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Documentario – Il Sacro Cuore e il “miracolo di Lanciano”

Storia, fede e scienza si confrontano sulla devozione al Sacro Cuore e sul mistero della Transustanziazione

Nell’anno giubilare della Misericordia, per ricordare concretamente l’immenso amore di Gesù e comprendere come la vita dell’uomo possa cambiare abbandonandosi al Suo amore, presentiamo un documentario dal titolo “Il miracolo di Lanciano: il Sacro Cuore si rivela”, autore Alessandro Franchi, prodotto da Fides&Ratio-Film Studio. In soli trenta minuti, storia, fede e scienza, si confrontano sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù.

225px-Die_Vision_des_Herzens_Jesu_der_Seligen_Marguerite_Marie_AlacoqueLa devozione al Sacro cuore di Gesù: Il culto del Sacro Cuore è legato al nome di Margherita Maria Alacoque, beatificata da papa Pio IX e canonizzata nel 1920 durante il pontificato di papa Benedetto XV. Il 27 dicembre 1967, suor Margherita Maria Alacoque, che era nel convento di visitandine presso Paray le Monial, riferì di aver avuto un’apparizione di Gesù che chiedeva una particolare devozione al suo Sacro Cuore. Le apparizioni private si ripeterono per diciassette anni, fino alla morte. Osteggiata dalle consorelle del monastero della Visitazione e dalla chiesa locale, ella trovò conforto nel gesuita Claude de la Colombiere, che, profondamente convinto dell’autenticità delle apparizioni, ordinò a suor Margherita di scrivere una Autobiografia per riferire in merito alle rivelazioni. Suor Margherita accettò per obbedienza. Nell’Autobiografia è scritto che, durante l’apparizione definita della “grande rivelazione”, Gesù mostrò alla suora il suo Sacro Cuore con queste parole: «Ecco quel Cuore che ha talmente amato gli uomini da non aver risparmiato nulla, fino ad esaurirsi e consumarsi per testimoniare a loro il proprio amore». Durante la stessa apparizione, Gesù le avrebbe chiesto che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini fosse celebrata una festa per rendere culto al Sacro Cuore. Gesù, infine, le avrebbe rivelato anche quella che la santa definisce la “grande promessa”: a chi avrebbe ricevuto la comunione per nove mesi consecutivi, ogni primo venerdì del mese, sarebbe stato concesso il dono della penitenza finale, che consiste nella possibilità per il devoto di non morire in stato di peccato né senza aver ricevuto i sacramenti. Gesù avrebbe lasciato per i suoi devoti ben dodici promesse, uniche per la loro concretezza:

  1. Ai devoti del mio Sacro Cuore darò tutte le grazie e gli aiuti necessari al loro stato.
  2. Stabilirò e manterrò la pace in tutte le loro famiglie.
  3. Li consolerò in tutte le loro afflizioni.
  4. Sarò per loro sicuro rifugio in vita e soprattutto nell’ora della morte.
  5. Spargerò abbondanti benedizioni su tutte le loro fatiche e imprese.
  6. I peccatori troveranno nel mio Cuore un’inesauribile fonte di misericordia.
  7. Le anime tiepide diventeranno ferventi con la pratica di questa devozione.
  8. Le anime ferventi saliranno rapidamente ad un’alta perfezione.
  9. La mia benedizione rimarrà nei luoghi in cui sarà esposta e venerata l’immagine del Sacro Cuore.
  10. A quanti opereranno per la salvezza delle anime, darò grazie per convertire i cuori più induriti.
  11. Le persone che diffonderanno questa devozione avranno il proprio nome scritto nel mio Cuore.
  12.  A tutti coloro che si comunicheranno nei primi venerdì di nove mesi consecutivi, darò la grazia della perseveranza finale e della salvezza eterna.

Per sapere quali siano le condizioni necessarie per rendersi degni di queste promesse, e come vada esercitata la devozione al Sacro Cuore attraverso la pratica dei “primi nove venerdì del mese”, rimandiamo al seguente link. Tale devozione, ricordiamo, è stata spiegata da Margherita Maria Alacoque come riparatoria dei peccati commessi nei confronti del Sacro Cuore di Gesù. Le rivelazioni private alla santa furono determinanti nella decisione di Leone XIII di promulgare l’Enciclica Annum Sacrum (25 maggio 1899), con la quale si effettuava la consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù. Nel 1928 papa Pio XI, nella Enciclica Miserentissimus Redemptor, confermò la veridicità delle apparizioni di Gesù a Santa Maria Margherita la cui memoria liturgica ricorre il 16 ottobre. Papa Pio XII a dedicherà un’intera Enciclica, l’Haurietis Aquas (15 maggio 1956), alla devozione al Sacro Cuore. Nel calendario delle ricorrenze religiose la festa in onore del Sacro Cuore di Gesù è stata stabilita per il venerdì successivo alla II domenica dopo Pentecoste.

