Valentinetti: “Basta speculare sul bisogno di lavoro”
«Ho promesso loro di farmi portavoce e di sostenere le loro richieste». Inizia così il messaggio che monsignor Tommaso Valentinetti vuole inviare alle istituzioni a pochi giorni dall’incontro con i rappresentanti di “Attiva”, la municipalizzata che gestisce il servizio di igiene urbana in citta. «Mi ero accordato con alcuni di loro per incontrare una delegazione – racconta l’arcivescovo di Pescara-Penne – e mi sono ritrovato, sabato pomeriggio, a confronto con una ventina di persone. Ci siamo seduti in chiesa, nella cappella della parrocchia “Spirito Santo” e ho avuto la possibilità di ascoltare i rappresentanti, ma anche la disperazione della situazione». Tra i presenti, infatti, conferma l’arcivescovo, c’erano alcuni famigliari, mogli e mamme «segno di una necessità – continua monsignor Valentinetti – che non può rimanere inascoltata».
«Come Chiesa ci siamo – ribadisce il presule – ma è chiaro che possiamo offrire ascolto e aiuti momentanei a chi è più scoraggiato, perché appartenente ad una famiglia monoreddito, ma non è questa la soluzione».
I convenuti di “Attiva”, infatti, delle vie di speranza le attendono «e penso che sia giusto sostenere tali richieste – afferma il vescovo di Pescara-Penne – e battersi perché la Corte dei Conti possa esprimersi al più presto per una riassunzione senza che la società vada in dissesto finanziario». Le famiglie intervenute, inoltre, hanno mostrato come il senso di precarietà non riguarda solo questo momento tragico perché i circa settanta lavoratori sono a servizio di Attiva attraverso le agenzie interinali: «Non si può sfruttare il bisogno di lavoro – grida Valentinetti – e non si può speculare sul fatto che in tanti accettino forme di contratto provvisorie pur di portare qualcosa a casa. Anch’io chiedo che possa essere organizzato un concorso interno legato alle singole qualifiche che dia più sicurezza ai futuri assunti – tra l’altro con spese inferiori – e di conseguenza “più forza” ad Attiva, perché un lavoratore motivato e sereno produce di più e abbraccia con più decisione il valore del servizio alla comunità, oltre alla necessità del lavoro come sussistenza».