“Costruire un Paese multiculturale non è semplice ma è una ricchezza per tutti”
Nel 2016 le nascite in Italia hanno un saldo negativo di 135 mila unità rispetto all’anno precedente: «Un vuoto - precisa il direttore generale della Fondazione Migrantes - colmato dalle nascite di bambini stranieri che sono 68 mila"

Il focus del Rapporto immigrazione 2016 della Fondazione Migrantes è sulle nuove generazioni. Come spiegato anche da Papa Francesco, l’immigrazione oggi è soprattutto giovanile: «L’età media dei migranti, infatti – esordisce don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes -, è di molto inferiore all’età media degli italiani».
Lo ha affermato ieri, a Bitonto in provincia di Bari, in occasione della presentazione dell’indagine curata da Fondazione Migrantes e Caritas. L’incontro è stato introdotto dai saluti del rettore della basilica di Bitonto, don Vito Piccinonna, e del responsabile diocesano Migrantes, don Michele Camastra: «Ci si occupa normalmente del mondo degli immigrati dei barconi – osserva don De Robertis -, ma si rischia così di dimenticare un tipo di immigrazione molto più ampio e che appartiene alla nostra quotidianità».
Sono infatti aumentate le richieste di soggiorno di lungo periodo: «Un particolare – sottolinea il presbitero – che mostra la volontà di far parte della vita del nostro Paese. Questo significa che ci sono milioni di immigrati, di cui 800 mila in età scolastica, che fanno parte del nostro Paese e vogliono vivere e far vivere l’Italia».
Inoltre, nel 2016 le nascite in Italia hanno un saldo negativo di 135 mila unità rispetto all’anno precedente: «Un vuoto – precisa il direttore generale della Fondazione Migrantes – colmato dalle nascite di bambini stranieri che sono 68 mila».
Sempre a detta del presbitero, il Papa è preoccupato del moltiplicarsi delle manifestazioni di xenofobia e razzismo di cui non sono esenti neanche le comunità cristiane: «Purtroppo – continua don De Robertis – sia la crisi economica, che rischia di scatenare una guerra fra poveri, sia gli episodi di terrorismo finiscono per far confondere il problema della sicurezza con la presenza degli stranieri. Come, però, ci ha ricordato il Papa, la nostra motivazione deve essere l’amore di Cristo. E proprio l’accoglienza dello straniero nella Bibbia è la misura della nostra fede nel Dio dell’Esodo, quel Dio che protegge chiunque in stato di debolezza e che chiede anche a noi di proteggere chi è senza protezione. Dobbiamo essere certi di una cosa, che costruire un Paese multiculturale non è semplice ma senza dubbio una ricchezza per tutti».