Governo: “La tensione non si supera intensificandola, ma individuando percorsi nella Costituzione”
"La Chiesa, in questo momento - osserva monisignor Nunzio Galantino - secondo me, per la caratteristica che ha di essere diffusa sul territorio, di essere a contatto con le cose belle e con le grandi attese della gente, è quella che non dà giudizi e valutazioni ma mette a disposizione di chi è chiamato a governare quest’attenzione e questa sensibilità"

«Ognuno cerca di motivare le proprie ragioni, ma alla fine si rischia che a pagare il prezzo più alto sia quel popolo in nome del quale tanti parlano». Lo ha detto all’agenzia di stampa Sir monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, all’indomani dell’apertura della crisi politica e istituzionale con la rinuncia presentata da Giuseppe Conte al Capo dello Stato: «I momenti di tensione – ricorda monsignor Galantino – non si superano intensificando la stessa, ma individuando percorsi che non possono essere al di fuori della Carta costituzionale».
Confermando la vicinanza al presidente Mattarella e accompagnandolo con la preghiera, il segretario generale della Cei aggiunge: «Tutti pagano da queste situazioni, i poveri ancora di più perché hanno meno tutele. Ma a perderci siamo tutti, come immagine dell’Italia, perché all’esterno mostriamo un’incapacità a guardare nella stessa direzione. Penso ci sia bisogno di un sussulto di dignità da parte di tutti, di attenzione e si voglia di incontro in nome del bene comune».
Ieri pomeriggio, tra l’altro, monsignor Nunzio Galantino è intervenuto all’interno della trasmissione di Raitre Mezz’ora in più: «È bello che la Chiesa – afferma intervistato dalla giornalista Lucia Annunziata – non abbia mai fatto muro contro muro con nessuno, perché non siamo chiamati a metterci in competizioni politiche».
Il vescovo ha indicato quale deve essere l’impegno della Chiesa nell’attuale situazione politica caratterizzata, a suo dire, da difficoltà di orientamento e confusione: «La Chiesa non aiuta schierandosi, creando muri, mettendosi a braccetto con qualcuno – sottolinea monsignor Galantino -. La Chiesa, in questo momento, secondo me, per la caratteristica che ha di essere diffusa sul territorio, di essere a contatto con le cose belle e con le grandi attese della gente, è quella che non dà giudizi e valutazioni ma mette a disposizione di chi è chiamato a governare quest’attenzione e questa sensibilità».
Monsignor Galantino ha ammesso «la fatica a distinguere il dialetto pre-elettorale dalla grammatica, semplice ma impegnativa, della Carta costituzionale italiana. Ho visto troppe volte – sostiene – confondere l’una con l’altra, attribuirsi prerogative che la Carta costituzionale non prevede, non descrive. La fatica che ho fatto io, Nunzio Galantino, in questo momento è stata quella di essere attento a capire fin dove si possono dire certe frasi e dare certi diktat e fino a che punto, invece, bisogna dare il buon esempio se si vuole governare l’Italia».
A impensierire il segretario generale della Cei non è un solo elemento: «Quello che a me preoccupa – conclude – è il clima. Quando si perde la voglia e il desiderio di confrontarsi ragionevolmente e realisticamente su quello che oggi è necessario in questo tipo di Europa, che bisogna far diventare un’altra Europa, purtroppo noi rischiamo di mettere l’Italia in una situazione difficile da riprendere».