Nel corso del documentario si ricorda che santa Margherita Alacoque sostenne, nell’Autobiografia, di aver ricevuto durante un’apparizione anche delle precise richieste da comunicare al Re di Francia Luigi XIV. Eccole:

  1. Il Re deve consacrarsi con la sua famiglia al Sacro Cuore e offrirgli pubblici omaggi.
  2. Egli deve chiedere ufficialmente alla Santa Sede di autorizzare la Messa del Sacro Cuore e di concedere privilegi per l’universale diffusione di questa devozione.
  3. Egli deve far costruire una basilica dedicata al culto del Sacro Cuore.
  4. Egli deve porre la Francia sotto la protezione del Sacro Cuore, raffigurandolo sugli stendardi e sulle armi del Regno.
  5. Egli deve promuovere nell’intera Europa i diritti di Gesù Cristo come Re dei re e Sovrano dei sovrani.

Secondo quanto riportato da santa Margherita, Gesù le avrebbe affidato queste richieste perchè l’assolutismo francese andava imponendo una concezione autoritaria del potere sempre più svincolata dal rispetto della religione e della morale. Le richieste non furono esaudite dal Re di Francia, che, tuttavia, fatto prigioniero durante la Rivoluzione Francese, si ricordò delle richieste del Sacro Cuore alla Corona di Francia e promise che, se fosse scampato alla morte e tornato sul trono, avrebbe consacrato se stesso e la Francia al Sacro Cuore. Ma Gesù stesso (più di un secolo dopo) dirà a suor Lucia di Fatima che il re di Francia si era ravveduto troppo tardi. Con le richieste al Re di Francia, si indicava come il modello di ogni autorità politica dovesse essere la regalità di Cristo e il suo amore immenso per ogni uomo. L’Enciclica Annum sacrum di Leone XIII, infatti, affermò che la devozione al Sacro Cuore aveva la sua ragione proprio nella regalità sociale di Cristo e il coronamento del culto pubblico al Sacro Cuore fu l’istituzione della festa liturgica di Cristo Re. Nel 1925, Pio XI stabilì che questa festa venisse celebrata l’ultima domenica di ottobre e che, in tale giorno, bisognasse anche rinnovare la consacrazione dell’umanità intera al Cuore di Gesù.

2-04Il miracolo eucaristico di Lanciano: Prima ancora delle rivelazioni private a Santa Margherita Alacocque, nell’VIII secolo d.C., attorno al 750, a Lanciano, in Abruzzo, un monaco basiliano, dubitando della reale presenza di Cristo nel pane e nel vino, durante la celebrazione eucaristica vide l’ostia trasmutarsi in un pezzo di carne sanguinante, mentre il vino si sarebbe tramutato in sangue. Quello di Lanciano è il miracolo eucaristico più antico ed importante, nonostante sia ancora sconosciuto a molti. Le preziose reliquie, custodite attraverso i secoli senza alcun trattamento particolare, giungono intatte fino ai giorni nostri, e sono tutt’oggi visibili nella cittadina abruzzese, nella chiesa di San Francesco, dove avvenne il miracolo e si trova un’iscrizione marmorea che racconta il prodigio. L’ostia, costituita da una membrana di carne tondeggiante di colorito giallo-bruno-marrone con ombreggiature di maggiore intensità, presenta un ampio foro centrale: alcuni presumono che esso si sarebbe formato quando la carne, seccandosi, si sarebbe ritirata, lacerandosi nel mezzo, non potendosi restringere perché era stata inchiodata a una tavoletta (come testimoniato dai forellini dei chiodi, tuttora visibili). Il sangue, invece, è coagulato in cinque grumi di colore marrone terreo, in diverse forme e dimensioni. Il 3 novembre del 1974, san Giovanni Paolo II, allora Cardinale di Cracovia, si recò in pellegrinaggio a Lanciano e sostando davanti alle sacre reliquie esclamò: «Fa, o Signore, che noi sempre più crediamo in Te, speriamo in Te, amiamo te». In calce la firma.

