“Denaro, piacere e successo abbagliano, ma poi deludono”
"Solo accogliendo con umile gratitudine l’amore del Signore - sottolinea il Papa - ci liberiamo dalla seduzione degli idoli e dalla cecità delle nostre illusioni. Il Signore ci chiede di distaccarci da queste false ricchezze per entrare nella vita vera, la vita piena, autentica, luminosa"

«Solo accogliendo con umile gratitudine l’amore del Signore ci liberiamo dalla seduzione degli idoli e dalla cecità delle nostre illusioni. Il denaro, il piacere, il successo abbagliano, ma poi deludono: promettono vita, ma procurano morte».
Lo ha affermato ieri Papa Francesco, pronunciando l’Angelus domenicale in piazza San Pietro: «Il Signore – ribadisce il Papa – ci chiede di distaccarci da queste false ricchezze per entrare nella vita vera, la vita piena, autentica, luminosa».
Quindi ha domandato ai giovani, ragazzi e ragazze, in piazza: «Avete sentito lo sguardo di Gesù su di voi? Che cosa volete rispondergli? Preferite lasciare questa piazza con la gioia che ci dà Gesù o con la tristezza nel cuore che la mondanità ci offre?».
Riflessione, queste, derivanti dall’approfondimento del Vangelo domenicale di Marco, da cui il Santo Padre ha tratto tre scene sui cui si è soffermato. La prima ritrae l’incontro di Gesù con un giovane, che gli chiede cosa fare per avere in eredità la vita eterna: «Vita eterna – spiega il Pontefice – non è solo la vita dell’aldilà, ma è la vita piena, compiuta, senza limiti».
Ma che cosa dobbiamo fare per raggiungerla? «La risposta di Gesù – sottolinea Papa Bergoglio – riassume i comandamenti che si riferiscono all’amore verso il prossimo. Al riguardo quel giovane non ha nulla da rimproverarsi, ma evidentemente l’osservanza dei precetti non soddisfa il suo desiderio di pienezza. E Gesù intuisce questo desiderio che il giovane porta nel cuore; perciò la sua risposta si traduce in uno sguardo intenso pieno di tenerezza e di affetto».
Gesù, così, gli fa una proposta concreta: «Dare – riporta il Sommo Pontefice – tutti i suoi beni ai poveri e seguirlo. Quel giovane però ha il cuore diviso tra due padroni: Dio e il denaro, e se ne va triste. Questo dimostra che non possono convivere la fede e l’attaccamento alle ricchezze. Così, alla fine, lo slancio iniziale del giovane si smorza nella infelicità di una sequela naufragata».
Nella seconda scena, invece, l’evangelista inquadra gli occhi di Gesù: «E stavolta – osserva Papa Francesco – si tratta di uno sguardo pensoso, di avvertimento, quando dice “Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!”».
Allo stupore dei discepoli, Gesù risponde poi con uno sguardo di incoraggiamento, è il terzo sguardo, e dice “La salvezza è, sì, impossibile agli uomini, ma non a Dio!”: «Se ci affidiamo al Signore – riflette il Papa -, possiamo superare tutti gli ostacoli che ci impediscono di seguirlo nel cammino della fede. Affidarsi al Signore».
Nella terza scena, infine, Gesù dichiara che chi lascia tutto per seguirlo avrà la vita eterna nel futuro e il centuplo già nel presente: «Questo centuplo – conclude il Pontefice – è fatto dalle cose prima possedute e poi lasciate, ma che si ritrovano moltiplicate all’infinito. Ci si priva dei beni e si riceve in cambio il godimento del vero bene; ci si libera dalla schiavitù delle cose e si guadagna la libertà del servizio per amore; si rinuncia al possesso e si ricava la gioia del dono».