In Italia un bambino su 10 in povertà assoluta, la metà non legge libri
"I quindicenni che vivono in famiglie disagiate - si legge tra i vari dati - hanno quasi 5 volte in più la probabilità di non superare il livello minimo di competenze sia in matematica che in lettura, rispetto ai loro coetanei che vivono in famiglie più benestanti"
Un Paese vietato ai minori, dove quasi un milione e trecentomila bambini e ragazzi, il 12,5% del totale, più di 1 su 10, vivono in povertà assoluta. Oltre la metà non legge un libro, quasi uno su 3 non usa internet e più del 40% non fa sport.
Ma, soprattutto, un Paese dove i minori non riescono a emanciparsi dalle condizioni di disagio delle loro famiglie e non hanno opportunità educative e spazi per svolgere attività sportive, artistiche e culturali. È quanto emerge dal nuovo rapporto di Save the Children “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia”, diffuso oggi in occasione del lancio della campagna “Illuminiamo il Futuro” per il contrasto alla povertà educativa: «I quindicenni che vivono in famiglie disagiate – si legge tra i vari dati – hanno quasi 5 volte in più la probabilità di non superare il livello minimo di competenze sia in matematica che in lettura, rispetto ai loro coetanei che vivono in famiglie più benestanti».
Tuttavia, tra questi minori spicca una quota di “resilienti”, ragazzi e ragazze che raggiungono ottimi livelli di apprendimento anche provenendo da famiglie in gravi condizioni di disagio. L’ong avvia la petizione on line (www.illuminiamoilfuturo.it) per chiedere il recupero di tanti spazi pubblici in stato di abbandono e degrado su tutto il territorio nazionale, da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini e gli adolescenti.
Alla petizione, accompagnata sui social dall’hashtag #italiavietatAiminori, si legano i 10 luoghi simbolici vietati ai minori in Italia: da un’ex scuola elementare nella periferia di Milano a un teatro abbandonato a Torino, dai parchi in condizioni di degrado nelle periferie di Roma e Napoli, sino a L’Aquila e al Parlamento: «Il luogo per eccellenza – accusa Save the children – dove troppo spesso la voce dei minori è inascoltata». Dal 14 maggio al via una settimana di mobilitazione con centinaia di eventi in tutto il Paese, in cui sono coinvolte realtà locali, associazioni, scuole, enti e istituzioni culturali.