L’esame scientifico: Nel novembre 1970, per le istanze dell’Arcivescovo di Lanciano, Monsignor Perantoni, e del ministro provinciale dei Conventuali di Abruzzo, e con l’autorizzazione di Roma, i Francescani di Lanciano decisero di sottoporre a un esame scientifico le reliquie che risalivano a quasi 12 secoli prima. II compito fu affidato al prof. Edoardo Linoli, capo del servizio all’ospedale d’Arezzo e professore di anatomia, di istologia, di chimica e di microscopia clinica, coadiuvato dal prof. Ruggero Bertelli dell’Università di Siena. II prof. Linoli effettuò dei prelevamenti sulle sacre reliquie, il 18 novembre 1970, poi eseguì le analisi in laboratorio. II 4 marzo 1971, il professore presentò un resoconto dettagliato dei vari studi fatti. Ecco le conclusioni essenziali:

  1. La “carne miracolosa” è veramente carne costituita dal tessuto muscolare striato del miocardio.
  2. II “sangue miracoloso” è vero sangue: l’analisi cromatografica lo dimostra con certezza assoluta indiscutibile.
  3. Lo studio immunologico manifesta che la carne e il sangue sono certamente di natura umana e la prova immunoematologica permette di affermare con tutta oggettività e certezza che ambedue appartengono allo stesso gruppo sanguigno AB. Questa identità del gruppo sanguigno può indicare l’appartenenza della carne e del sangue alla medesima persona, con la possibilità tuttavia dell’appartenenza a due individui differenti del medesimo gruppo sanguigno.
  4. Le proteine contenute nel sangue sono normalmente ripartite, nella percentuale identica a quella dello schema siero-proteico del sangue fresco normale.
  5. Nessuna sezione istologica ha rivelato traccia di infiltrazioni di sali o di sostanze conservanti utilizzate nell’antichità allo scopo di mummificazione.

Nel 1973, il Consiglio superiore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, O.M.S., organismo dell’O.N.U., nominò una commissione scientifica per verificare, mediante esperimenti di controllo, le conclusioni del medico italiano. I lavori durarono 15 mesi con 500 esami. Le ricerche furono le medesime di quelle effettuate dal prof. Linoli, con altri complementi. La conclusione di tutte le reazioni e di tutte le ricerche confermarono ciò che già era stato dichiarato e pubblicato in Italia. In maniera precisa, fu affermato che i frammenti prelevati a Lanciano non potevano essere assimilati a tessuti mummificati; in quanto alla natura del frammento di carne, la commissione dichiara senza esitazione che si tratta di un tessuto vivente perché risponde rapidamente a tutte le reazioni cliniche proprie degli esseri viventi. L’estratto-riassunto dei lavori scientifici della Commissione Medica dell’OMS e dell’ONU, pubblicato in dicembre 1976 a New York e a Ginevra, dichiara nella sua conclusione che: «la scienza, consapevole dei suoi limiti, si arresta davanti alla impossibilità di dare una spiegazione».

Attraverso la ricostruzione della lunga tradizione di devozione al Sacro Cuore di Gesù, della quale il miracolo di Lanciano rappresenta un momento assai significativo, il documentario ci ricorda il cuore della fede cattolica: credere che Gesù è sempre vivente e ci ama appassionatamente. Gesù ci ha amato fino alla morte di croce, anzi, sino a donarsi a noi come nutrimento. Nell’Eucaristia c’è un Vivente che si dona. Quando ci comunichiamo, mangiamo veramente, in maniera sacramentale, una carne reale, animata e gloriosa, e beviamo il sangue vivente dell’Uomo-Dio che, uscito dalla tomba, non può più morire. L’Eucaristia, per questo, è il centro focale della Chiesa Cattolica. Gesù si rende presente nell’Eucaristia mediante la Transustanziazione, la conversione totale della sostanza del pane nel corpo e della sostanza del vino nel sangue del Signore. Del pane e del vino restano soltanto le specie, le apparenze. Questo è il cuore della nostra fede, che va ravvivato, non svilito in qualsivoglia abitudine dismessa. I miracoli straordinari e le apparizioni mistiche sono importanti, solo se ricordano e ravvivano il “miracolo quotidiano” del Dio vivente nell’Eucaristia. Concludiamo con le parole che Gesù consegnò a santa Maria Alacoque durante una rivelazione, per ricordare che il Dio che ci ha tanto amato è allo stesso tempo un Dio tanto assetato del nostro amore e, come diceva san Francesco, il più grande peccato è in fondo sapere che «L’Amore non è amato»:

Allora scoprendo il suo divin Cuore mi disse: “Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini e che nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo Amore. 
In segno di riconoscenza, però, non ricevo dalla maggior parte di essi che ingratitudini per le loro tante irriverenze, i loro sacrilegi e per le freddezze e i disprezzi che essi mi usano in questo Sacramento d’Amore. Ma ciò che più mi amareggia è che ci siano anche dei cuori a me consacrati che mi trattano così. Per questo ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore, ricevendo in quel giorno la santa comunione e facendo un’ammenda d’onore per riparare tutti gli oltraggi ricevuti durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari.
 Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere con abbondanza le ricchezze del suo divino Amore su coloro che gli renderanno questo onore e procureranno che gli sia reso da altri”.

Per guardare il documentario clicca qui: “Il miracolo di Lanciano: il Sacro Cuore si rivela”, di Alessandro Franchi, 30 minuti, colonna Sonora a cura di Angelo Talocci – Spirito Sound S.r.l. Roma.