Orti d’oro: per il decimo anno contadini-pensionati al lavoro per la socialità
"Spesso - racconta la Allegrino -, riceviamo richieste da giovani disoccupati e famiglie in difficoltà, che guardano all’utilità dell’orto anche in termini economici oltre che motivazionali, nonché da associazioni di giovani e adulti con disabilità che vorrebbero fare quest’esperienza. E noi, appena avremo altri terreni a disposizione, coinvolgeremo anche queste categorie"
Nel decimo anno di anniversario del progetto Orti d’oro dell’associazione Domenico Allegrino onlus, che dà la possibilità ai pensionati che lo richiedono di coltivare gratuitamente un orto urbano di 75 metri quadri potendo beneficiare dei frutti del raccolto, si è rinnovato martedì l’appuntamento con gli anziani ortolani che hanno ricevuto in dono un sacchetto di sementi, sancendo l’inizio di un nuovo anno di coltivazione.
Una celebrazione svoltasi, come sempre, nel cortile dei 41 orti ricavati all’interno di un terreno di 5 mila metri quadri donato da un privato in Strada Fosso Cavone. Terreno a cui se n’è presto aggiunto un secondo di 1.500 metri quadri, ubicato in via Lago Negro, suddiviso in ulteriori 12 orti.
E così, tra semi di cicoria, bietola, lattuga e melanzana che si scambiavano fra loro come fossero figurine, i 53 ortolani sono letteralmente pronti a scendere in campo: «E i risultati – sottolinea Antonella Allegrino, presidente dell’associazione Domenico Allegrino onlus – si vedono, offrendo un segno di positività che in loro si concretizza in un vivere positivo».
Un modo sano, dunque, per spendere il tanto tempo libero che l’età pensionabile offre soddisfacendo un bisogno di socialità e sostegno economico. E i pensionati-ortolani ringraziano: «Sono vedovo da quattro anni – racconta Aquilino Colasante – e quest’attività mi ha ridato un po’ di salute».
Ma la crisi economica, nonostante la lenta ripresa, continua a farsi sentire e le richieste per coltivare un orto urbano giungono anche da persone apparentemente insospettabili: «Spesso – racconta la Allegrino -, riceviamo richieste da giovani disoccupati e famiglie in difficoltà, che guardano all’utilità dell’orto anche in termini economici oltre che motivazionali, nonché da associazioni di giovani e adulti con disabilità che vorrebbero fare quest’esperienza. E noi, appena avremo altri terreni a disposizione, coinvolgeremo anche queste categorie».
Insomma, se i contadini avanzano sono proprio gli orti a scarseggiare, restando quella degli Orti d’oro ancora un’iniziativa unica nel suo genere in tutto il Centrosud, e da qui parte un appello rivolto a enti pubblici e privati: «Mettere a disposizione un terreno incolto o abbandonato – conclude la presidente dell’associazione Allegrino – non vuol dire perderne la proprietà, ma compiere un gesto di solidarietà e amicizia, contribuendo a restituire il sorriso alle tante persone che ne possono usufruire».