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Immigrazione: “In Europa c’è un declino inesorabile dei diritti umani”

"Ciò che un tempo costituiva l’azione sporadica e solitaria di singoli governi, volta a tenere lontano dai confini nazionali i migranti - denuncia Soddu -, oggi viene messa a sistema dall’Unione europea. Per arginare queste derive xenofobe, i tradizionali partiti e movimenti progressisti hanno iniziato ad adottare lo stesso linguaggio, talvolta le stesse misure restrittive, utilizzate dai loro avversari politici"

Lo ha affermato ieri don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, commentando il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017

Nel 2016 sono sbarcati sulle coste italiane 181.436 migranti (+18% rispetto al 2015), di cui 162 mila partiti dalla Libia. Di questi 181.436 sono stati salvati in mare 178.415, di cui 60.684 salvati da Ong o navi mercantili. 36.424 fino ad aprile 2017, di cui 18.344 salvati da Ong o navi mercantili. La rotta del Mediterraneo centrale è la più rischiosa: dei 5.000 morti nel Mediterraneo, 4.500 sono avvenuti nel 2016 lungo questa rotta. Al 30 ottobre 2017, il numero di sbarchi segna quota 111.302, ovvero il 30% in meno rispetto allo stesso periodo del 2016, a causa degli accordi con la Libia. In Italia gli sbarchi coinvolgono per la maggior parte nigeriani (14 mila persone fino a giugno scorso), bengalesi (8.241) e guineani (7.759). È quanto emerge dal Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017 realizzato da Anci, Caritas italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Servizio centrale dello Sprar in collaborazione con l’Unhcr, presentato ieri a Roma.

Altra caratteristica tutta italiana è l’aumento delle domande di protezione internazionale, a fronte del calo a livello europeo: nel 2016 sono state presentate complessivamente 123.600 domande (+47% rispetto al 2015), e i dati sulle richieste di asilo registrano un ulteriore incremento nei primi sei mesi del 2017, pari al 44% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso di accoglimento delle domande invece si ferma al 43% (status di rifugiato 9%; protezione sussidiaria 9,8%; permesso per motivi umanitari 24,5%).

don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana

Sul fronte delle domande di protezione internazionale, nel 2016 l’incidenza delle decisioni positive sono risultate più elevate all’interno dell’universo femminile (58,5%). I dinieghi nel 2016 sono stati il 56,2%. A fronte di 41 mila migranti rintracciati in posizione irregolare, nel 2016 i rimpatri complessi sono stati oltre 5.800: «L’urgenza di una risposta alle migrazioni dall’Africa attraverso l’esternalizzazione delle frontiere in Nord Africa – ammonisce don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana – non può indurre a soluzioni che, al di là della loro impraticabilità, si muovono su un terreno pericoloso sul fronte del rispetto dei diritti umani. Purtroppo ciò che un tempo costituiva l’azione sporadica e solitaria di singoli governi, volta a tenere lontano dai confini nazionali i migranti, oggi viene messa a sistema dall’Unione europea. Ormai si registra un declino inesorabile che sta indebolendo progressivamente anche la cultura dei diritti umani. Per arginare queste derive xenofobe, i tradizionali partiti e movimenti progressisti hanno iniziato ad adottare lo stesso linguaggio, talvolta le stesse misure restrittive, utilizzate dai loro avversari politici. Per combattere l’ascesa di partiti e movimenti con approcci e idee – spesso anche velate e sottese – razziste, xenofobe o discriminatorie, dunque, stanno mettendo in atto misure lontane dalla loro storia e dalla loro identità».

Don Soddu ha così denunciato un’omologazione verso il basso: «Che porta l’azione politica – continua – a trattare con sgradevole sufficienza tutto ciò che ruota intorno ai diritti umani, spesso considerati diritti di serie b che vengono dopo gli interessi nazionali, per non dire elettorali». Anche le varie iniziative che hanno caratterizzato l’agenda europea sull’immigrazione nel 2017 sono, a suo avviso, il prodotto di questo clima quasi da caccia alle streghe: «Mentre in Italia – sottolinea il direttore di Caritas italiana -, il sentimento sempre più diffuso di ostilità ci preoccupa fortemente e deve farci interrogare anche sulla nostra effettiva capacità di costruire comunità e di alimentare e promuovere una cultura della solidarietà. O si agisce sul piano culturale, cercando di recuperare quei valori etici che sono il fondamento della cultura europea e cristiana, o difficilmente riusciremo ad emanciparci dall’immobilismo».

About Davide De Amicis (4557 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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