La Chiesa pescarese si stringe in preghiera per i beati martiri del Laos
"Il sacrificio di questi uomini - sottolinea Padre Aldo D’Ottavio - ci insegna che non esistono situazione disperate, che non dobbiamo avere paura delle nostre debolezze, perché questi martiri li abbiamo conosciuti. Sono state persone come noi, fatte di carne e ossa, che hanno sperimentato quotidianamente la lotta per essere fedeli al Vangeli e a Gesù, persone che hanno sperimentato il peccato e la misericordia e si sono fidate dello spirito di Dio. È Lui che ci sosterrà quando ci porteranno dinanzi ai tribunali e anche quando saremo chiamati a dare la vita, in qualunque momento"
Anche l’arcidiocesi di Pescara-Penne, attraverso la Santa messa che celebrerà l’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti alle 18.30 presso la chiesa di Sant’Andrea a Pescara, domani si stringerà in preghiera attorno alla piccola comunità cattolica del Laos (44 mila battezzati su 7 milioni di abitanti in maggioranza buddisti) che proclamerà beati 17 martiri.
Sarà il cardinale filippino Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato, a presiedere il solenne rito che, nella città laotiana di Vientiane, eleverà all’onore degli altari 17 vittime giustiziate dai guerriglieri comunisti Pathet Lao tra il 1954 e il 1970.
Tra questi spiccano sei missionari Oblati di Maria Immacolata, il nostro connazionale Padre Mario Borzaga, Padre Louis Leroy, Padre Michel Coquelet, Padre Vincent L’Hènoret, Padre Jean Wauthier e Padre Joseph Boissel, lo stesso ordine religioso che a Pescara guida proprio la chiesa di Sant’Andrea, grazie alla presenza di sei religiosi, e che fino a nove anni fa ha guidato anche la chiesa del Cuore Immacolato di Maria: «Il sacrificio di questi uomini – sottolinea Padre Aldo D’Ottavio, superiore degli Oblati di Maria Immacolata a Pescara – ci insegna che non esistono situazione disperate, che non dobbiamo avere paura delle nostre debolezze, perché questi martiri li abbiamo conosciuti. Sono state persone come noi, fatte di carne e ossa, che hanno sperimentato quotidianamente la lotta per essere fedeli al Vangelo e a Gesù, persone che hanno sperimentato il peccato e la misericordia e si sono fidate dello spirito di Dio. È Lui che ci sosterrà quando ci porteranno dinanzi ai tribunali e anche quando saremo chiamati a dare la vita, in qualunque momento».
E la storia di alcuni di questi martiri si è intrecciata con quella della comunità pescarese nei primi anni ’50: «Padre Mario Borzaga – racconta Padre Aldo -, in occasione della sua partenza per il Laos, nell’anno 1956-57 girò tutte le nostre comunità in Italia fermandosi anche qui in città presso le chiese di Sant’Andrea e del Cuore Immacolato. I pescaresi che lo conobbero portano un bel ricordo di lui e degli altri missionari che lo seguirono in missione. E noi vogliamo ricordarlo ancora, consapevoli del fatto che la Chiesa si costruisce soprattutto passando per la croce».
I missionari oblati attivarono la loro prima missione di evangelizzazione nel piccolo Paese del Sud-est asiatico nel 1947, rimanendovi fino al 1975 quando avvenne l’espulsione di tutti i missionari stranieri. Ma prima di lasciare il Paese la Santa sede nominò tre vicari apostolici locali i quali, nel triennio successivo, dovettero poi subire una terribile persecuzione perpetrata dal regime comunista laotiano nei confronti della Chiesa Cattolica, che all’epoca contava 34 mila fedeli, attraverso la chiusura di case, chiese, scuole cattoliche e lebbrosari.
Successivamente, i missionari oblati si redistribuirono in Indonesia, Senegal e Uruguay, dove sono tutt’ora: «Oggi – ricorda il superiore degli Oblati pescaresi – abbiamo 4 mila operatori sparsi nel mondo, la missione è nel Dna dei Padri Oblati e da questo vogliamo ripartire, ritrovando l’audacia degli inizi evangelizzando i poveri grazie all’incoraggiamento della Chiesa e della comunità cristiana».
Una missione che per Padre Aldo e i suoi cinque confratelli, proseguirà a Pescara: «Arrivammo qui – racconta il religioso – nel 1942-1943 per evangelizzare il borgo dei pescatori che, all’epoca, era abbandonato a se stesso e si recava nell’unica chiesa, la parrocchia del Sacro Cuore, soltanto per celebrare matrimoni e funerali. Siamo partiti da questo, fino poi ad aprire ed ampliare la comunità fino ad erigere nel quartiere l’attuale chiesa di Sant’Andrea nel 1963».
Oltre ai sei missionari oblati, domani verrà beatificato anche il primo martire e sacerdote laotiano Giuseppe Thao Thien, il primo catechista locale Paolo Thoj Xyooj, cinque missionari francesi della Società della missioni estere di Parigi (Meo) Jean-Baptiste Malo, René Dubroux, Noël Tenaud, Marcel Denis e Lucien Galan oltre a quattro martiri indigeni Thomas Khampheuane, Joseph Outhay, Luc Sy e Maisam Pho Inpeng.