Valentinetti: “Troppe le realtà sospese”
Sarà il cineforum proposto da Arci Pescara e Banca Etica per domenica 26 novembre l’appuntamento di chiusura degli eventi organizzati dall’Arcidiocesi di Pescara-Penne per la Giornata dei Poveri. Alle 20.30, presso lo spazio Matta di via Gran Sasso, 53 in Pescara, la chiesa locale offrirà un ulteriore spunto di riflessione sulla pellicola di Andrea Segre, “L’ordine delle cose” e favorirà confronto e dibattito sul tema dell’accoglienza in Italia.
«La Giornata Mondiale dei Poveri è stata e deve continuare ad essere – spiega monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne – lo spunto per mettere al centro delle agende personali e delle Istituzioni il tema della lotta alla povertà e delle misure concrete per farci prossimi alle persone che si trovano ai margini».
Una possibilità che il film del regista documentarista italiano saprà offrire in un viaggio attraverso le condizioni esistenziali di chi lascia la propria terra e di chi si trova a confrontarsi con il fenomeno delle migrazioni. «Gli eventi che abbiamo proposto – continua l’arcivescovo – hanno, sicuramente, offerto momenti di sensibilizzazione e hanno invitato all’impegno concreto realizzato, per esempio, nell’accoglienza in famiglia, nelle parrocchie e nei centri della Caritas. Le iniziative occasionali creano sicuramente reti e possibilità di relazione e quindi di aiuto, ma servono, innanzitutto, a risvegliare le coscienze individuali, comunitarie e politiche su tante situazioni che riguardano gli ultimi assopite negli infiniti tempi della burocrazia e, forse, della paura. Anche nella nostra terra sono troppe le “realtà sospese” che devono interrogarci e metterci immediatamente in moto, quantomeno per prendere delle decisioni. Si chiede una risposta per la casa di risposo di Via Arapietra, per esempio, ferma da tanti anni per la questione riguardante l’utilizzo degli immobili comunali da parte delle associazioni e, pensando al film proposto, si chiede una soluzione al cosiddetto Mercatino etnico. Troppi gli immigrati che attendono almeno una risposta dopo la chiusura, oltre un anno fa, dello spazio vicino la stazione ferroviaria. Si attendono scelte progettuali che favoriscano, altresì, l’incontro e l’attivazione di spazi di relazione come il lavoro di mediazione culturale nelle scuole e il centro interculturale, luoghi che diano la possibilità di superare barriere e pregiudizi, conoscendosi e stando insieme».