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“Non so cosa mi attende, ma voglio mettermi in ascolto”

"Vorrei - auspica don Lucio - essere disponibile all’accoglienza. Poi, se sarò capace di risolvere dei problemi non so, ma sarò disponibile a sentirli, ad accoglierli, a prestare attenzione alle situazioni che le persone mi porranno. Non voglio assolutamente fare quello che scrive o che sa tutto lui, voglio mettermi in ascolto delle persone che verranno, cercando di stare attento a tutto ciò che mi diranno"

Don Lucio Giacintucci, 53 anni da compiere domenica, nuovo vicario generale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne si racconta a La Porzione.it

Don Lucio Giacintucci, in compagnia di un gruppo di parrocchiani a Cepagatti

«Non so ancora bene cosa mi aspetta, ma in obbedienza all’arcivescovo ho risposto sì e sono pronto a mettermi in ascolto di quanti avranno bisogno». Poche parole, quelle del neo vicario generale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne don Lucio Giacintucci, ma che già la dicono lunga sull’umiltà e la sobrietà del sacerdote pescarese, che compirà 53 anni domenica, parroco di Santa Lucia in Cepagatti, assistente spirituale degli  Scout e ora anche numero due della Curia.

L'inconfondibile look di don Lucio

L’inconfondibile look di don Lucio

Una scelta rivoluzionaria, quella dell’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti che ha affidato alcuni degli incarichi curiali più importanti a sacerdoti di strada, semplici parroci di paese che hanno sostituito volti ben più affermati del capoluogo a partire dall’ex vicario generale monsignor Vincenzo Amadio, che lascia avendo compiuto i 75 anni canonici, con il quale don Lucio sta avviando il passaggio di consegne.

Una scelta compiuta nel solco della realizzazione di quella Chiesa in uscita, tanto agognata da Papa Francesco, aperta alle periferie materiali ed esistenziali. Intanto don Lucio, ha raccontato le sue prime sensazioni a La Porzione.it.

Don Lucio, come hai reagito alla proposta di questo nuovo incarico?

«Mi sono sentito indegno, perché non so bene cosa mi aspetta… avere a che fare con le problematiche dei laici, dei sacerdoti, stare con le persone con dei problemi, aiutare l’arcivescovo nel servizio alla diocesi. Una cosa grande per me».

Cosa pensi che abbia convinto l’arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, a puntare su di te?

«Non ancora mi rendo conto. Forse perché coprivo già qualche altro incarico e ha visto che potevo andar bene per questo servizio».

Cosa ti ha spinto a dire “sì”, ad accettare questo nuovo e impegnativo incarico?

«È un servizio che sono chiamato a fare in diocesi. Quindi ti chiamano, sei disposto, e vai. Ci vuole un po’ di sana follia, nel senso che non sai cosa ti aspetta, ma comunque è un servizio, qualcuno è chiamato a farlo e in obbedienza all’arcivescovo ho risposto positivamente».

Come procede il “cambio della guardia” in Curia?

«Sono stato assieme a don Vincenzo e lui mi ha consigliato “Tu devi stare qua, devi essere disponibile e, all’occorrenza, dire eccomi”. Abbiamo riso insieme, parlando delle cose che mi aspettano. Ho appena iniziato e non ho ancora nulla in mano».

Cosa vorresti lasciare agli altri, svolgendo questo nuovo servizio?

«Vorrei essere disponibile all’accoglienza. Poi, se sarò capace di risolvere dei problemi non so, ma sarò disponibile a sentirli, ad accoglierli, a prestare attenzione alle situazioni che le persone mi porranno. Non voglio assolutamente fare quello che scrive o che sa tutto lui, voglio mettermi in ascolto delle persone che verranno, cercando di stare attento a tutto ciò che mi diranno».

Una scelta, quest’ultima, perfettamente in linea con la vita scout che ha sempre fatto parte della tua vita? Non a caso, siamo abituati a vederti con i sandali ai piedi, l’immancabile zaino da campeggio sulle spalle e l’inseparabile cappello da pescatore quando piove o il sole scotta…

«Sono sempre stato scout, ancora prima di diventare sacerdote. Infatti, arrivando a Cepagatti tredici anni fa, abbiamo subito fondato un gruppo scout, proprio perché penso che la vicinanza alla terra, alla natura e la sobrietà siano fondamentali anche per la crescita dei ragazzi, oggi molto distaccati da queste cose. Penso che per me sia stato davvero fondamentale essere scout e vivere esperienze di cammino, perché ti relazioni con te stesso ed il tuo corpo. È un po’ come il cammino della vita: a volte si cade, poi ci si rialza, ma sempre sorridenti e gioiosi si torna ad affrontare il cammino».

Questo tuo spirito ecologista stride profondamente con la cappa di smog e polveri sottili che sta soffocando Pescara e con cui ora dovrai confrontarti sempre di più: cosa ne pensi?

«Penso che quello che viviamo a Pescara sia solo la punta dell’iceberg e la soluzione non può certo essere l’adozione delle targhe alterne o l’abbassamento di un grado delle caldaie: sono tutti palliativi. Piuttosto, a livello mondiale, dovremmo rivedere completamente il nostro stile di vita. Se la Cina di turno decide di far camminare le proprie vetture con la benzina più inquinante possibile, c’è poco da fare. Noi siamo troppo piccoli per incidere, rispetto al mondo, e questi problemi non possono risolversi se non ci si siede assieme a parlare di questo cose. Per carità, provvedimenti come le targhe alterne o l’abbassamento di temperatura delle caldaie, sono tutte iniziative positive al fine di educare le nuove generazioni affinché assumano la consapevolezza che c’è un problema da affrontare». Piuttosto, però, dovremmo ringraziare che a Pescara c’è il mare a spazzare un po’ l’aria, altrimenti saremmo messi peggio delle regioni del Nord».

Anche per queste ragioni, hai scelto di non avere un’automobile?

«È stata una mia scelta personale. Vado in pullman oppure faccio l’autostop, scendo in piazza a Cepagatti e vedo chi ha il piacere di accompagnarmi in base al luogo da raggiungere».

I tuoi parrocchiani, come hanno reagito al tuo nuovo incarico?

«Sono molto contenti, ma tutti mi chiedono “Ma mo te ne vai?”. Io penso di no, di stare qui a Cepagatti ancora a lungo. Anche perché siamo impegnati nella realizzazione della nuova chiesa di Santa Lucia, vicino al Municipio, e questo lavoro richiederà tempo».

About Davide De Amicis (4619 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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