“Siamo colpiti ma non piegati”
"Ieri - racconta il vescovo di Rieti - abbiamo avuto una riunione con la Caritas nazionale, si continua a ragionare in termini di messa in sicurezza delle chiese e dell’agibilità per riprendere una vita più tranquilla, e ci siamo sentiti con i vescovi delle altre diocesi colpite per verificare quanto accaduto. Il fatto che non ci siano stati morti è un fattore che fa la differenza rispetto al sisma del 24 agosto. Ora la situazione si è complicata, ma ho avvertito nei miei confratelli vescovi la forza di reagire. Siamo stati colpiti ma non piegati"

«Siamo colpiti ma non piegati». È questo lo spirito con cui monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, e i suoi confratelli delle diocesi devastate dal terremoto stanno reagendo alla scossa di domenica, magnitudo 6.5, la più violenta in Italia dal 1980, che ha provocato crolli in moltissimi centri, tra Amatrice, Accumuli e Norcia.
Nel borgo umbro è crollata la chiesa di san Benedetto: «Stavamo cercando di riprendere la strada della normalità in vista della ricostruzione – dichiara all’agenzia di stampa Sir monsignor Pompili – la scossa ha coinvolto una zona molto più estesa, toccando anche Rieti dove molte persone hanno trascorso la notte in macchina, e ci ha fatto ripiombare nel panico».
L’auspicio del vescovo è che si sia toccato lo zenit di questo sciame sismico: «Che – riporta il presule -, a detta degli esperti, è un effetto necessario per il riequilibrio interno e che si possa procedere, attraverso scosse di assestamento più lievi, a un lento recupero della vita normale».
Ancora una volta Amatrice e Accumuli hanno pagato un prezzo altissimo. La scossa di domenica ha fatto crollare la torre dell’Orologio e la chiesa di sant’Agostino, che lo scorso 26 ottobre era stata visitata dal cardinale Angelo Bagnasco: «Purtroppo – aggiunge monsignor Domenico Pompili – a fianco di Amatrice e Accumuli, praticamente rase al suolo, ora c’è la novità di Leonessa il cui centro storico è stato dichiarato “zona rossa”. Gli abitanti del piccolo centro vivono dentro la struttura polivalente del palazzetto dello Sport e in una scuola costruita con criteri antisismici».
Proseguono nel frattempo le riunioni per verificare le emergenze e mettere a punto le iniziative da intraprendere: «Ieri – racconta il vescovo di Rieti – abbiamo avuto una riunione con la Caritas nazionale, si continua a ragionare in termini di messa in sicurezza delle chiese e dell’agibilità per riprendere una vita più tranquilla, e ci siamo sentiti con i vescovi delle altre diocesi colpite per verificare quanto accaduto. Il fatto che non ci siano stati morti è un fattore che fa la differenza rispetto al sisma del 24 agosto. Ora la situazione si è complicata, ma ho avvertito nei miei confratelli vescovi la forza di reagire. Siamo stati colpiti ma non piegati».
Un ultimo pensiero monsignor Pompili lo ha poi rivolto a Norcia: «La città di san Benedetto è nel cuore di tutti. La speranza è che anche questa volta possa risollevarsi e essere segno che rialzarsi e ricominciare è possibile».