Accoglienza a Montesilvano: meno migranti, più integrati, con lo Sprar
"Il fenomeno della migrazione esiste perché queste persone - osserva il direttore don Marco Pagniello - sono costrette, dalla guerra, dalla fame o da altre gravi circostanze, ad abbandonare il loro paese. Come Caritas siamo impegnati nella gestione dello Sprar anche a Pescara e siamo convinti che questo sia l’unico sistema per garantire l’inclusione, su più livelli, dei migranti e al tempo stesso creare sicurezza per i cittadini. Solo con un’accoglienza diffusa tale fenomeno può essere gestito al meglio"

Chiarire tutti i dubbi in merito alla progettazione Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che verrà attivato dal Comune di Montesilvano e che ridurrà il numero dei migranti presenti sul territorio. È quanto hanno fatto questa mattina il sindaco Francesco Maragno, insieme ai membri della Giunta, al commissario straordinario dell’Azienda Speciale Luca Cirone, al direttore Eros Donatelli e al direttore della Caritas diocesana Pescara Penne, don Marco Pagniello.
La progettualità dello Sprar non si riduce a mero dormitorio, ma è una iniziativa molto articolata, volta all’integrazione socio-lavorativa e abitativa, con attività e servizi di accoglienza, ma anche di orientamento, accompagnamento legale e mediazione interculturale che verranno realizzati da Comune, Azienda Speciale e dall’Ati Arci Pescara, Polis, Caritas diocesana e Cooperativa Sociale Ausiliatrice, mediante fondi di natura statale e non comunale: «Non potevamo continuare a far gestire da altri l’accoglienza dei migranti nella nostra città – sottolinea il primo cittadino Maragno -. Quella dell’accoglienza è una responsabilità alla quale tutti i Comuni italiani oggi devono far fronte. Con l’attivazione dello Sprar, passiamo finalmente da una competenza statale e governativa ad una gestione comunale, per mezzo dell’Azienda Speciale e delle associazioni che hanno partecipato al bando».
Tale progetto, in attesa della sua approvazione da parte del Ministero, a detta del sindaco ha già permesso di raggiungere significativi risultati, grazie al rispetto della clausola di salvaguardia che porta alla chiusura dei Centri di Prima accoglienza (Cas): «Il numero dei migranti – precisa il sindaco di Montesilvano – si è già ridotto, come confermato dalla stessa Prefettura, da picchi di 350 persone alle passate 291 presenze fino alle 226 censite al primo marzo. Con lo Sprar andremo a polverizzare, ovvero a frazionare, il numero dei profughi accolti in diverse strutture sparse su tutto il territorio, evitando così situazioni ghettizzanti».
In base a un calcolo del Ministero dell’Interno, che prevede 2,5 immigrati per ogni 1.000 abitanti, il progetto Sprar prevede di portare a Montesilvano un numero massimo di 161 migranti: «L’attivazione del progetto – chiarise Luca Cirone, commissario straordinario dell’Azienda speciale -, che si fonda su un tipo di accoglienza diffusa su tutto il territorio, con un numero massimo di 60 persone per ogni struttura, produce la contestuale chiusura dei centri di prima accoglienza, ossia i Cas, che ad oggi hanno accolto anche 300 persone per ciascuna struttura alberghiera adibita».
A tal proposito, l’amministrazione comunale ha riaperto la procedura per l’individuazione degli immobili adeguati all’accoglienza, come peraltro stabilito nella delibera di giunta 55 del 14 marzo scorso, nella quale si sottolineava la volontà di individuare altre soluzioni: «Gli immobili – aggiunge Maragno – non potranno essere hotel e non dovranno trovarsi in zone a spiccata vocazione turistica o commerciale, aree già ad alta concentrazione di stranieri o ancora a rischio ordine pubblico. Abbiamo richiesto, inoltre, all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di mettere in disponibilità alcuni immobili confiscati proprio per tale finalità».
Questa tipologia di accoglienza, infine, coinvolgerà donne e bambini e non solo uomini: «Tutti questi aspetti – riconosce Francesco Maragno – rendono il progetto Sprar l’unico possibile per gestire questo fenomeno, garantendo la sicurezza dei cittadini e non penalizzando ulteriormente la vocazione turistica e commerciale. Voglio ringraziare tutti i consiglieri, anche coloro che inizialmente hanno ostacolato questa progettualità, che alla fine hanno compreso pienamente i vantaggi per la città che provengono da questo sistema di accoglienza».
Quanto alla tipologia di accoglienza, i migranti dovranno sottostare a regole precise: «Dovranno sottoscrivere – ricorda Cirone – un contratto obbligatorio che impegna i migranti al rispetto di regole ben precise e li vede coinvolti in attività di formazione e lavori socialmente utili gratuitamente. Ogni 3 settimane l’Azienda Speciale e le associazioni coinvolte nella gestione del progetto elaboreranno una relazione che inviano al Ministero. Alla terza nota negativa inerente il comportamento del migrante, quest’ultimo perderà lo status di profugo e rifugiato».
La Caritas diocesana di Pescara-Penne sostiene fortemente il progetto: «Il fenomeno della migrazione esiste perché queste persone – conclude il direttore don Marco Pagniello – sono costrette, dalla guerra, dalla fame o da altre gravi circostanze, ad abbandonare il loro paese. Come Caritas siamo impegnati nella gestione dello Sprar anche a Pescara e siamo convinti che questo sia l’unico sistema per garantire l’inclusione, su più livelli, dei migranti e al tempo stesso creare sicurezza per i cittadini. Solo con un’accoglienza diffusa tale fenomeno può essere gestito al meglio».