Corea del nord: “Fermiamoci, se scoppia una guerra nucleare saremo tutti perdenti”
"Ciò che preoccupa - spiega è l’uso da parte dei leader di Stato di un linguaggio forte, intriso di odio, per cui non si sa che cosa può accadere, si vive in una sospensione. Siamo preoccupati ma ho fede che il Signore ci darà la forza, indicherà la strada, e noi tutti troveremo le vie giuste per instaurare un nuovo dialogo e andare avanti

«Tutti si devono fermare. Perché se scoppia una guerra nucleare, non ci saranno vincitori. Saremo tutti perdenti. Con armi così sofisticate, sarà la distruzione totale».
È l’appello, affidato all’agenzia di stampa Sir, in queste ore di tensione altissima in Corea, di monsignor Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon e presidente della Commissione “Giustizia e pace” della Conferenza episcopale coreana: «Il popolo coreano – afferma il vescovo che in questi giorni è a Roma – è abituato a convivere con questa minaccia, ormai da 70 anni, da quando la Corea è divisa in due. Purtroppo i governi passati e in genere il mondo politico ha sfruttato questa situazione per fini personali. Ma questa volta la situazione è diversa. Ciò che preoccupa è l’uso da parte dei leader di Stato di un linguaggio forte, intriso di odio, per cui non si sa che cosa può accadere, si vive in una sospensione. Siamo preoccupati ma ho fede che il Signore ci darà la forza, indicherà la strada, e noi tutti troveremo le vie giuste per instaurare un nuovo dialogo e andare avanti».
Il vescovo, che per quattro volte è riuscito a oltrepassare la linea di frontiera e raggiungere Pyongyang, ha spiegato che la Corea del Nord si sente messa all’angolo e isolata dalla politica internazionale e la reazione a questo isolamento è la bomba atomica che garantisce loro una difesa, una via di sicurezza. E poi ha chiesto: «Che cosa ci guadagna la Corea del Nord a lanciare un missile? Niente. Se loro lanciano il missile, gli americani non rimarranno con le mani in mano e risponderanno».
Nella regione la tensione resta altissima ma sulle sanzioni, il vescovo di Daejeon dice: «Rispetto le decisioni dell’Onu. Ma bisogna sempre lasciare uno spazio al dialogo. Mai rompere la via della negoziazione. Deve rimanere sempre aperta una porta. Se la Cina, per esempio, dovesse a causa delle sanzioni fermare l’erogazione del petrolio alla Corea del Nord, questa azione potrebbe provocare nel Paese morti per fame».
Il 6 e 7 settembre, il presidente Moon Jae-in sarà al Forum economico orientale che si tiene a Vladivostok ed incontrerà lì il presidente russo Vladimir Putin: «Spero – confida monsignor Lazzaro – che Russia e Putin riescano a fare pressione sulla Corea del Nord, convincendola a fermarsi e al fatto che non può andare avanti su questa linea, chiedendo al regime di Pyongyang di mettersi in dialogo. Papa Francesco è preoccupato e prega molto. Il rosario è la nostra forza».
La linea della Santa Sede è quella indicata dal Pontefice sul volo papale al rientro dal suo viaggio al Cairo: «Il Papa – precisa mons. Lazzaro You – propone sempre il dialogo come via di costruzione alla pace. Questa è la sua linea per tutte le situazioni nel mondo e lo è anche per la Corea: salvare il dialogo a tutti i costi e trovare anche per le crisi più difficili soluzioni diplomatiche».