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“Natalità minima da unità d’Italia e mortalità massima da dopoguerra”

"Siamo preoccupati - commenta Gigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie - non tanto per il crollo, prevedibile, delle nascite, quanto perché la politica non sembra aver compreso bene le conseguenze di questo inverno demografico. Quando accade che in un Paese con questo problema demografico, chi mette al mondo un figlio rischia di diventare povero, la politica non può stare a guardare"

Lo ha rilevato l’ultimo rapporto demografico dell’Istat, diffuso oggi, aggiornato al 1° gennaio 2016

«Al 1° gennaio 2016 la popolazione in Italia è di 60 milioni 656 mila residenti (-139 mila unità). Gli stranieri sono 5 milioni 54 mila e rappresentano l’8,3% della popolazione totale (+39mila unità). La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55,6 milioni, conseguendo una perdita di 179 mila residenti».

La fotografia della popolazione italiana viene dall’Istat, con i dati riferiti a tutto il 2015. Il dato particolarmente interessante riguarda le nascite, in calo rispetto all’anno precedente: «Nel 2015 – precisano i ricercatori – le nascite sono state 488 mila (-15 mila), nuovo minimo storico dall’unità d’Italia. Il 2015 è il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunta a 1,35 figli per donna. La natalità è in calo, come si evince dalla serie storica, a partire dal picco più alto della crisi economica, fra il 2010 e il 2011: «Ad oggi – rileva l’ufficio statistico nazionale – l’età media delle madri al parto sale a 31,6 anni».

Nel rapporto 2015 sulla demografia in Italia, diffuso oggi dall’Istat, si afferma che i morti sono stati 653 mila nel 2015 (+54 mila), mentre il tasso di mortalità, pari al 10,7 per mille, è il più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi. L’aumento di mortalità risulta concentrato nelle classi di età molto anziane (75-95 anni): «Il picco – sottolinea il rapporto – è in parte dovuto a effetti strutturali connessi all’invecchiamento generale della popolazione italiana».

Il saldo migratorio netto con l’estero è di 128 mila unità, corrispondenti a un tasso del 2,1 per mille. Tale risultato, frutto di 273mila iscrizioni e 145mila cancellazioni, rappresenta un quarto di quello conseguito nel 2007 nel momento di massimo storico per i flussi migratori internazionali. Le iscrizioni dall’estero di stranieri sono state 245 mila e 28 mila i rientri in patria degli italiani.

Gigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie

Gigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie

In Italia, specifica ancora l’Istat, gli ultrasessantacinquenni sono 13,4 milioni, il 22% del totale. In diminuzione risultano sia la popolazione in età attiva di 15-64 anni (39 milioni, il 64,3% del totale) sia quella fino a 14 anni di età (8,3 milioni, il 13,7%). Infine, diminuisce la speranza di vita alla nascita. Per gli uomini si attesta a 80,1 anni (da 80,3 del 2014), per le donne a 84,7 anni (da 85).

L’età media della popolazione aumenta di due decimi e arriva a 44,6 anni: «Siamo preoccupati – commenta Gigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie – non tanto per il crollo, prevedibile, delle nascite, quanto perché la politica non sembra aver compreso bene le conseguenze di questo inverno demografico. Quando accade che in un Paese con questo problema demografico, chi mette al mondo un figlio rischia di diventare povero, la politica non può stare a guardare».

Da qui la richiesta al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, di mettere al centro dell’agenda politica questa assoluta priorità: «Il Forum da oltre 15 anni – lamenta De Palo – chiede, inascoltato, un fisco più equo per le famiglie che non ce la fanno più. Non si può più rinviare una riforma simile, soprattutto quando le donne sono costrette a ritardare sempre più il loro desiderio di maternità, e a nascondere il pancione al datore di lavoro, e quasi 100 mila giovani italiani preferiscono emigrare all’estero per realizzare i loro sogni e fare famiglia».

Quello che preoccupa ancora di più il Forum delle associazioni familiari, è la rassegnazione con cui si prende atto di questi dati: «Ma per chi stiamo facendo tutti questi sacrifici – si interroga Gigi De Paolo -, se abbiamo perso il desiderio di esserci? Ogni anno va sempre peggio e non si può andare avanti a colpi di bonus bebè. Occorre riflettere seriamente, perché meno figli vuol dire meno futuro e meno Italia».

About Davide De Amicis (4516 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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