MENU
Ultime notizie

Italiani all’estero: aumentati i giovani con il sostegno della famiglia

"Oggi accanto ai migranti economici - osserva monsignor Galantino - che partono a causa di situazioni sociali non accettabili, si sta facendo strada un’altra forma di mobilità, la mobilità del desiderio. Una mobilità legata al desiderio di fare esperienze nuove, incontrare altra gente e progettare in maniera non tradizionale. Esistono anche queste forme, che ci aiutano ad allargare gli orizzonti rispetto alla mobilità che conosciamo e che vanno accolte, accompagnate e sostenute"

Emerge dalla XII edizione del “Rapporto Italiani nel mondo”, presentato ieri dalla Fondazione Migrantes

Dal 2006 al 2017 la mobilità italiana è aumentata del 60,1% passando da poco più di 3 milioni a quasi 5 milioni. Al 1° gennaio di quest’anno, infatti, gli italiani residenti fuori dei confini nazionali e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) sono 4.973.942, l’8,2% degli oltre 60,5 milioni di residenti in Italia alla stessa data. Sono alcuni dei dati presentati ieri dalla Fondazione Migrantes e contenuti nella XII edizione del “Rapporto Italiani nel mondo”, che raccoglie le analisi statistiche delle fonti ufficiali più accreditate, nazionali ed internazionali, sulla mobilità dall’Italia.

A livello continentale, oltre la metà dei cittadini italiani emigrati (2.684.325) risiede in Europa (54,0%), più specificatamente nell’Ue a 15 stati (1.984.461, il 39,9%) mentre 2.010.984 vivono in America (40,4%), soprattutto in quella centro-meridionale (32,5%). A seguire l’Oceania (147.930 residenti, il 3,0%), l’Africa (65.696, l’1,3%) e l’Asia (65.003, l’1,3%). Soffermandosi sulle realtà nazionali, i primi tre Paesi con le comunità più numerose sono l’Argentina (804.260), la Germania (723.846) e la Svizzera (606.578), mentre è il Regno Unito a distinguersi, in valore assoluto, per avere la variazione più consistente (+27.602 iscrizioni nell’ultimo anno).

Il rapporto evidenzia, elaborando i dati, che lo scorso anno le iscrizioni all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero sono state 124.076 con un aumento di oltre 16 mila unità rispetto all’anno precedente (+15,4%), di cui il 55,5% (68.909) maschi. Il 62,4% è celibe/nubile e il 31,4% coniugato/a. Oltre il 39% di chi ha lasciato l’Italia nell’ultimo anno ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (oltre 9 mila in più rispetto all’anno precedente, +23,3%); un quarto tra i 35 e i 49 anni (quasi +3.500 in un anno, +12,5%): «Le partenze – spiega la Fondazione Migrantes – non sono individuali, ma di “famiglia” intendendo sia il nucleo familiare più ristretto, ovvero quello che comprende i minori (oltre il 20%, di cui il 12,9% ha meno di 10 anni) sia la famiglia “allargata”, quella cioè in cui i genitori – ormai oltre la soglia dei 65 anni – diventano accompagnatori e sostenitori del progetto migratorio dei figli (il 5,2% del totale). A questi si aggiunga il 9,7% di chi ha tra i 50 e i 64 anni, i tanti disoccupati senza speranza, tristemente noti alle cronache del nostro Paese poiché rimasti senza lavoro in Italia e con enormi difficoltà nel riuscire a trovare alternative occupazionali concrete per continuare a mantenere la propria famiglia e il proprio regime di vita». Le donne sono meno numerose in tutte le classi di età, ad esclusione di quella degli over 85 anni (358 donne rispetto a 222 uomini). Si tratta soprattutto di vedove che rispondono alla speranza di vita più lunga delle donne in generale rispetto agli uomini.

Insomma rispetto al 2006, anno della prima edizione del Rapporto “Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes, ciò che emerge è che siamo di fronte ad un’Italia completamente diversa: «Nella quale – precisa Delfina Licata, curatrice del Rapporto 2017 – l’immigrazione è necessaria anche per la sola sopravvivenza della nostra nazione, segnata ancora da arrivi e partenze e nella quale quasi cinque milioni di italiani vanno all’estero e vi sono circa cinque milioni di immigrati residenti».

Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei

A detta del segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino: «Il motivo principale – continua – per il quale i nostri ragazzi vanno all’estero è la difficoltà che trovano – ma è anche di molti adulti – nel progettare il loro futuro. A fronte di una situazione sociopolitica, che ha sempre più difficoltà ad aprire varchi i ragazzi cercano risposte altrove».

Comunque, a detta del presule dei dati emersi da questo rapporto si può fare anche una lettura positiva: «Oggi accanto ai migranti economici – osserva – che partono a causa di situazioni sociali non accettabili, si sta facendo strada un’altra forma di mobilità, la mobilità del desiderio. Una mobilità legata al desiderio di fare esperienze nuove, incontrare altra gente e progettare in maniera non tradizionale. Esistono anche queste forme, che ci aiutano ad allargare gli orizzonti rispetto alla mobilità che conosciamo e che vanno accolte, accompagnate e sostenute».

Mons. Guerino Di Tora, presidente della Fondazione Migrantes

Ma secondo il presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione episcopale per le migrazioni monsignor Guerino Di Tora, la libertà di partire non deve negare la libertà di tornare o di restare nella propria patria: «Non bastano le statistiche – ammonisce -; occorre che gli studi arrivino sulle scrivanie dei decisori politici. Un passo fondamentale è il passaggio dallo studio alla progettualità e alle misure concrete».

Il pensiero di monsignor Di Tora è quindi andato ai missionari, che accolgono i migranti, e alle 160 cappellanie presenti in tutto il mondo, per accogliere i nostri connazionali che vanno all’estero, costituendo un grande punto di riferimento e di sicurezza: «L’Unione europea – conclude – ha garantito per decenni a tante generazioni pace e stato di diritto. L’Italia è stata spesso chiamata a reagire alla sfida migratoria con solidarietà e questo ci viene riconosciuto dall’Europa. Che questa accoglienza e solidarietà siano presenti anche per gli italiani in ogni luogo, ove li porti la loro ricerca di benessere».

About Davide De Amicis (4550 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
Contact: Website