Teoria gender: “Una realtà che disdice l’umano”
"La prima cosa singolare che riscontro, girando l’Italia - esordisce l'avvocato Gianfranco Amato, presidente di Giuristi per la vita - è che della teoria gender non sa niente nessuno. Qualcuno la confonde con l’educazione sessuale, qualcun’altro con la parità di genere tra uomo e donna e altri ancora con l’omosessualità. Invece si basa sul principio che un uomo e una donna non sono tali sulla base di come sono strutturati fisicamente, ma sulla base di come ci si sente in quel momento"
«Il principio fondamentale è educare ad una vita buona, bella e felice. Senz’altro una vita che corrisponde in maniera importante ai principi antropologici, che nascono dal nostro essere viventi e credenti, affermati nel Convegno ecclesiale nazionale di Firenze dal titolo “In Cristo Gesù il nuovo umanesimo”. Ma quale nuovo umanesimo, se poi dobbiamo fare i conti con una realtà che disdice l’umano?».
Lo ha affermato lo scorso sabato monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, intervenendo al convegno dal tema “Famiglia: questione antropologica. Discussione aperta su identità di genere”, organizzato dalla Consulta diocesana delle Aggregazioni laicali (Cdal) e svoltosi in un affollato Teatro Circus a Pescara: «Convinti che non c’è separazione tra fede e vita – premette Marcella Fazia, presidente della Cdal -, abbiamo deciso di approcciare un tema sociale che va al cuore dell’identità dell’uomo, come l’identità di genere, per far capire cosa sta accadendo con questo fenomeno che nega i valori in cui crediamo. Vogliamo comprendere, senza timore di esporci e di sentirci come quelli che non capiscono o che vivono nel passato».
Un appuntamento organizzato in collaborazione con il Forum abruzzese delle associazioni familiari: «Stiamo vedendo – spiega Hector Nardone, componente del direttivo del Forum abruzzese delle associazioni familiari – come argomenti inaccettabili, delle vere aberrazioni, nel tempo vengono portate all’attenzione della società che, attraverso l’approvazione di una legge, le accetta e le riconosce come patrimonio di questa nazione. La cosa che mi ha colpito è che tutto questo accade in una società diventata lassista, dove tutto va bene, che non ha più il coraggio di distinguere il bene dal male come dovremmo fare noi uomini di fede. Per questo, l’incontro sarà utile per comprendere se apparteniamo alla categoria di chi si fa passare le cose sotto gli occhi, restando indifferenti, o alla categoria di coloro che sentono che le cose non vanno, ma sono disorientati e non sanno cosa fare».
Così, per fare chiarezza sul tema dell’identità di genere, è intervenuto il presidente dell’associazione Giuristi per la vita Gianfranco Amato: «La prima cosa singolare che riscontro, girando l’Italia, – esordisce Amato – è che della teoria gender non sa niente nessuno. Qualcuno la confonde con l’educazione sessuale, qualcun’altro con la parità di genere tra uomo e donna e altri ancora con l’omosessualità. Ma non è nessuna di queste tre cose, quindi la confusione regna sovrana nel mondo cattolico. Eppure Papa Francesco è intervenuto in maniera durissima sull’argomento, paragonando gli effetti della teoria gender a quelli di una bomba atomica».
A questo punto, il chiarimento sulla definizione di teoria gender: «Essa si basa – spiega il presidente dell’associazione Giuristi per la vita – sul semplice concetto, secondo cui un uomo e una donna non sono tali sulla base di come sono strutturati fisicamente, ma sulla base di come ci si sente in quel momento. È una condizione che può mutare nel tempo. Ma dicono che l’ideologia gender non esiste, essendo stata definita una truffa culturale dall’Ordine degli psicologi della Puglia e dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini».
Lo stesso ministro, in seguito ad alcune polemiche, all’inizio dell’anno scolastico aveva sancito con una specifica circolare l’assenza della teoria gender dal programma scolastico delle scuole italiane: «Ma il Governo – puntualizza l’avvocato – sui documenti ufficiali, essendo vincolato all’utilizzo della lingua italiana, non parla di gender bensì di identità di genere, come senso intimo, profondo e soggettivo di appartenenza a categorie sociali e culturali di uomo o donna. Ovvero di poter dire di essere uomo o donna a prescindere dal sesso di nascita. Insomma, parliamo di maschi, femmine e non definiti».
Da qui la definizione di “gender fluid”, una cultura che il presidente di Giuristi per la vita ha riscontrato come ampiamente diffusa in paesi europei come la Gran Bretagna: «Dove si utilizzano farmaci – denuncia Gianfranco Amato – che iniettati ai bambini, ne bloccano la pubertà dando loro il tempo di scegliere chi voler essere. E tutto questo, con il compiacimento delle case farmaceutiche».
Questi e altri esempi sono stati forniti alla vasta platea di famiglie presenti sabato, al Circus di Pescara, prima della chiosa finale dell’arcivescovo Valentinetti: «Ringrazio l’avvocato Amato – afferma il presule – che ci ha informato su quello che sta accadendo, spesso alle nostre spalle, perché in molti modi non siamo stati informati su questo. Spero che da oggi in poi, saremo più informati su ciò che potrebbe accadere. Detto questo, la mia considerazione è che non possiamo delegare a nessuno il principio fondamentale dell’educazione, non solo riguardo alla formazione dei ragazzi, ma anche degli adulti intorno a noi. Non a caso, la Conferenza episcopale italiana in questo decennio ha varato il progetto “Educare alla vita buona del Vangelo”».