Il Natale degli ultimi: “La povertà divide, restate uniti per superarla”
"Di ripresa parlano i politici - denuncia Renato Paesano, direttore della mensa di San Francesco -, ma noi all’atto pratico non vediamo nulla se non gente che piange, chiede lavoro e non ce la fa ad arrivare a fine mese"
Anche quest’anno la macchina della solidarietà non conoscerà sosta per le feste e per il pranzo di Natale di domani, operatori e volontari di associazioni e mense pescaresi sono all’opera affinché questo, anche per i poveri e gli emarginati, non sia un pasto come gli altri.
A partire dalla mensa di San Francesco, al trentesimo anno di attività, dove il menu prevede un antipasto e poi due primi, con ravioli e fettuccine, carne con contorno, frutta, dolce e brindisi finale con spumante: «Ci aspettiamo 70-80 persone – spiega Renato Paesano, direttore della mensa -, per lo più italiani. Disoccupati, anziani con pensioni minime e famiglie».
Insomma l’agognata ripresa economica, celebrata dalle istituzioni, è ben lontana dal far sentire i propri effetti reali fra i nuovi poveri e fra ciò che resta del ceto medio: «Di ripresa parlano i politici – denuncia Paesano -, ma noi all’atto pratico non vediamo nulla se non gente che piange, chiede lavoro e non ce la fa ad arrivare a fine mese».
Così, alle prese con una povertà strutturale, la Caritas diocesana di Pescara-Penne cerca di uscire da un approccio puramente assistenziale, invitando all’accoglienza: «Per il secondo anno – sottolinea il direttore don Marco Pagniello – abbiamo riproposto l’iniziativa “Aggiungi un posto a tavola”, affinché ogni famiglia condivida il pranzo di Natale aprendo le porte di casa a un povero. Vorremmo essere in pochi a mensa, per le tante adesioni al nostro appello».
Ma ovviamente anche nella Cittadella dell’accoglienza Giovanni Paolo II, in via Alento, 20 persone tra operatori, cuochi e volontari sono operativi per preparare il pranzo e l’animazione: «Serviremo – racconta Marilena Di Felice, responsabile di turno della mensa – antipasto con bresaola, scaglie di parmigiano e rucola, brodo di verdura con i tortellini, timballo al ragù, rollè di vitello con piselli e carote, frutta, panettone, pandoro e bibite. E ci sarà l’animazione di volontari che, vestititi da Babbo Natale, distribuiranno caramelle e dolciumi».
Non mancherà la riflessione di don Marco: «L’augurio che facciamo a tutti – auspica il presbitero – è di trovare l’unità in quanto, spesso, la povertà porta anche divisione. Quando c’è la fatica di arrivare ogni giorno, di non avere un pasto, di non avere un lavoro, di non avere una speranza nel cuore, il rischio è che poi tutto questo porti divisione all’interno delle famiglie nel tessuto sociale della città».
E allora, è necessario trovare l’unità: «Dio è uno e trino – aggiunge il direttore della Caritas diocesana – e il mistero dell’amore e dell’incarnazione, ci dice che Dio è una cosa sola e, guardando all’unità tra Gesù e il Padre, noi vogliamo lasciarci ispirare perché di fronte alla crisi e a situazioni difficili, solo insieme è possibile affrontarle. Solo insieme si possono dare risposte, superare le difficoltà e sfide ancora più grandi».
Come da tradizione, anche la Comunità di Sant’Egidio rinnoverà l’appuntamento ai suoi amici meno fortunati – presso la parrocchia di Santa Caterina da Siena – per il pranzo di Natale, una tavola della fraternità: «Nel giorno in cui nasce Gesù – osserva Roberta Casalini, responsabile pescarese -, vogliamo accogliere quanti in questo giorno non vivrebbero nella serenità, ma nella solitudine. Vogliamo che godano di questa giornata in fraternità, che è lo stile con cui noi vorremmo che il mondo vivesse». Un centinaio gli ospiti attesi che gusteranno timballo, polpettone, contorno, frutta, dolci natalizi e spumante.