Sanremo: “L’amore che dura torna nel linguaggio dei giovani”
"Chi predica l’amore eterno - riflette monsignor Staglianò, citando il sociologo Bauman -, sembra essere un marziano nella società di oggi dove tutto non dura, perché caduco, impermanente, liquido e gassoso . Dopo lo spettacolo, e dentro lo spettacolo, sarà necessario riflettere, dibattere, comunicare sul futuro della nostra umanità"

Dopo la prima serata del 68° Festival della canzone italiana di Sanremo diretto da Claudio Baglioni, che ha fatto registrare un ottimo successo in termini di share e ascolti, soddisfano anche le canzoni in gara. Ne ha commentate alcune il vescovo di Noto monsignor Antonio Staglianò, conosciuto per le sue citazioni di brani musicali pronunciando i suoi discorsi e le sue omelie: «L’amore che dura ritorna – commenta il presule -, attraverso Sanremo, nel linguaggio dei giovani e nella cultura popolare trasmessa dalle canzonette».
Il vescovo, in particolare, si riferisce alla “canzonetta” del cantante siciliano Giovanni Caccamo, in gara con “Eterno”: «Che parla – spiega monsignor Staglianò, citando i versi della canzone – di un momento, quindi di qualcosa che non può durare, riempito invece di “per sempre”. Quel momento è l’amore della coppia “insieme io e te, per sempre”. E canta l’amore di un momento “che non potrò mai lasciare”, perché è un “tesoro” troppo prezioso “l’amore che può salvare”».
Parole che, secondo il vescovo, porterebbero a ricordare a Caccamo che: «Secondo sant’Agostino – ricorda -, l’amore non è guardarsi negli occhi, ma guardare con gli occhi nella stessa direzione. E tuttavia, ecco che Caccamo canta “siamo distanti dagli altri come stelle”. Sì, chi predica l’amore eterno, cioè l’amore riempito dal “per sempre”, sembra essere un marziano nella società di oggi dove tutto non dura, perché caduco, impermanente, liquido e gassoso – aggiunge , citando il sociologo Bauman -. E invece questa è la “bellezza che si libera nell’aria”, la bellezza che ti salva la vita “Siamo senza addio”. Da qui, scatta un amore-impegno per la vita e per la morte, siamo “onde sulla sabbia nella stessa direzione, senza lasciarsi mai”».
Un tema che monsignor Staglianò ritrova anche nella canzone di Noemi: «“Non smettere mai di cercarmi dentro ogni cosa che vivi” – cita dal brano -, perché l’equazione dell’amore porta a influenzarsi reciprocamente anche nella distanza abissale, quando l’amore della coppia è finito e “tu vai già via, via”. Tutto ciò riguarda lo spirito del tempo che le canzonette descrivono e registrano».
Canzonette che, dunque, non sono solo tali: «Dopo lo spettacolo, e dentro lo spettacolo – conclude monsignor Antonio Staglianò – sarà necessario riflettere, dibattere, comunicare sul futuro della nostra umanità».