Pescara: la città-dormitorio di senza fissa dimora e nuovi poveri
"C’è un numero impressionante di persone - conferma Antonello Salvatore, coordinatore di Train de vie - che vivono un disagio abitativo fortissimo nonostante, magari, lavorino. Poi, però, vanno a dormire nelle proprie auto e il più delle volte, se non riescono a risolvere la loro crisi, rischiano di perdere anche quella. Ci sono poi conoscenti e persone di buon cuore, che mettono a loro disposizione garage e fondaci"

Il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Pescara centrale, la pista ciclabile del lungofiume, ma anche le pensiline alle fermate dell’autobus, per non parlare di palazzi in costruzione, androni condominiali, garage e perfino tra i portici di Piazza Salotto.
Sono questi i giacigli di fortuna, purtroppo, utilizzati sempre più spesso da senza fissa dimora occasionali o senzatetto cronici i quali, caduti in povertà essendo stretti nella morsa della crisi strutturale che negli ultimi anni li ha privati del lavoro, in molti casi restano anche senza casa e cercano un riparo discreto in una Pescara che, di notte, si trasforma in un autentico dormitorio a cielo aperto.
Poi, prima che la città si svegli, si allontanano velocemente per andare a lavorare, chi ancora un lavoro ce l’ha, o per ricorrere all’assistenza fornita da realtà come la Caritas diocesana, operativa con il dormitorio di via Alento, o come l’associazione On the Road, attiva sul territorio pescarese attraverso il Centro diurno polifunzionale Train de vie presso la stazione ferroviaria centrale: «C’è un numero impressionante di persone – conferma Antonello Salvatore, coordinatore di Train de vie – che vivono un disagio abitativo fortissimo nonostante, magari, lavorino. Poi, però, vanno a dormire nelle proprie auto e il più delle volte, se non riescono a risolvere la loro crisi, rischiano di perdere anche quella. Ci sono poi conoscenti e persone di buon cuore, che mettono a loro disposizione garage e fondaci».
I meno fortunati, invece, sono costretti all’addiaccio e sfruttano ogni spazio esistente: «Dai cantieri edili al complesso della Stella Maris a Montesilvano – aggiunge Salvatore -. Tutti non luoghi in cui può trovare posto chi non ha una casa».
E con l’arrivo della bella stagione, in questi giorni, anche la spiaggia diventa un luogo di riparo ideale per questi disperati: «Il mare – spiega il coordinatore di Train de vie – rappresenta una grande risorsa per queste persone che, con l’aumento delle temperature, vi passano la notte semplicemente all’addiaccio, oppure i più organizzati utilizzano tende o sacchi a pelo da collocare sulla spiaggia libera. Una soluzione, questa, che tra l’altro depotenzia l’attenzione esistente sulle costruzioni, dove la presenza di senza fissa dimora genera maggiore allarme sociale».
Ma il luogo privilegiato di permanenza notturna dei senza fissa dimora, resta sempre il piazzale antistante la stazione di Pescara centrale con l’annessa area di risulta. Qui sono centinaia le persone distese una accanto all’altra, che trovano riparo lungo le mura esterne delle scalo ferroviario o coperti da pochi alberi vicino terminal bus.
Ma non vengono lasciati soli, a seguirli c’è l’unità di strada composta da due operatrici di prossimità di Train de vie, Matilde Somma e Luana Lamelza, e da sei volontari della Croce Rossa Italiana di Spoltore, Gabriella Pompa, Franco Probi, Carla Morello, Tea Fornaro, Emilio Bruni e Andrea Palazzi, accompagnati dai medici Valerio Cecinati e Giuseppe Lauriti: «La maggior parte di questi senza fissa dimora – racconta l’operatrice Matilde Somma – è irregolare e noi li aiutiamo ad accedere comunque a visite specialistiche o ad avere delle medicine».
È un giovedì sera pre-estivo, quando l’inviato de La Porzione.it li segue nel loro settimanale servizio di assistenza, che li vede interagire con i senzatetto partendo inizialmente dalla consegna di un tè, di un succo di frutta o di una merendina: «Ma il nostro compito – descrive Matilde – consiste nell’aiutare questi senza fissa dimora andando oltre il semplice pietismo, proponendogli un’alternativa di vita valida».
Intanto, poco più in là, Costantin sta male: è stato investito da un’automobile e ora ha una ferita infetta e rischia di perdere un dito se non un piede intero. I volontari della Croce Rossa e i medici lo medicano, ma: «Dovrebbe andare in ospedale – conclude l’operatrice di Train de vie – e non vuole». È tarda notte e non basterebbe una giornata intera, per ascoltare le storie di ordinaria emarginazione dei senza fissa dimora in stazione.