Bagnasco ai terremotati: “Preservare identità delle comunità e ricostruire presto”
"Il movimento di solidarietà e di attenzione fattiva - sottolinea il cardinal Bagnasco - è in moto e non cesserà nonostante l’ombra che potrebbe allungarsi su di loro, come accade per tante vicende umane. La Chiesa si impegna, come suo compito e missione, a tenere vivo questo movimento di amore per alimentare la speranza nel cuore di questa gente"
Ieri, poche ore prima le due scosse di terremoto magnitudo 5.4 e 5.9 che hanno colpito le località marchigiane e umbre di Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita e Preci, il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, ha visitato le zone di Accumuli, Amatrice e Arquata del Tronto colpite dal sisma dello scorso 24 agosto: «Grande dolore – esprime il porporato -, ma anche tanta speranza, coraggio e unità. Dolore per le vittime, per chi ha perso tutto, casa e lavoro. Ma anche speranza perché ho visto la forza spirituale di questa gente, la loro fiducia nel domani. Ho visto tanto lavoro in atto da parte delle Istituzioni ai vari livelli, una sinergia ammirevole, che vede coinvolti tutti, anche la Chiesa che, con i suoi sacerdoti e con i suoi vescovi è sempre presente tra la gente. Queste comunità danno il buon esempio in Italia».
Una visita, questa, per esprimere il conforto e la vicinanza della Chiesa italiana alle popolazioni terremotate: «Ho visto gli sfollati provati – commenta il cardinal Bagnasco -, segnati ma ricchi di una grande forza e di un grande amore per la propria terra e comunità. Hanno un enorme desiderio di ricominciare la vita, magari nei nuovi nuclei abitativi, nell’attesa, speriamo breve, di qualcosa di più stabile. Non vogliono perdere l’appartenenza alle proprie comunità, la loro identità, il proprio volto. Le case sono necessarie, assolutamente, ma la comunità con la sua storia e il suo patrimonio di valori è ancora più necessaria. Preservare l’identità delle comunità è essenziale e non deve andare dispersa. Perché ciò non accada bisogna ricostruire presto».
A tal proposito, successivamente intervistato dall’agenzia di stampa Sir, il presidente della Cei ha ricordato che le popolazioni colpite non devono sentirsi sole e abbandonate: «Il movimento di solidarietà e di attenzione fattiva – sottolinea – è in moto e non cesserà nonostante l’ombra che potrebbe allungarsi su di loro, come accade per tante vicende umane. La Chiesa si impegna, come suo compito e missione, a tenere vivo questo movimento di amore per alimentare la speranza nel cuore di questa gente».
Il cardinale, incontrando sfollati, bambini e volontari, ha poi ribadito l’impegno a portare avanti tutte le varie forme di intervento materiale e concreto anche per il futuro, ringraziando anche i sacerdoti: «Sempre qui in mezzo alla loro gente – riconosce il cardinale Angelo Bagnasco – sin dai primi istanti. Essi sono il volto e l’identità del sacerdote, in particolare italiano, che vive tra la gente, ne condivide gioie e dolori, non si ritira, non abbandona il campo e resta insieme al suo popolo».
Il cardinale si è detto colpito in particolare dal volto dei bambini, volti che devono riacquistare la pienezza del sorriso: «Voi – li definisce il presidente dei vescovi italiani – siete il sole oltre le nuvole. La vita è fatta di sole e di nuvole, di luci e di ombre, come la giornata di oggi, ma nella certezza – ho ripetuto ai bambini – che oltre le nubi splende il sole. I bambini sono un raggio di questo sole».
Circa, infine, la recente approvazione del decreto per la ricostruzione, il presidente della Cei ha dichiarato che si lavora per il futuro: «Vedo – conclude – grande determinazione, in tutti, nonostante difficoltà enormi ma vedo anche la fiducia di riuscire a superarle restando insieme».