Centinaia di giubbotti di salvataggio invadono le capitali europee
"Questi giubbotti di salvataggio - spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia - rappresentano le migliaia di bambini, donne e uomini che hanno cercato di raggiungere l’Europa via mare e quanti non ce l’hanno fatta. Un modo per ricordare ai leader europei le loro responsabilità, a partire dalla necessità di garantire protezione e il sostegno dovuto alle persone più vulnerabili in cerca di una vita dignitosa e sicura"

In occasione del Consiglio europeo che si è chiuso oggi a Bruxelles, dove i leader europei si sono confrontati su come far fronte alla più grave crisi migratoria della storia recente, centinaia di giubbotti di salvataggio raccolti dalle spiagge di Chios, in Grecia, hanno invaso il centro di quattro città europee per iniziativa di Oxfam: Bruxelles, Berlino, Varsavia e Poznan.
Obiettivo rilanciare un appello urgente all’Unione europea e ai leader di governo presenti al summit, perché intervengano al più presto per garantire rotte sicure e legali verso l’Europa alle migliaia di migranti e rifugiati in fuga da guerra e persecuzioni: «Questi giubbotti di salvataggio – spiega Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia – rappresentano le migliaia di bambini, donne e uomini che hanno cercato di raggiungere l’Europa via mare e quanti non ce l’hanno fatta. Un modo per ricordare ai leader europei le loro responsabilità, a partire dalla necessità di garantire protezione e il sostegno dovuto alle persone più vulnerabili in cerca di una vita dignitosa e sicura».
Per Oxfam, la risposta messa in campo dall’Unione europea, di fronte alla più grave crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale, non solo non sta risolvendo le tantissime criticità esistenti: «Ma ne sta creando di nuove – rilancia l’Oxfam -. È urgente, pertanto, un’inversione di rotta che porti tutti gli stati membri dell’Unione europea a fornire un sistema di asilo equo, trasparente ed efficace».
Oxfam Italia lancia inoltre la campagna “Stand as One”, un appello a un’azione globale per accogliere più rifugiati, impedire che le famiglie siano separate e garantire la sicurezza delle persone che fuggono da guerra e povertà.