Terremoto della Marsica un secolo dopo: l’Abruzzo ricorda
Erano le ore 7.52 del 13 gennaio 1915 quando una violentissima scossa di terremoto del settimo grado della Scala Richter, cinquanta volte più forte rispetto al terremoto che colpì L’Aquila il 6 aprile 2009, devastò Avezzano e l’intera Marsica. In realtà, la scossa fu talmente forte da scuotere l’intero Abruzzo fino a raggiungere anche Roma, provocando la caduta di una statua nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
Il terremoto della Marsica venne definito “immenso” e solo nella città di Avezzano rase al suolo tutto, ad eccezione di un’unica abitazione, uccidendo 10.719 abitanti su una popolazione complessiva di 13.119 abitanti: perse la vita l’82% della popolazione. Ma guardando all’intera Marsica, furono registrati 30 mila morti.
Tantissimi furono gli orfani abbandonati, molti dei quali vennero raccolti da San Luigi Orione: fra loro vi furono anche lo scrittore Ignazio Silone e suo fratello Romoletto. Lo ha ricordato ieri, alla vigilia dell’anniversario, una nota dell’Opera don Orione, rammentando che il santo chiese a re Vittorio Emanuele III, in visita sui luoghi della tragedia, di mettergli a disposizione una delle sue macchine per trasferire i bambini rimasti orfani in posti più sicuri. A raccontarlo è lo stesso Silone nel romanzo “Uscita di sicurezza”.
L‘auto sequestrata fu poi donata dal sovrano a don Orione. Fu il Santo a prendersi cura di Secondino Tranquilli, vero nome dello scrittore, espulso da un istituto romano, ospitandolo nei suoi collegi e dandogli modo di ultimare gli studi liceali. Nell’istituto di Avezzano i religiosi e le suore dell’Opera accolsero orfani e poi ragazzi poveri e giovani da avviare al lavoro e sempre ad Avezzano fu costruito il Santuario di “Nostra Signora del Suffragio”.
Ultimamente una moderna Residenza sanitaria assistita offre accoglienza qualificata e calore umano a 90 anziani della Marsica. L‘opera di don Orione è stata ricordata anche da Papa Giovanni Paolo II, in occasione della sua visita nel settantesimo anniversario del terremoto.
Oggi, a tal proposito, saranno tantissime le iniziative per ricordare il drammatico sisma, onorando i suoi morti a partire dal rintocco delle campane della Marsica stamani alle 7.52 e dal suono della sirena del Municipio di Avezzano, fra cui spicca la Santa Messa che, alle ore 17.30 presso la Cattedrale di Avezzano, presiederà il vescovo dei Marsi monsignor Pietro Santoro, concelebrando insieme a tutti i vescovi e gli arcivescovi d’Abruzzo e Molise oltre che con gli arcivescovi di Sora ed Ascoli Piceno nonché con il neo cardinale ed arcivescovo di Ancona-Osimo Edorardo Menichelli:
«Il mio pensiero – sottolinea monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne e presidente della Conferenza episcopale abruzzese e molisana – va alle vittime del sisma, ricordando che nel terremoto della Marsica si è verificata la presenza molto forte della Chiesa, la quale si è fatta operatrice di umanità ad Avezzano, attraverso la presenza di San Luigi Orione, oltre che in occasione di altre tragedie nelle quali la Caritas è stata la “lunga mano” di tutti i credenti che hanno voluto dare il proprio contributo.
E il mio pensiero va anche alle vittime di ogni tragedia umana che si è svolta sulla faccia della Terra: penso ai 27 bambini morti a San Giuliano di Puglia, penso ai morti de L’Aquila, ma penso anche al terremoto di Haiti che nessuno ricorda più, pur restando una drammatica emergenza».
Per approfondire, vi proponiamo un breve documentario curato da Enzo Coletta e alcune testimonianze raccolte da Paolo Santamaria:
Il terremoto nella Marsica fu forse un avvertimento mandato da Dio per i nostri peccati: pochi mesi dopo il Regno d’Italia sarebbe entrato nella Grande Guerra a fianco delle Potenze dell’Intesa (650mila morti). Viene da domandarsi cosa accadrà a noi, un secolo dopo, in condizioni di desolazione materiale e spirituale per certi versi peggiore di quella di allora.