni relative ai diritti delle persone disabili, degli scomparsi, ma anche sull’influenza che il debito estero ha sulla violazione dei diritti delle persone. Tutti i meccanismi, messi in atto dal Consiglio, non si fermano solo alla denuncia e alla messa in evidenza delle violazioni a livello globale, ma possono passare dal piano della discussione all’azione.
A commentare lo straordinario risultato ottenuto dal nostro Paese, è Mariangela Zappia, rappresentante permanente per l’Italia presso le Nazioni Unite: «Una conferma – afferma – del nostro tradizionale impegno nella protezione e promozione dei diritti umani nel mondo e il patrimonio di credibilità di cui il nostro Paese gode su queste specifiche tematiche e alle Nazioni Unite in generale».
«Il traguardo raggiunto – sottolinea l’ambasciatrice – è un riconoscimento al metodo del multilateralismo con cui l’Italia si propone di affrontare e risolvere, non solo questioni delicate tra Stati e tra istituzioni e cittadini, ma anche le sfide delle migrazioni e del cambiamento climatico».
«Nei prossimi tre anni – continua – porteremo la nostra capacità di dialogo e mediazione al Consiglio dei diritti umani, dove continueremo a impegnarci con determinazione nelle battaglie che riteniamo prioritarie, condanna della xenofobia e contrasto a ogni forma di discriminazione, pena di morte, diritti di donne e bambini, lotta al traffico di esseri umani».
Proprio sulla lotta alla xenofobia, aveva espresso non poche preoccupazioni, l’Alto Commissario per i diritti umani, Michelle Bachelet, per il diffondersi dell’intolleranza annunciando l’intenzione di voler inviare personale in Italia per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro migranti, persone di discendenza africana e rom. Ma su questo punto, sono arrivate presto le rassicurazioni dell’ambasciatrice Zappia:«Consapevole – conclude – della responsabilità dell’incarico assegnato e certa di meritare questa fiducia a livello internazionale».