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Onu: pronto il patto globale per gestire la migrazione rispettando migranti e territori

"Il trattato - spiega António Guterres, segretario generale dell'Onu - riconosce che ogni individuo ha diritto alla sicurezza, alla dignità e alla protezione e che gli obiettivi e le azioni messi in atto, implementati o sottoposti a revisione, faciliteranno una migrazione sicura, ordinata e regolare, riducendo l’incidenza e l’impatto della migrazione irregolare"

Sarà il primo accordo intergovernativo per la gestione del fenomeno migratorio, sotto l’egida dell’Onu, che verrà approvato il 10 e l’11 dicembre in Marocco

Profughi di origine subsahariana a bordo di un barcone nel Mediterraneo

Dopo oltre un anno di dibatti e consultazioni tra gli Stati membri dell’Onu con politici e funzionari locali, esponenti della società civile e gli stessi migranti, il testo del Global Compact for Migration è stato completato venerdì. Il patto globale per la migrazione sarà il primo accordo intergovernativo, preparato sotto l’egida delle Nazioni Unite e frutto di negoziati tra gli Stati, per gestire in modo globale e completo le dimensioni della migrazione internazionale con una particolare attenzione ai diritti dei migranti e ad uno sviluppo territoriale sostenibile.

António Guterres, segretario generale dell’Onu

Il segretario generale dell’Onu António Guterres ha definito l’accordo “significativo” perché riflette un’idea condivisa dai governi e cioè che: «La migrazione transfrontaliera – spiega – è un fenomeno internazionale, che richiede la cooperazione internazionale per gestirla al meglio ed evidenziarne il suo impatto positivo per tutti gli attori coinvolti. Inoltre, il trattato riconosce che ogni individuo ha diritto alla sicurezza, alla dignità e alla protezione e che gli obiettivi e le azioni messi in atto, implementati o sottoposti a revisione, faciliteranno una migrazione sicura, ordinata e regolare, riducendo l’incidenza e l’impatto della migrazione irregolare».

Miroslav Lajcak, presidente dell’Assemblea generale dell’Onu

Il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu Miroslav Lajčák ha parlato di un momento storico, sottolineando l’enorme potenziale del Global Compact: «Perché – dichiara – è una piattaforma nuova per la cooperazione che non incoraggerà né frenerà le migrazioni, che non detterà norme agli Stati anzi ne rispetterà la piena sovranità e non sarà neppure giuridicamente vincolante, ma sarà una risorsa che ci aiuterà a trovare un equilibrio e a sfruttare i vantaggi delle migrazioni, mitigandone i rischi».

William Lacy Swing, direttore generale Agenzia per le migrazioni delle Nazioni Unite

Gli aspetti caotici e i pericoli di sfruttamento insiti nelle migrazioni internazionali saranno adeguatamente monitorati dal nuovo accordo, secondo il rappresentante speciale per le migrazioni internazionali Louise Arbor, che crede alla sicurezza, all’ordine, ai benefici economici e sociali apportati dall’applicazione di un documento frutto di una collaborazione multilaterale: «Questo accordo non segna la fine dell’impegno – precisa William Lacy Swing, direttore generale dell’Agenzia per le migrazioni delle Nazioni Unite (Iom), che ha plaudito al metodo adottato dagli Stati membri -, ma l’inizio di uno sforzo storico per plasmare l’agenda globale sulla migrazione -. Durante tutto il processo, tutti hanno chiaramente riconosciuto che la migrazione riguarda anzitutto le persone. E questo approccio incentrato sui migranti e adottato dai co-facilitatori messicani, svizzeri e del rappresentante speciale presso il segretario generale sulla migrazione internazionale, non ha precedenti nella storia».

Il Global Compact sarà formalmente adottato dagli Stati membri in occasione di una conferenza intergovernativa che si terrà a Marrakech, in Marocco, il 10 e l’11 dicembre 2018. A presiedere l’appuntamento sarà Amina Mohammed, segretario generale delle Nazioni Unite per le migrazioni internazionali.

L’apprezzamento per l’ultimazione del patto globale per la migrazione è giunto anche dal Vaticano: «La Santa Sede – afferma monsignor Bernardito Auza, osservatore permanente presso l’Onu, intervenendo alla sessione conclusiva dei negoziati intergovernativi sull’accordo –  nutre la speranza che il Global Compact for Migration non si limiti solo ad una buona gestione della migrazione, ma possa veramente essere un significativo passo avanti al servizio della persona, non solo di ogni migrante, ma di tutta l’umanità».

Mons. Bernardito Auza, osservatore permanente presso l’Onu

Il nunzio ha definito il processo globale di definizione del documento un percorso educativo sulle migrazioni internazionali, dove al centro è stata sempre una narrazione positiva del fenomeno e: «Anche il vivace scambio di idee sulla questione – aggiunge il presule -, i dibattiti onesti su alcuni termini e principi chiave, le innumerevoli conversazioni e dialoghi tra delegazioni e co-facilitatori e tra le stesse delegazioni l’elenco delle best practice inserite nel Global Compact, hanno migliorato la nostra comprensione a riguardo».

Monsignor Auza ha poi voluto evidenziare che questa visione globale sulle migrazionifungerà da punto di riferimento internazionale nella gestione globale della migrazione: «Non solo per i governi – sottolinea -, ma anche per la cooperazione internazionale e per le organizzazioni non governative, tra cui quelle basate sull’esperienza di fede, che hanno le mani in pasta e sono presenti sul territorio per aiutare i migranti».

Così, a suo dire, il Global Compact non giustificherà più l’alibi dell’ignoranza perché: «Stati, società civile o chiunque di noi – ribadisce – non potrà non essere consapevole delle sfide che le persone migranti devono affrontare e delle nostre responsabilità nei loro confronti, in particolare verso le persone più bisognose della nostra solidarietà».

Infine, il nunzio ha ringraziato anche per aver tenuto conto nella stesura del documento dei quattro verbi utilizzati da Papa Francesco in riferimento alle migrazioni accogliere, proteggere, promuovere e integrare: «Principi – conclude – che garantiscono il rispetto della dignità umana di tutti i migranti e sono la bussola dell’agire della Chiesa, di fronte a questo storico e globale movimento di interi popoli».

About Davide De Amicis (4619 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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