“La realizzazione di una chiesa si decide mettendosi in ascolto dei fedeli”
Diverse le linee guida che per quanto possibile vanno seguite per edificare o ristrutturare una chiesa: "Indicazioni - don Pennasso - che riguardano l’aspetto liturgico e non lo stile con cui si costruisce un edificio di culto. In particolare, l’altare dev’essere al centro, l’ambone della Parola di Dio riconoscibile come mediazione tra altare e assemblea, la presidenza dove il sacerdote possa condurre l’assemblea a vivere bene la celebrazione e il tabernacolo, da collocare in un luogo tranquillo che possa favorire il raccoglimento dei fedeli"

«È necessario incontrare la comunità dei fedeli, mettendosi in ascolto e valutando insieme attività e tempi per cogliere gli aspetti, che possono dare a progettisti e architetti l’opportunità di individuare le forme più adatte per la realizzazione di un luogo di culto».
Lo ha affermato ieri mattina don Valerio Pennasso, responsabile del Servizio nazionale Edilizia di culto della Conferenza episcopale italiana, intervenendo al convegno dal titolo “Spazi di comunione”, organizzato dall’arcidiocesi di Pescara-Penne in collaborazione con il Centro studi architettura e liturgia presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano, che ha fatto il punto sul rapporto tra architettura, arte e liturgia a cinquant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II: «Un appuntamento – introduce monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne – utile ad approfondire la sinergia vitale esistente tra architettura e arte al servizio della liturgia, alla luce dei documenti conciliari ed ecclesiali che permettono di riflettere sugli spazi dell’aula liturgica e degli elementi che la caratterizzano, come la sede, l’ambone, l’altare, il battistero, lo spazio per il crocifisso e l’immagine del patrono. Realtà sinergiche che interferiscono l’uno con l’altro, contribuendo a fornire l’immagine della chiesa».
Una riflessione importante e impegnativa, alla quale hanno assistito decine di architetti, che ha visto anche la partecipazione del segretario del Pontificio Consiglio della cultura: «L’apporto fornito da architettura, arte e liturgia – osserva monsignor Carlos Alberto de Pinho Moreira Azevedo – dev’essere dialettico e dialogico. Un dialogo onesto, autentico e sensibile tra teologia e arti contemporanee, che aiuterà a comprendere i nuovi contesti estetici».
Del resto, anche in base ai regolamenti emanati negli anni ’90 dalla Conferenza episcopale italiana, sono diverse le linee guida che per quanto possibile vanno seguite per edificare o ristrutturare una chiesa o una cappella: «Indicazioni – don Pennasso – che riguardano l’aspetto liturgico e non lo stile con cui si costruisce un edificio di culto. In particolare, l’altare dev’essere al centro, l’ambone della Parola di Dio riconoscibile come mediazione tra altare e assemblea, la presidenza dove il sacerdote possa condurre l’assemblea a vivere bene la celebrazione e il tabernacolo, da collocare in un luogo tranquillo che possa favorire il raccoglimento dei fedeli».
Per costruire una nuova chiesa è poi importante conoscere la situazione immobiliare di partenza: «Se non la conosciamo – avverte il direttore del Servizio nazionale Edilizia di culto della Cei – non si può progettare e costruire luoghi di comunità. Inoltre, è importante conoscere gli aspetti legati alla proprietà del terreno in cui si vuol costruire, onde evitare di tenere ferme le pratiche e a lungo e di bloccare inutilmente delle risorse che potrebbero essere spese per realizzare altro».
Caratteristiche, queste ultime, a cui la maggior parte delle chiese pescaresi non sono conformi. A partire dalla Cattedrale di San Cetteo, dove presto partiranno i lavori di adeguamento per eliminare il doppio ambone e avvicinare la cattedra. Ma queste difformità, in realtà, sono presenti in tutte le chiese realizzate dal dopoguerra a cavallo con il Concilio: «Solo le chiese di ultima generazione – precisa don Antonio De Grandis, presidente del Centro studi architettura e liturgia -, come ad esempio la chiesa sul mare di San Pietro apostolo, rispondono a questi criteri».
Insomma, la costruzione di una chiesa dev’essere armonica: «Gli spazi celebrativi – conclude don De Grandis – possiedono ognuno un orientamento specifico e non vanno solo assemblati, ma armonizzati».