“La famiglia aperta all’amore di Dio è sale, luce e lievito per la società”
"È all’interno della famiglia che ci si educa al perdono - sottolinea Papa Francesco - perché si ha la certezza di essere capiti e sostenuti nonostante gli sbagli che si possono compiere e, fanno parte del pellegrinaggio anche momenti come questo, che con l’aiuto di Dio si trasformano in opportunità di crescita. Non perdiamo la fiducia nella famiglia!"
«La famiglia aperta all’amore di Dio è sale della terra, luce del mondo, lievito per la società». Lo ha affermato stamani Papa Francesco nel corso dell’Angelus domenicale, nella giornata dedicata alla Santa Famiglia in cui ricorre anche il Giubileo delle famiglie: «Dall’esempio e dalla testimonianza della Santa Famiglia – spiega il Papa -, ogni famiglia può trarre indicazioni preziose per lo stile e le scelte di vita, e può attingere forza e saggezza per il cammino di ogni giorno».
Così, a detta del Santo Padre, la Madonna e san Giuseppe insegnano ad accogliere i figli come dono di Dio, a generarli e educarli cooperando in modo meraviglioso all’opera del Creatore e donando al mondo, in ogni bambino, un nuovo sorriso: «È nella famiglia unita – sottolinea il Santo Padre – che i figli portano a maturazione la loro esistenza, vivendo l’esperienza significativa ed efficace dell’amore gratuito, della tenerezza, del rispetto reciproco, della mutua comprensione, del perdono e della gioia».
E la vera gioia che si sperimenta nella famiglia non è qualcosa di casuale e fortuito: «È frutto dell’armonia profonda tra le persone – aggiunge il Pontefice -, che fa gustare la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base della gioia c’è la presenza di Dio, il suo amore accogliente, misericordioso e paziente verso tutti. Se non si apre la porta della famiglia alla presenza di Dio e al suo amore, la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia».
Invece la famiglia che vive la gioia della fede la comunica spontaneamente: «Questa famiglia è sale della terra e luce del mondo – ribadisce Papa Bergoglio -, è lievito per tutta la società. Gesù, Maria e Giuseppe benedicano e proteggano tutte le famiglie del mondo, perché in esse regnino la serenità e la gioia, la giustizia e la pace, che Cristo nascendo ha portato come dono all’umanità».
Ripensando, poi, al grande incontro mondiale di Philadelphia dello scorso settembre, il Sommo Pontefice ha inviato un saluto a tutte le famiglie del mondo: «Vorrei salutarle tutte – spiega Papa Francesco – con affetto e riconoscenza specialmente in questo nostro tempo, nel quale la famiglia è soggetta a incomprensioni e difficoltà di vario genere che la indeboliscono».
Quindi un riferimento al Vangelo odierno che, a detta del Papa, invita le famiglie a cogliere la luce di speranza proveniente dalla casa di Nazareth, nella quale si è sviluppata nella gioia l’infanzia di Gesù: «Il nucleo familiare di Gesù – ricorda il Santo Padre -, Maria e Giuseppe è per ogni credente, e specialmente per le famiglie, un’autentica scuola del Vangelo. Qui ammiriamo il compimento del disegno divino di fare della famiglia una speciale comunità di vita e d’amore. Qui apprendiamo che ogni nucleo familiare cristiano è chiamato ad essere “chiesa domestica”, per far risplendere le virtù evangeliche e diventare fermento di bene nella società».
Da qui emergono i tratti tipici della Santa Famiglia che sono raccoglimento e preghiera, mutua comprensione e rispetto, spirito di sacrificio, lavoro e solidarietà: «Ogni famiglia cristiana – auspica inoltre il Pontefice – possa diventare luogo privilegiato in cui si sperimenta la gioia del perdono».
Lo ha affermato Papa Francesco, nel corso della Santa messa precedente all’Angelus, commentando l’immagine di Gesù, al ritorno dal pellegrinaggio a Gerusalemme, sottomesso ai suoi genitori, nella quale il Papa ha osservato come contenga un bell’insegnamento per le nostre famiglie: «Il pellegrinaggio – osserva Papa Bergoglio – non finisce quando si è raggiunta la meta del santuario, ma quando si torna a casa e si riprende la vita di tutti i giorni, mettendo in atto i frutti spirituali dell’esperienza vissuta. E Gesù, dopo la sua “scappatella” nel Tempio probabilmente “dovette chiedere scusa ai suoi genitori. Il Vangelo non lo dice, ma credo che possiamo supporlo».
Per questo, secondo il Papa, tornando a casa, Gesù si è stretto certamente a loro, per dimostrare tutto il suo affetto e la sua obbedienza. Di qui l’auspicio: «Nell’Anno della Misericordia – esorta il Sommo Pontefice -, ogni famiglia cristiana possa diventare luogo privilegiato in cui si sperimenta la gioia del perdono. Il perdono è l’essenza dell’amore che sa comprendere lo sbaglio e porvi rimedio. Poveri noi, se Dio non ci perdonasse».
È dunque all’interno della famiglia che ci si educa al perdono: «Perché – sottolinea Papa Francesco – si ha la certezza di essere capiti e sostenuti nonostante gli sbagli che si possono compiere e fanno parte del pellegrinaggio anche momenti come questo che, con l’aiuto di Dio, si trasformano in opportunità di crescita. Non perdiamo la fiducia nella famiglia! È bello aprire sempre il cuore gli uni agli altri, senza nascondere nulla. Dove c’è amore, lì c’è anche comprensione e perdono. Affido a tutte voi, care famiglie, questa missione così importante, di cui il mondo e la Chiesa hanno più che mai bisogno».