“La Quaresima sia tempo di potatura di falsità, mondanità e indifferenza”
"Preghiera, carità, digiuno - sottolinea Papa Francesco - sono le tre medicine che guariscono dal peccato. La preghiera è l’incontro personale con Dio, che accorcia le distanze create dal peccato. La carità è vivere al servizio e vivere il servizio, vincendo la tentazione di soddisfarci. Il digiuno, infine, è un invito alla semplicità e alla condivisione. Togliere qualcosa dalla nostra tavola e dai nostri beni, per ritrovare il bene vero della libertà"
«La Quaresima sia un tempo di benefica potatura della falsità, della mondanità, dell’indifferenza». È stato questo l’invito finale, rivolto ieri pomeriggio da Papa Francesco in occasione della celebrazione della solennità delle Ceneri, avviando questo tempo di preparazione alla Pasqua: «Ritornate a me – dice il Signore – con tutto il cuore – ricorda il Papa, citando la Bibbia: “Non solo con qualche atto esterno, ma dal profondo di noi stessi”. Gesù ci chiama a vivere la preghiera, la carità e la penitenza con coerenza e autenticità, vincendo l’ipocrisia».
La “potatura” della Quaresima, per il Papa, è dunque necessaria: «Per non pensare – precisa il Pontefice – che tutto va bene se io sto bene; per capire che quello che conta non è l’approvazione, la ricerca del successo o del consenso, ma la pulizia del cuore e della vita; per ritrovare l’identità cristiana, cioè l’amore che serve, non l’egoismo che si serve. Mettiamoci in cammino insieme, come Chiesa, ricevendo le Ceneri, anche noi diventeremo cenere, e tenendo fisso lo sguardo sul Crocifisso».
Un invito quest’ultimo, che il Santo Padre ha rivolto in particolare ai 700 Missionari della Misericordia, ai quali al termine della Messa ha conferito il mandato di inviati speciali del Giubileo, unito alla facoltà di assolvere anche i peccati riservati alla Sede apostolica (per i quali è prevista la scomunica): «Egli – aggiunge Papa Bergoglio -, amandoci, ci invita a lasciarci riconciliare con Dio e a ritornare a Lui, per ritrovare noi stessi».
Inoltre, preghiera, carità e digiuno sono, per il Papa, le tre medicine che guariscono dal peccato: «In primo luogo – spiega il Sommo Pontefice -, la preghiera, espressione di apertura e di fiducia nel Signore. È l’incontro personale con Lui, che accorcia le distanze create dal peccato. Pregare significa dire: “Non sono autosufficiente, ho bisogno di Te, Tu sei la mia vita e la mia salvezza”».
In secondo luogo, la carità, per superare l’estraneità nei confronti degli altri: «L’amore vero – ammonisce Papa Francesco – non è un atto esteriore, non è dare qualcosa in modo paternalistico per acquietarsi la coscienza, ma accettare chi ha bisogno del nostro tempo, della nostra amicizia, del nostro aiuto. È vivere al servizio e vivere il servizio, vincendo la tentazione di soddisfarci».
In terzo luogo, il digiuno, la penitenza, per liberarci dalle dipendenze nei confronti di quello che passa e allenarci a essere più sensibili e misericordiosi: «È un invito alla semplicità e alla condivisione – sottolinea il Papa -. Togliere qualcosa dalla nostra tavola e dai nostri beni, per ritrovare il bene vero della libertà».
Ma è riconoscersi bisognosi di misericordia, il primo passo del cammino cristiano secondo il Pontefice: «La Parola di Dio – approfondisce -, all’inizio del cammino quaresimale, rivolge alla Chiesa e a ciascuno di noi due inviti: il primo è quello di san Paolo, “Lasciatevi riconciliare con Dio”. Non è semplicemente un buon consiglio paterno e nemmeno soltanto un suggerimento, è una vera e propria supplica a nome di Cristo».
A questo punto il Santo Padre si è chiesto il perché di un appello così solenne e accorato: «Perché Cristo – la risposta – sa quanto siamo fragili e peccatori, conosce la debolezza del nostro cuore; lo vede ferito dal male che abbiamo commesso e subìto; sa quanto bisogno abbiamo di perdono, sa che ci occorre sentirci amati per compiere il bene».
Da soli non siamo in grado, ma Dio è più grande del nostro cuore: «Vince il peccato – conclude Papa Bergoglio – e ci rialza dalle miserie, se gliele affidiamo. Sta a noi riconoscerci bisognosi di misericordia. È il primo passo del cammino cristiano; si tratta di entrare attraverso la porta aperta che è Cristo, dove ci aspetta Lui stesso, il Salvatore, e ci offre una vita nuova e gioiosa».