“La Chiesa è una sola: superiamo le divisioni sottolineando ciò che unisce”
Quest’anno alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è stata data anche un taglio concreto, con cattolici, avventisti, metodisti e ortodossi che ieri sera, si sono dati appuntamento davanti la stazione ferroviaria di Pescara centrale per il settimanale appuntamento solidale con i senza fissa dimora, curato dalla Comunità di Sant’Egidio. Una preghiera ecumenica, seguita dalla distribuzione di coperte, viveri e bevande calde ai bisognosi: "Questa volta - sottolinea Roberta Casalini, responsabile pescarese della Comunità di Sant’Egidio - volevamo anche compiere un gesto di carità condivisa stando insieme ai nostri amici senza fissa dimora"

Si è svolto domenica, in occasione della Settimana pescarese di preghiera per l’unità dei cristiani, il culto evangelico presso la chiesa metodista di via Latina a Pescara. Una celebrazione che, per l’occasione, la pastora evangelica Greetie van der Veer ha concelebrato con il direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale ecumenica don Achille Villanucci: «La Chiesa, la comunità del Signore, – afferma il sacerdote nell’omelia – è una sola, poi ci sono le particolarizzazioni avvenute per motivi storici, ma che ci riguardano poco».
La riflessione della mattinata ha avuto inizio dal capitolo 36 del profeta Ezechiele, in particolare sui versi “Vi darò un cuore nuovo, toglierò il cuore di pietra”: «L’orgoglio e il pregiudizio sono come pietre – paragona il presbitero – e solo Dio può darci un cuore nuovo, dove non conta quanto è bella la mia Chiesa, ma piuttosto quanto è bello il Signore. Fin quando staremo a guardare solo alle nostre singole comunità religiose, non guarderemo al Signore e non avremo un cuore nuovo».
E poi ancora una riflessione ispirata dall’Inno alla carità: «Possiamo avere – osserva il direttore della Pastorale ecumenica diocesana – le Chiese più organizzate e numerose di questo mondo, ma se non abbiamo la carità e l’amore non abbiamo niente. La carità, dice l’apostolo Paolo, è benigna, non gode dell’ingiustizia e non è invidiosa. La carità non ci fa confrontare sull’altezza dei nostri rispettivi carismi, ma del bene che uno può fare all’altro, che una Chiesa può fare all’altra».
L’esempio arriva proprio dalla Chiesa Evangelica che, nella sua storia, ha espresso modelli positivi come l’apostolo della non violenza Martin Luther King, ma c’è stato anche l’arcivescovo anglicano Desmond Tutu in lotta contro l’apartheid in Sud Africa. Paese, questo, in cui si è distinto anche Nelson Mandela: «Nella seconda parte della sua vita – ricorda Villanucci – ne ha fatto di bene, riconciliando persone che tra loro sembravano diverse e separate da un fossato apparentemente incolmabile. Stiamo a vedere se Mandela era cattolico, ortodosso o protestante, dobbiamo rallegrarci per il bene ovunque lo si fa».
Del resto, proprio intervenendo a Pescara, fu il teologo valdese Paolo Ricca ad affermare “Prima di tutto dobbiamo essere cristiani, poi possiamo essere cattolici, ortodossi…”: «Prima ci dobbiamo radicare nel Signore – sottolinea don Achille -, poi il resto verrà da sé, quello che conta è lasciarsi illuminare dal Signore».
Infine, a detta del sacerdote, l’ultimo rischio da non correre è quello di fare la fine del soldato giapponese che, sperduto nelle Filippine, nel 1974 ancora credeva di essere in guerra contro gli Stati Uniti 29 anni dopo la fine della seconda Guerra mondiale: «Se nel 2017 – conclude Villanucci – fossimo ancora qui a beccarci, saremmo assurdi come quel soldato. Cerchiamo di vedere ciò che ci unisce, ovvero il Signore, la Bibbia, la fede, la speranza e la carità. Si supera ciò che ci divide, quando sottolineiamo ciò che ci unisce».
Il simbolo delle divisioni tra Chiese, in base alla traccia ecumenica, è stato identificato in un muro da abbattere: «L’augurio – auspica Greetie van der Veer, pastora evangelica – è che riusciamo a compiere questi passi, superando le divisioni. Del resto, l’apostolo Paolo ci ha ricordato che Dio ci ha riconciliati per mezzo di Gesù Cristo e che l’amore di Dio ci spinge ad essere ministri di riconciliazione. Celebriamolo e lodiamolo insieme nell’unità dello Spirito Santo. Il Signore ci incontra e ci chiama a servirlo, la sua presenza ci illumina e ci rinnova. La pace di Dio, che ci ha riconciliato a Lui per mezzo di Gesù Cristo, sia con tutti noi».
E quest’anno alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è stata data anche un taglio concreto, con cattolici, avventisti, metodisti e ortodossi che ieri sera, si sono dati appuntamento davanti la stazione ferroviaria di Pescara centrale per il settimanale appuntamento solidale con i senza fissa dimora, curato dalla Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con Caritas, associazione Anawim e On the road.
Un momento caratterizzato da una preghiera ecumenica, seguita dalla distribuzione di coperte, viveri e bevande calde ai bisognosi: «È stata una preghiera semplice – sottolinea Roberta Casalini, responsabile pescarese della Comunità di Sant’Egidio – e nella semplicità abbiamo pensato che siccome ci riuniamo periodicamente, ci scambiamo idee, preghiamo, questa volta volevamo anche compiere un gesto di carità condivisa stando insieme ai nostri amici senza fissa dimora».
Non è mancata la preghiera di ogni esponente delle Chiese presenti, a partire da quella metodista: «Signore – prega la pastora evangelica Greetie van der Veer -, fa che a questi bisognosi non manchi mai calore, qualcosa da mangiare e da bere. Fa, Signore, che non manchi mai la speranza e vogliamo pregare anche per chi sta comodamente a casa. Fa che anche loro possano avere sete e fame di giustizia e di pace. Signore, nel bene e nel male, non farci mai mancare il tuo sostegno».
La Chiesa Avventista era invece rappresentata dal pastore Paolo Todaro: «Questa è la nostra opera – afferma -, siamo venuti qui per stare insieme, abbiamo portato una bevanda calda, delle coperte e qualche giacca perché c’è chi ha un tetto sopra la testa e c’è chi non ce l’ha. Però la nostra speranza è che il Signore ha promesso un tetto per tutti e, purtroppo, queste disuguaglianze ci fanno star male tutti».
A questo punto il saluto e la preghiera della Chiesa Cattolica, alla presenza del vicario generale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne don Lucio Giacintucci: «Siamo cristiani – esordisce don Achille Villanucci -, metodisti, avventisti, cattolici, ma siamo innanzitutto cristiani. E allora, con tutto il cuore, vi vogliamo dire “Vi vogliamo bene” e in questo momento pensiamo anche a chi sta peggio di noi. A Farindola come stanno le persone? In quelle frazioni isolate, dove non arrivano gli aiuti e stanno giorni e giorni senza acqua ed elettricità? Noi abbiamo i nostri piccoli problemi, loro hanno i loro grandi problemi. Preghiamo anche per loro». Domani sera, alle ore 20 nella chiesa dello Spirito Santo, ci sarà la preghiera ecumenica conclusiva della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.