“La misericordia è luce per capire il vissuto e speranza per l’anno nuovo”
"Siamo interpellati - avverte Papa Bergoglio - a verificare se le vicende del mondo si sono realizzate secondo la volontà di Dio, oppure se abbiamo dato ascolto prevalentemente ai progetti degli uomini, spesso carichi di interessi privati, di insaziabile sete di potere e di violenza gratuita"
«La compagnia della misericordia è luce per comprendere meglio quanto abbiamo vissuto e speranza che ci accompagna all’inizio di un nuovo anno».
Ne è convinto Papa Francesco che poco fa nell’omelia del “Te Deum” di ringraziamento per l’anno appena trascorso, pronunciato nella Basilica di San Pietro, ha affermato che in questo anno giubilare assumono una speciale risonanza le parole finali dell’inno della Chiesa “Sia sempre con noi, o Signore, la tua misericordia: in te abbiamo sperato”.
Un canto di ringraziamento, il Te Deum, inserito nei primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio: «Per questo – ricorda il Papa -, nel Te Deum chiediamo l’aiuto agli Angeli, ai Profeti e a tutta la creazione per dare lode al Signore. Con questo inno ripercorriamo la storia della salvezza dove, per un misterioso disegno di Dio, trovano posto e sintesi anche le varie vicende della nostra vita di quest’anno trascorso».
Quindi le parole d’esordio dell’omelia: «Quanto è colmo di significato – esordisce il Pontefice – il nostro essere radunati insieme per dare lode al Signore al termine di questo anno! Ripercorrere i giorni dell’anno trascorso può avvenire o come un ricordo di fatti e avvenimenti che riportano a momenti di gioia e di dolore, oppure cercando di comprendere se abbiamo percepito la presenza di Dio che tutto rinnova e sostiene con il suo aiuto».
È questo il bivio di fronte al quale ci ha posti il Santo Padre: «Siamo interpellati – avverte Papa Bergoglio – a verificare se le vicende del mondo si sono realizzate secondo la volontà di Dio, oppure se abbiamo dato ascolto prevalentemente ai progetti degli uomini, spesso carichi di interessi privati, di insaziabile sete di potere e di violenza gratuita. E, tuttavia, oggi i nostri occhi hanno bisogno di focalizzare in modo particolare i segni che Dio ci ha concesso, per toccare con mano la forza del suo amore misericordioso».
A questo punto il ricordo del dramma della guerra e dell’immigrazione, che hanno segnato tragicamente la vita di miglia di famiglie nel 2015: «Non possiamo dimenticare – sottolinea il Sommo Pontefice – che tante giornate sono state segnate da violenza, da morte, da sofferenze indicibili di tanti innocenti, di profughi costretti a lasciare la loro patria, di uomini, donne e bambini senza dimora stabile, cibo e sostentamento. Eppure, quanti grandi gesti di bontà, di amore e di solidarietà hanno riempito le giornate di quest’anno, anche se non sono diventate notizie dei telegiornali!».
Dunque, a detta del Papa, le cose buone non fanno notizia: «Questi segni di amore – ribadisce Papa Francesco – non possono e non devono essere oscurati dalla prepotenza del male. Il bene vince sempre, anche se in qualche momento può apparire più debole e nascosto».