“Nel sociale o nella Chiesa non conta mettersi al primo posto, ma il servizio”
"La vostra associazione - afferma l'arcivescovo Valentinetti rivolgendosi ai soci Lilt -, in questi ultimi tempi, si sta distinguendo in queste caratteristiche specialmente nella vita sociale. In particolare, nell’attenzione ai più poveri, alle malattie dei più poveri, alle malattie gravi dei più poveri, la realtà di andare incontro a realizzare una dimensione di accoglienza che, forse, è più nell’incertezza, nella difficoltà e nel dubbio. Questo vi fa onore, ma non aspettatevi una medaglia, né ricompense umane, ma aspettatevi - giacché siete venuti a celebrare nella fede l’eucaristia nell’approssimarsi del Natale - la benedizione del Signore"

Gli uomini e le donne, qualunque sia il servizio o il lavoro che svolgono nel quotidiano della loro vita, dovrebbero guardare all’esempio di San Giovanni Battista: per la storia più conosciuto di Gesù eppure, ciononostante, egli ha saputo limitare la sua presenza per far emergere quella del figlio di Dio.
È questo il paragone che ha fatto ieri sera l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, presiedendo la Santa messa nella Giornata del malato oncologico promossa dalla Lilt – Lega italiana per la lotta ai tumori – nella Cattedrale di San Cetteo: «Giovanni – spiega il presule – fa un’operazione di diminuzione di se stesso perché a colui che, forse, poteva essere stato addirittura suo discepolo “Non sono degno – diceva – di slegare il legaccio del sandalo”. Da queste sue parole, deriva come anche Giovanni abbia compreso che la sua era una missione di umiltà e servizio».
Lo stesso ruolo che aveva compreso anche Maria, al centro del Vangelo di domenica prossima: «Il loro rapporto con Cristo, che entra nel mondo con il Messia – sottolinea monsignor Valentinetti – è un rapporto di servizio, un rapporto di nascondimento, un rapporto di… “È bene che lui cresca e che io diminuisca”. Questa Chiesa deve assumere lo stesso atteggiamento di servizio e di silenzio, di umiltà e di nascondimento, di voce e di testimonianza da questi due suoi membri eletti, quasi a voler dire “Non è importante la mia persona, ma è importante colui che viene dopo di me, il Cristo, il Signore”».
E se questo è vero per la Chiesa, lo è anche per noi: «Chiunque – approfondisce l’arcivescovo di Pescara-Penne – voglia umanamente vivere una logica di fede in qualsiasi settore della vita sociale o ecclesiale, deve vivere non mettendosi al primo posto, spocchiosamente, ma mettendosi indietro all’ultimo posto perché è il servizio quello che conta».
Da qui un pensiero, nell’ambito ecclesiale, a coloro che svolgono servizio come ministri straordinari dell’eucaristia, in molti presenti all’interno della Cattedrale: «A loro – aggiunge il presule – questo mi piacerebbe ricordarlo, perché vivano questa dimensione di fede sul serio, facendo sì che non sia la loro persona che arriva al malato, ma l’eucaristia che portano – Gesù, il Signore – nella storia della loro vita».
Quindi una riflessione dedicata ai volontari che svolgono servizio nella sezione pescarese della Lilt: «Voi fratelli – afferma monsignor Tommaso Valentinetti – che vivete questo impegno così deciso e radicale di una campagna continua nella lotta contro i tumori, che il vostro sia un autentico servizio d’amore per amore, dove le ricompense umane hanno poco significato, essendo mossi da una coscienza di bene che sia realmente il bene degli altri. Del resto la vostra associazione, in questi ultimi tempi, si sta distinguendo in queste caratteristiche specialmente nella vita sociale. In particolare, nell’attenzione ai più poveri, alle malattie dei più poveri, alle malattie gravi dei più poveri, la realtà di andare incontro a realizzare una dimensione di accoglienza che, forse, è più nell’incertezza, nella difficoltà e nel dubbio. Questo vi fa onore, ma non aspettatevi una medaglia, né ricompense umane, aspettatevi piuttosto – giacché siete venuti a celebrare nella fede l’eucaristia nell’approssimarsi del Natale – la benedizione del Signore».
Un atteggiamento che, a detta dell’arcivescovo, a maggior ragione dovrebbe contraddistinguere quanti amministrano la Cosa pubblica: «Quanto sarebbe necessario – auspica l’arcivescovo di Pescara-Penne – un cammino di conversione su questa strada! Non serviamo la Cosa pubblica per noi stessi, non serviamo la polis per noi stessi, ma serviamola per gli altri, per amore e solo per amore, non aspettandoci nessun tornaconto personale, né tantomeno un’ipotetica rielezione, ma aspettandoci unicamente il bene della comunità». È un cammino difficile questo: «Ma che ci sgorga – continua il presule – dalla Parola del Vangelo e ci fa sussultare di gioia, facendoci dire che realmente siamo stati chiamati per questo servizio».
Al termine della celebrazione, il presidente della sezione Lilt di Pescara – nonché coordinatore regionale abruzzese – Marco Lombardo ha ricordato l’impegno dei volontari: «Presenti – ricorda – in ospedale e a casa degli ammalati più bisognosi».
Poi i progetti di prevenzione nelle scuole, con tanto di visite mediche gratuite nelle secondarie, e il racconto dell’udienza che ha visto i presidenti di sezione essere ricevuti da Papa Francesco: «Abbiamo condiviso con lui – conclude Lombardo – un documento sulle necessità del malato oncologico e quindi, la nostra azione sarà rivolta prevalentemente a quelle persone che hanno avuto contatto con la malattia oncologica e hanno necessità di supporto psicologico, sociale, assistenziale e anche nell’ambito delle loro attività lavorative». Infine, la Lilt Pescara ha ampliato la propria campagna di prevenzione anche alle malattie della testa e del collo, del cavo orale e urologiche.