“L’Eucaristia è la sorgente della missione”
"L’Eucaristia - osserva il cardinale Bagnasco - è un dono, capace di saziare la fame dell’anima che spinge la folla a seguire Gesù e le sue parole di vita eterna, che svelano e portano a compimento il mistero dell’esistenza. Ma l'Eucaristia è anche un dono totale di sé, là dove le parole non bastano più, ma si fanno carne e sangue, pane che nutre di grazia"

«La forza del pane eucaristico ci congeda con un preciso mandato missionario. L’Eucaristia è la sorgente della missione». Lo ha affermato stamani il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente della Conferenza episcopale italiana, pronunciando l’omelia della Santa messa conclusiva del 26° Congresso eucaristico nazionale di Genova dall’altare allestito in piazzale Kennedy: «L’Eucaristia – aggiunge – è un dono, capace di saziare la fame dell’anima che spinge la folla a seguire Gesù e le sue parole di vita eterna, che svelano e portano a compimento il mistero dell’esistenza. Ma l’Eucaristia è anche un dono totale di sé, là dove le parole non bastano più, ma si fanno carne e sangue, pane che nutre di grazia».
Questo il punto centrale dell’omelia dell’inviato speciale di Papa Francesco al Congresso eucaristico, che ha spiegato come l’ingresso di Dio nella storia le dia una nuova direzione: «Mangiare questo Pane – sottolinea il cardinale Bagnasco – significa aprirsi a Colui che è così grande da farsi tanto piccolo».
Quindi il presidente della Cei ha ricordato come la gente di Cafarnao aveva chiesto al Signore di donare loro sempre questo pane, il “nostro” pane quotidiano: «È così – osserva l’arcivescovo di Genova – che l’Eucaristia ci pone nel “noi” della Chiesa, comunità di fratelli che invocano il pane dell’anima per saper spezzare anche il pane materiale della giustizia e della pace. La carità rivela che in essa abbiamo incontrato il Signore e non noi stessi, che abbiamo adorato Dio e non il nostro io e le opere di Misericordia, tanto raccomandate dal Papa in questo Anno Santo, sono infatti opere eucaristiche».
Si è poi conclusa con un preciso mandato missionario, destinato in primo luogo ai giovani, alle famiglie e a diseredati della vita, l’omelia della messa di chiusura del Congresso eucaristico nazionale, a cui hanno partecipato circa 15 mila persone.
Ai giovani, il cardinale Angelo Bagnasco ha rinnovato l’invito a loro rivolto dal Papa nella Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia: «Non scoraggiatevi mai – esorta -, l’umanità ha bisogno di voi, di giovani svegli, desiderosi di rispondere al sogno di Dio e a tutte le aspirazioni del cuore. A voi famiglie, che siete Chiesa domestica e scuola accogliente di vita in tutte le sue fasi, giunga la nostra voce di ammirata riconoscenza. Lasciatevi incontrare dal Signore e custodite la sua amicizia. Una famiglia che prega non potrà mai essere semplicemente disperata né cadere totalmente in preda alla discordia. A voi diseredati della vita, da qualunque parte veniate, rinnoviamo la nostra prossimità. Il Dio dell’amore ci spinga a camminare insieme, nella promozione della stessa dignità e nella responsabilità di un comune destino».
Poi la gratitudine alle persone consacrate, alle claustrali e ai sacerdoti, in mezzo al nostro popolo ogni giorno: «La nostra unità – sottolinea – è il primo annuncio del Vangelo».
E il cardinale Bagnasco ha dedicato delle parole conclusive anche all’Italia: «Al nostro amato Paese – continua il presidente Cei -, a quanti guardano a questo grande cenacolo con l’attesa di una parola particolare. Vorremmo dirvi che vi siamo sinceramente vicini, che ci state a cuore, che ci anima una piena disponibilità a incontrarvi; insieme con voi ci sentiamo pellegrini verso casa».
Quindi l’identikit tracciato dal porporato: «Siamo pastori di una Chiesa esperta in umanità – conclude l’arcivescovo di Genova -. La nostra voce è discreta, ma ora – come una vela al largo, sostenuta dal vento dello Spirito – prende vigore e proclama: “O uomini che ci ascoltate: la nostra gioia è grande e si chiama Gesù!”».