Senza fissa dimora protagonisti di un film a Pescara
"Attraverso questa esperienza - racconta il regista Francesco Calandra - i senza fissa dimora stanno riacquistando autostima e motivazione, rimettendosi in gioco e riprendendo i loro progetti di vita precedentemente abbandonati"
L’arte che diventa uno strumento di inclusione sociale, ma soprattutto un’opportunità di riscatto per riprendere in mano un progetto di vita cancellato dalla povertà. È questa l’esperienza che stanno vivendo dieci senza fissa dimora, assistiti a Pescara dal Centro polifunzionale Train de vie gestito dall’associazione On the Road, che nei prossimi mesi saranno i protagonisti del film-commedia intitolato “Il supermercato”: «Si tratta – spiega Antonello Salvatore, responsabile del Centro Train de vie – di senzatetto per lo più italiani, uomini e donne di età compresa fra i 25 ed i 70 anni, che negli ultimi mesi hanno partecipato al nostro laboratorio di cinematografia condividendo questa esperienza con persone provenienti dal mondo della cultura che contaminandosi al mondo del sociale, consente di narrare la nostra complessa realtà».
E a fare dei dieci senza fissa dimora altrettanti attori padroni della scena sono un regista ed una sceneggiatrice pescaresi, Francesco Calandra e Mariagrazia Liguori: «Tutto è partito – racconta Calandra – da un cineforum estivo, dal quale è emerso l’interesse di dieci utenti che hanno partecipato al successivo laboratorio cinematografico, imparando a lavorare su di una sceneggiatura e davanti alla cinepresa».
Il soggetto del film è nato dall’esperienza di vita di Mariagrazia Liguori la quale in passato, lavorando in un supermercato nell’ambito dell’antitaccheggio, ha conosciuto da vicino il fenomeno dei furti connesso alla povertà dilagante: «Da qui – spiega il regista pescarese – è nata la storia ambientata in un supermercato pescarese, dove alcuni senza fissa dimora non si accontentano di compiere un furto per tirare a campare, arrivando a pianificare un colpo informatico al fine di manomettere le tessere punti del supermarket, così da fare la spesa gratis».
Un percorso artistico, questo, che al di là della performance attoriale sta ottenendo un risultato notevole: «I senza fissa dimora – conclude Francesco Calandra – stanno riacquistando autostima e motivazione, rimettendosi in gioco e riprendendo i loro progetti di vita precedentemente abbandonati. Tra di loro c’è chi voleva aprire una gelateria e ora si sta impegnando a farlo, c’è chi faceva il falegname ed ora intende riprendere e c’è anche un alcolista che ha deciso di intraprendere un percorso di recupero».