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Beato Nunzio: “Ricorda che la gioventù è il momento per rigenerare il mondo”

Ogni giorno - racconta don Antonio Salvatore Paone - sono numerosissimi i fedeli che vengono apposta ad inginocchiarsi davanti all’urna che contiene i suoi resti, pregando a lungo e lasciando le loro intenzioni di preghiera sul grande libro che le raccoglie nella sala delle reliquie, così come tanti passando davanti alla nostra chiesa parrocchiale si sentono attratti ed entrano e fanno conoscenza col giovane Nunzio e poi ne diventano devoti. Molti sono anche quelli che vengono a portare fiori ed ex voto per ringraziare il beato per la sua intercessione"

Lo ha affermato don Antonio Salvatore Paone, postulatore della causa di canonizzazione del Beato Nunzio Sulprizio

Don Antonio Salvatore Paone, postulatore della causa di canonizzazione del Beato Nunzio Sulprizio

Don Antonio Salvatore Paone è il postulatore della causa di canonizzazione del Beato Nunzio Sulprizio. È anche parroco della chiesa di San Domenico Soriano a Napoli, città dove il Beato Nunzio arrivò per curarsi dalla carie ossia che ne provocò la morte nel 1836 a soli 19 anni. Proprio nella chiesa di San Domenico Soriano, che custodisce i suoi resti mortali, il Beato Nunzio Sulprizio riceve la devozione di migliaia di fedeli italiani e stranieri. Un luogo, quest’ultimo, strettamente legato al Santuario pescarese del Beato Nunzio Sulprizio a Pescosansonesco (che custodisce parte delle reliquie del Beato), località dove il giovane è nato ed ha vissuto subendo dapprima il dolore per la perdita dei genitori e poi le angherie del violento zio fabbro presso cui lavorava. Così a poco più di due mesi dalla cerimonia di canonizzazione di domenica 14 ottobre in piazza San Pietro a Roma, per i lettori de La Porzione.it, don Antonio Salvatore Paone ha approfondito ulteriormente il modello di santità rappresentato dal Beato Nunzio.

 

Don Antonio, com’è stato e quanto è stato lungo l’iter che ha portato alla pubblicazione del miracolo che ha poi dato il là alla canonizzazione?

«Sono stato nominato postulatore della Causa di canonizzazione del Beato Nunzio Sulprizio dal Cardinale Arcivescovo di Napoli nel maggio del 2012. Il processo sulla presunta guarigione miracolosa attribuita al Beato è durato in tutto circa due anni e mezzo, tra fase diocesana e fase romana. È stato un processo impegnativo, ma,  non ci sono stati mai problemi tutto è andato bene».

Il Beato Nunzio verrà canonizzato il 14 ottobre insieme, tra gli altri, a Papa Paolo VI che nel 1963 lo beatificò: è una semplice coincidenza o una volontà ben precisa?

«Trovandoci nell’anno del Sinodo dei giovani c’è stata ovviamente maggior attenzione alla figura di questo Beato diciannovenne che per felice coincidenza viene canonizzato con Paolo VI ed anche con Il sacerdote Vincenzo Romano originario di Torre del Greco in provincia di Napoli».

Il Beato Nunzio verrà canonizzato nei giorni del Sinodo dei giovani, essendo giovane e quindi  considerato santo e modello di riferimento per i giovani, così come anche dei lavoratori e dei malati. Qual è la lezione, l’esempio che Sulprizio ha lasciato e continua a lasciare a queste tre categorie?

Un recente pellegrinaggio della parrocchia di Montesilvano colle al Beato Nunzio a Napoli

«Direi che fra le tre categorie quella che più gli appartiene è certamente la categoria dei giovani, ma, si tratta di una figura di santo di così ampio respiro che per tuti c’è un messaggio. Ai giovani egli vuole dire che  la gioventù non è soltanto il tempo delle decisioni affrettate o dell’emotività irrefrenabile, ma, è innanzitutto il momento che Dio preferisce per farsi conoscere e per dichiarare all’anima tutto il suo amore. La vita, l’esempio di questo giovane Beato, morto a soli 19 anni, sono la risposta al salmo 118 che chiede “Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Ogni suo gesto ogni sua parola sono stati una continua risposta positiva alle avversità che la sua breve e rapida esperienza di vita gli ha presentato. Quando un giovane incontra Dio, la sua vita cambia, ma, anche il suo aspetto cambia; Egli diventa immagine di gioia, trasparenza del volto gioioso di Gesù di Nazaret; se da questo incontro nasce amicizia con Dio allora il giovane diventa generoso ed acquista coraggio; se poi questa amicizia diventa amore per Dio, allora il giovane diventa un maestro di vita, un eroe”. Così è stato per questo giovane! Come dice il suo stesso nome, Nunzio è un annunciatore speciale, perché si rivolge ai giovani, ai nostri giovani, a coloro che poco generosamente vengono definiti i nuovi poveri, a coloro che dalle statistiche vengono etichettati nei modi più svariati e che tante volte sono invece i più dimenticati della società. Nunzio vuole ricordare che la gioventù invece è ricchezza, la gioventù è la meravigliosa stagione della vita, fatta di incontri che trasformano il cuore ed accendono il desiderio della felicità! Ai giovani Egli reca un annuncio di speranza e di gioia. Questo ragazzo vissuto in un’epoca difficile, annuncia che la Santità non è estranea al mondo giovanile… La Santità non è lontana dai giovani! Lui che in soli 19 anni ha realizzato tutta la sua vita lasciandosi amare da Dio, vuole parlare al cuore di tutti voi giovani per annunciarvi la gioia che Egli ha vissuto con Gesù, e per spingervi verso quella gioia! per ricordarvi che la gioventù è il momento giusto nel quale lavorare alacremente per realizzare i grandi sogni e per coltivare i grandi ideali, per rigenerare il mondo nel quale vivete e del quale siete la più preziosa risorsa, e senza aver paura del sacrificio».

