La periferia pescarese raccontata in un film tra western e poliziesco
"Mi hanno riportato al West - racconta Consorte - le case di periferia, abitate da tante etnie come quella rom e dell’Est Europa, con i personaggi che la abitano e che nel film, manifestando allegoria e stravaganza, si contendono il potere della città. Tutto questo, dando origine ad un western metropolitano"
Il mito del Far West, dove può accadere tutto e il contrario di tutto, per raccontare il degrado della periferia pescarese abbandonata a sé stessa da una città e da una politica troppo concentrata a rincorrere la crescita e il suo sviluppo.
È questo il soggetto che ha ispirato “Pescara calibro West”, il prossimo film del regista pescarese Alessio Consorte che dopo aver riscoperto la storia e l’identità del capoluogo adriatico nel suo docu-film “Il traghettatore”, tornerà presto dietro la macchina da presa per raccontare altri lati nascosti di Pescara.
Il tutto miscelando il genere noir dei polizieschi italiani anni ’70 di Fernando Di Leo ed Enzo Castellari, agli Spaghetti Western di Sergio Leone e Clint Eastwood: «Mi hanno riportato al West – racconta Consorte – le case di periferia, abitate da tante etnie come quella rom e dell’Est Europa, con i personaggi che la vivono e che nel film, manifestando allegoria e stravaganza, si contendono il potere della città. Tutto questo, dando origine ad un western metropolitano».
E ad unire il vecchio West alla periferia di Pescara, c’è un animale simbolo che imperverserà nella nuova pellicola: «Il simbolo del Far West – osserva il regista pescarese – è il cavallo e lo sarà in questo film, facendo rivivere il mito dell’andare a cavallo in città con gli equini presenti tra le case».
Uno scenario, in effetti, non molto distante dalla realtà vissuta da alcuni quartieri cittadini: «Racconteremo – precisa il cineasta – una città in piena evoluzione, allo sbando, lontana dalla città-giardino degli anni ‘30, dove il malcontento per l’imperversare della criminalità sfocerà nell’attesa dell’arrivo di un salvatore».
Un po’ come il leggendario commissario Tanzi, nel film del 1976 “Roma a mano armata”, che ripulisce la capitale dai criminali: «Pescara – continua l’artista – che vive di quartieri di miti e di piazze, le quali a loro volta diventano un Far West in cui dilaga lo spaccio di droga e il gioco d’azzardo».
Le riprese del film inizieranno entro l’anno e sarà possibile partecipare al finanziamento della produzione o al casting, contattando il regista al numero 340 7575747.
Tra gli attori potrebbero esserci anche detenuti del Carcere di San Donato: «Per loro – propone Consorte – potrebbe essere un’attività sociale e garantirebbero un’espressione in più al film».