“Difendiamo i nostri figli”: oltre un milione di persone in piazza a Roma
"In piazza - sottolinea Simone Pillon, del Forum delle famiglie - stiamo facendo tutti cultura, non contro le persone, ma contro le ideologie che stano distruggendo la famiglia e tentano di decostruire i modelli del maschio e della femmina"
«Siamo più di un milione, grazie a tutti per essere qui, famiglie da ogni regione d’Italia». Così ha esordito Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato “Difendiamo i nostri figli”, aprendo ieri pomeriggio a Roma, a piazza San Giovanni, la manifestazione nazionale per riaffermare il diritto di ogni padre e madre a educare i figli, per fermare la “colonizzazione ideologica” della teoria gender e bloccare il ddl Cirinnà, che avvicina le unioni gay al matrimonio introducendole nel Codice civile.
Dopo i saluti di Cornelius Eke, rappresentante della comunità africana a Roma, e di Giacomo Ciccone di Alleanza Evangelica, Gandolfini ha dato lettura della lettera del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, impossibilitato a essere presente per lo shabbat, che sottolinea la necessità di non travolgere i fondamenti consolidati e individuare modelli condivisi.
Dal palco è stato letto pure il messaggio inviato dall’associazione Agapo, Associazione genitori e amici di persone omosessuali, nel quale i genitori di figli gay spiegano che: «Il matrimonio fra omosessuali – scrivono – non fa il loro bene, perché trasmette il messaggio che la relazione tra due uguali è uguale a quella tra due differenti, ma ciò non è vero. Occorre – esorta Agapo – guardare con realismo la propria condizione, mentre il ddl Cirinnà oscura il ruolo dell’alterità nelle relazioni affettive, rendendo l’uomo e la donna intercambiabili».
Ma tante sono state le prese di posizione anche contro l’introduzione della teoria gender nei programmi scolastici: «Questa teoria gender – denuncia l’imam Mohamed Ben Mohamed, della moschea di Centocelle – vuole inquinare il cervello dei nostri figli. Tutti uniti possiamo sconfiggere questi progetti, perché i nostri figli hanno il pieno diritto di crescere come siamo cresciuti noi».
Per la giornalista Costanza Miriano, inoltre, parlare della differenza vuol dire parlare della vera grande bellezza dell’uomo e della donna. Di qui il richiamo alla “Mulieris Dignitatem”, il rilancio della missione della donna: «Chiamata – osserva la Miriano – a ricordare all’uomo il bene e il bello di cui lui è capace».
Il portavoce della manifestazione, Massimo Gandolfini, ha quindi letto messaggio inviato nei giorni scorsi da monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, nel quale il presule augura pieno successo all’iniziativa: «Nella certezza – scrive monsignor Paglia – che porterà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell’intera umanità».
Hanno quindi voluto testimoniare la bellezza della famiglia Vincenzo e Sara, genitori di 11 figli, saliti sul palco di piazza San Giovanni in Laterano a Roma: «Tutti figli nostri – precisa la coppia -, nati da un papà e una mamma».
Vincenzo e Sara, a proposito della teoria gender a scuola, hanno raccontato i tentativi subiti a scuola di educare i loro figli all’affettività/sessualità: «All’inizio – raccontano – non capivamo di che cosa si trattasse, poi quando ce ne siamo resi conto abbiamo messo in guardia i nostri figli. A volte li abbiamo mandati a scuola lo stesso, a volte non li abbiamo mandati a scuola, a volte sì, ma suscitando in loro capacità critiche. Siamo noi genitori chiamati, in primis, a educare i nostri figli e la scuola non può toglierci questo diritto sacrosanto».
Successivamente, anche l’associazione Giuristi per la vita si è schierata contro l’ideologia gender: «Basta – sbotta il presidente Gianfranco Amato – con questa teoria gender nelle scuole. È una deriva totalitaria che tende a imporre per legge la dittatura del pensiero unico, che non ha nulla a che vedere con il sentire del popolo».
Sulla stessa linea anche il Forum delle famiglie: «Oggi in piazza – sottolinea Simone Pillon – stiamo facendo tutti cultura non contro le persone, ma contro le ideologie che stano distruggendo la famiglia e tentano di decostruire i modelli del maschio e della femmina».
Secondo Alleanza Cattolica, invece, sono forza, coraggio e speranza le tre parole che quella piazza, ieri, ha mandato all’Italia: «Consapevole – afferma il magistrato Alfredo Mantovano – che il futuro del Paese è il futuro della famiglia e fare male alla famiglia è fare male all’Italia. A minare l’istituto familiare – aggiunge – non sono solo l’ideologia gender, ma anche il divorzio facile e la fecondazione eterologa. Occorre dire no al ddl Cirinnà, perché contrastare le leggi cattive è come difendere le mura di una città. Questo disegno di legge, se approvato, aprirà alle coppie dello stesso sesso la possibilità di adottare».
Mantovano ha quindi chiesto alla piazza: «Vogliamo le adozioni gay?». Ed è un boato di “no” che sale dalle famiglie: «La forza di questa piazza – conclude l’esponente di Alleanza cattolica – dà coraggio ai genitori e ai nostri amici parlamentari, che sono qui in tanti per condividere le nostre battaglie».
Mamma e papà, secondo il giornalista Mario Adinolfi, non sono intercambiabili: «Dicendo no al ddl Cirinnà – ribadisce – noi ci battiamo per i diritti civili. Questa proposta di legge apre alle adozioni gay e alla pratica dell’utero in affitto. Rischiamo di fare come Elton John, i figli diventano un regalo».
Ha chiuso, quindi, la manifestazione l’intervento del fondatore delle Cammino neocatecumenale: «L’Europa – accusa Kiko Arguello – sta commettendo un peccato rifiutando il Vangelo. Dicendo che bisogna andare contro le ideologie che avvelenano, il Papa ha benedetto la nostra piazza. Sappiate che il Papa sta con noi. Cristo è risorto, è veramente risorto. Questo è il punto, dobbiamo testimoniarlo a tutta la società, dobbiamo portare nel nostro corpo, concretamente, il pegno di questa resurrezione».