Il Beato Nunzio rientra nel modello di santità feriale indicato da Papa Francesco nella Gaudete et exsultate: come e cosa insegna ai cristiani d’oggi per diventare, nel loro piccolo, dei modelli di santità?

«Nunzio Sulprizio, insegna una santità che è ritorno alle sorgenti della fede. La sua santità, che deve essere per noi esempio da imitare si basa sull’ Eucaristia, sulla partecipazione al mistero della croce e sull’amore alla Madonna. Eucarestia, Amore alla croce, preghiera del Rosario trasformano il cuore e rendono forti e capaci di amare, di perdonare, ecco l’esempio di Nunzio».

A Pescara il Beato Nunzio è venerato e conosciuto in tutta la diocesi, ma specialmente nel paese di Pescosansonesco dov’è nato e dove ha sede il santuario diocesano ad egli dedicato. A Napoli, invece, il Beato Nunzio ha conquistato tutti fin da quando vi arrivò: qual è la devozione dei napoletani verso il Beato Nunzio e cosa rappresenta per loro? Quanti pellegrini arrivano in parrocchia per visitarlo?

«La devozione per Nunzio Sulprizio a Napoli s’irradia dalla parrocchia di San Domenico Soriano, (parrocchia situata nel cuore del centro storico) e si diffonde per tutta la città coinvolgendo le periferie ed i comuni di provincia. Da alcuni anni un appuntamento mensile, raccoglie centinaia e centinaia di fedeli che arrivano in parrocchia anche con dei pullman organizzati, intere comunità con i loro parroci, istituti religiosi femminili, tutti vengono a raccomandarsi al giovane casto e sofferente Nunzio! Ma aldilà di questo appuntamento, ogni giorno sono numerosissimi i fedeli che vengono apposta ad inginocchiarsi davanti all’urna che contiene i suoi resti, pregando a lungo e lasciando le loro intenzioni di preghiera sul grande libro che le raccoglie nella sala delle reliquie, così come tanti passando davanti alla nostra chiesa parrocchiale si sentono attratti ed entrano e fanno conoscenza col giovane Nunzio e poi ne diventano devoti. Molti sono anche quelli che vengono a portare fiori ed ex voto per ringraziare il beato per la sua intercessione».

Due miracoli del Beato Nunzio gli hanno aperto le porte dapprima della beatificazione e poi della canonizzazione, ma quanti piccoli-grandi miracoli compie ancora nel quotidiano dei fedeli?

«Continuamente al telefono o da vicino, sono tantissime le richieste di preghiera, di immaginette e di reliquie che ci vengono inoltrate anche dall’estero, e devo dire che continue sono anche le comunicazioni delle grazie ricevute. Fra le tante, mi piace ricordare quella di una bambina napoletana che ormai grandicella non parlava e non emetteva alcun suono, nonostante visite mediche specialistiche e terapie seguite con attenzione. La nonna della bambina venne davanti all’urna del Beato a chiedere aiuto per la nipotina, dopo pochi giorni l’anziana signora tornò piena di gioia  a ringraziare per il dono ottenuto e da allora viene ogni mattina a pregare; così come tante famiglie grazie alla sua intercessione hanno ritrovato l’unità e l’armonia perdute; molti giovani del territorio hanno abbandonato la vita sregolata e pericolosa che facevano ; molti ammalati di cancro dopo essersi affidati al giovane Beato vengono a riferire di inaspettati risultati anche dopo le terapie tante volte infruttuose».

Quale sarà la partecipazione della diocesi di Napoli, e dei napoletani in genere, il 14 ottobre in piazza San Pietro?

«Quanto alla partecipazione dei fedeli, è partita da alcuni giorni tra Napoli e provincia la macchina dei preparativi per la Canonizzazione e quindi del grande pellegrinaggio a Roma che credo vedrà protagonisti alcune migliaia di devoti».

Cosa cambierà e come cambierà la devozione verso il Beato Nunzio dopo la canonizzazione del 14 ottobre, soprattutto a Napoli e quindi a Pescosansonesco?

«Credo che l’evento della canonizzazione, per il quale c’è un entusiasmo crescente tra i fedeli che lo attendevano ormai da molto tempo, renderà San Nunzio ancor più un vero proprio paladino dei giovani e di tanti che cercano un sostegno per le avversità della vita! Cambierà di certo moltissimo nella visione dei fedeli che si glorieranno di un Santo».

Foto: Parrocchia di San Domenico Soriano del Beato Nunzio Sulprizio – Napoli

About Davide De Amicis (4544 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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