Unioni civili: “No a legge che stravolga famiglia fatta da padre, madre e figli”
"Mi auguro - auspica monsignor Galantino - che ci siano parlamentari e pezzi di società che, per convinzione personale, sappiano prendere iniziative efficaci per impedire soluzioni pasticciate o fughe in avanti fatte passare per conquiste civili"

«Mi auguro che ci siano parlamentari e pezzi di società che, per convinzione personale, sappiano prendere iniziative efficaci per impedire soluzioni pasticciate o fughe in avanti fatte passare per conquiste civili».
Lo ha auspicato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, in un’intervista al “Corriere della Sera” sul ddl Cirinnà sulle unioni civili: «La Chiesa – assicura monsignor Galantino – non lascerà soli quanti nelle sedi opportune e nel rispetto delle proprie competenze vorranno dare un loro contributo costruttivo, ma vale quello che ha detto Papa Francesco: “I cristiani consapevoli non hanno bisogno di vescovi-piloti”».
Se poi si svolgerà un Family Day, a detta del segretario generale della Cei, il vescovo che vorrà parteciparvi potrà farlo ma non potrà pretendere che vi partecipino tutti gli altri vescovi: «Tra i cattolici – il presule – ci sono posizioni diverse, ma nessuno di noi auspica una legge che, per garantire i diritti dei singoli e per rispondere a situazioni reali, rischia di stravolgere la realtà. E la realtà è quella di una società italiana che può e vuole contare sul bene inestimabile della famiglia composta da un padre, una madre e dei figli, anche se la stessa società registra al suo interno anche la presenza crescente di unioni di segno diverso, cui lo Stato ha il dovere di dare risposte».
Ma più che altro a impressionare negativamente l’altro prelato, in alcune situazioni ipotizzate, è l’assenza di attenzione nei confronti di quelli che poi subiscono le conseguenze di certe scelte, ovvero i bambini: «Prendiamo, ad esempio, – riflette monsignor Nunzio Galantino – l’assurdità dell’utero in affitto, come possibilità non troppo remota seppur camuffata. Mi chiedo perché non viene data pubblicità alle tante controversie, non solo giuridiche, che si accompagnano a questa pratica? Ho l’impressione che la nostra società e le soluzioni che attraversano la proposta di legge siano “adultocentriche”».
Lo Stato, dunque, ha il dovere di dare risposte a tutti, nel rispetto del bene comune prima e più che del bene dei singoli individui: «Ma la stepchild adoption (l’adozione da parte di uno dei due componenti di una coppia del figlio, naturale o adottivo, del partner) – avverte il segretario generale dei vescovi italiani – non è necessariamente legata al tema delle unioni civili e va trattata in altra sede».
Quindi, senza giri di parole, monsignor Galantino ha definito il testo del ddl Cirinnà come avvolto da un velo di ipocrisia: «Troppi – osserva – i continui rimandi al diritto matrimoniale».
E sulla scarsa presenza dei vescovi nel dibattito, rilevata da alcuni, spiega: «Nella Chiesa prevale questa idea: se dovessimo scriverla noi una legge, certamente non conterrebbe le soluzioni proposte dal ddl Cirinnà. La Chiesa italiana, vescovi, preti e laici, non ha alzato bandiera bianca. Solo chi è in malafede può affermare che manca la voce dei vescovi. Salvo poi accusare la Chiesa di ingerenza».
Secondo il vescovo, inoltre, il testo del disegno di legge sembra costruito per tenere insieme posizioni altrimenti non componibili: «Quelle dei vari gruppi politici – denuncia Galantino – o meglio dei gruppi di pressione in campo. È la somma di più egoismi, più che una composizione democratica in vista del bene comune!».