“La Sindone è ricordo della bontà di Dio manifestata nella nostra esistenza”
"Ciò di cui è testimonianza la Sindone - osserva monsignor Nosiglia - è un amore così grande che non si è lasciato vincere dal male. Anche sulla Croce l’amore di Dio è sempre più forte di ogni avversità, come mostra la Passione del suo Figlio"
«La Sindone è ricordo della bontà di Dio manifestata nella nostra esistenza». Lo ha affermato ieri monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, presiedendo la Santa Messa nel Duomo del capoluogo piemontese che ha aperto ufficialmente l’Ostensione della Sacra Sindone 2015, la terza dal Giubileo del 2000 che avviene a cinque anni dall’ultima in occasione del bicentenario della nascita di Don Bosco, intitolata “L’amore più grande”.
Dalle 16 di ieri pomeriggio, dunque, il sacro telo è stato visibile al pubblico con accesso gratuito che resterà tale per l’intera durata dell’Ostensione, fino al 24 giugno aperta ogni giorno dalle ore 7.30 alle ore 19.30, con prenotazione obbligatoria.
Nel tratto finale dell’itinerario, che i pellegrini compiranno per arrivare davanti al sacro telo, ci sarà la sala della pre-lettura della Sindone, dove un filmato illustra con immagini molto efficaci e di grande impatto visivo le parti principali del lenzuolo.
Il filmato si sofferma nel dettaglio sulle parti dell’immagine destra e dell’immagine sinistra del Corpo in modo che, quando pochi minuti dopo si sfila davanti al sudario dell’“Uomo dei dolori”, si possa immediatamente vedere e riconoscere.
Tra l’altro i pellegrini non vedenti, lungo il percorso di 850 metri che da piazzale Partigiani li condurrà al Duomo, troveranno una statua in alluminio a riprodurre la Sindone. Ad oggi hanno già superato il milione i visitatori prenotati per visitare quella che San Giovanni Paolo II definì la Sindone “specchio del Vangelo”, ma anche “provocazione per l’intelligenza”.
Infatti il lenzuolo, che secondo la tradizione fu adoperato per avvolgere il corpo di Gesù, ripropone la discussione sull’autenticità di questa reliquia. Uno strumento per l’evangelizzazione, sul quale però il dibattito scientifico resta aperto: «Ciò di cui è testimonianza la Sindone – osserva monsignor Nosiglia – è un amore così grande che non si è lasciato vincere dal male. Anche sulla Croce l’amore di Dio è sempre più forte di ogni avversità, come mostra la Passione del suo Figlio».
La Sindone, dunque, non è la contemplazione di un morto: «Ma di una persona – sottolinea l’arcivescovo di Torino -, Gesù, che attraverso il dono di sé ci ha dato la vita». E domenica 21 giugno sarà il Santo Padre in persona a farsi pellegrino davanti la Sacra Sindone: «Proprio con Papa Francesco – rileva l’arcivescovo Nosiglia, Custode pontificio della Sindone, durante la Santa Messa di ieri – comprenderemo che non siamo noi che guardiamo quel Volto, ma ci sentiremo guardati e invitati a non passare oltre a tanta sofferenza attorno a noi e nel mondo».
Infine, l’arcivescovo di Torino ha rivolto un augurio per i pellegrini: «In ogni realtà della loro vita – conclude – possa risplendere questo grande segno di speranza. Ne abbiamo tanto bisogno».