L’affido familiare, a Pescara, diventa affiancamento
Niente più figli minori sottratti alla loro famiglia di origine per essere consegnati alla famiglia affidataria, ma sarà la famiglia disagiata nel suo complesso ad essere affiancata da un’altra famiglia guida: "Crediamo - spiega don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana - nel valore della prevenzione intervenendo sulle famiglie, non solo mettendo cerotti su ferite già aperte"
Da oggi l’affidamento familiare a Pescara diventa affiancamento: niente più figli minori sottratti alla loro famiglia di origine per essere consegnati alla famiglia affidataria, ma sarà la famiglia disagiata nel suo complesso ad essere affiancata da un’altra famiglia guida.
È questa l’essenza del progetto “Una famiglia per una famiglia”, divenuto realtà grazie al protocollo d’intesa siglato dalla Fondazione Paideia, ideatrice del progetto, con il Comune di Pescara, la Regione Abruzzo, la Caritas diocesana di Pescara, la Asl e i consultori familiari Cif e Ucipem: «Ci sono famiglie – esordisce Marinella Sclocco, assessore regionale alle Politiche Sociali – imbrigliate nella difficoltà e per loro, può essere un’opportunità in più essere affiancate da un’altra famiglia che parla il loro stesso linguaggio».
Il progetto, dunque, vedrà nel capoluogo adriatico la città capofila, con l’auspicio di estenderlo all’intero Abruzzo: «È bello che Pescara – sottolinea il sindaco Marco Alessandrini – dia con questo progetto un segnale di città che agisce. Il sociale è per noi una priorità, anche in tempi di ristrettezze economiche, che stiamo cercando di tutelarlo da tutte le politiche di ridimensionamento della spesa».
Il progetto verrà inizialmente sperimentato per due anni su otto famiglie, selezionate attraverso la rete delle associazioni insieme alle famiglie di affiancamento e al tutor che medierà tra le due famiglie: «Con questa iniziativa – osserva don Marco Pagniello, direttore di Caritas Pescara – vogliamo metterci in gioco, perché crediamo nel valore della prevenzione intervenendo sulle famiglie, non solo mettendo cerotti su ferite già aperte».
Il progetto, monitorato dalla Asl che metterà a disposizione uno psicologo, è nato proprio dalla richiesta di un bambino in affido che voleva aiutare l’intera famiglia in difficoltà: «Il progetto – conclude Fabrizio Serra, direttore della Fondazione Paideia – è di prossimità familiare perché una famiglia affianca nel quotidiano un’altra famiglia, trasferendo il proprio patrimonio di relazioni».
Molto bene.